venerdì, Luglio 11, 2025

“Così non si può andare avanti”: lo sfogo di Fausta Piccolo della Mensa del Sorriso sull’emergenza Memole

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«Ischia, perché non ne posso più della burocrazia?» È uno sfogo crudo, autentico, disperato quello di Fausta Piccolo, responsabile della Mensa del Sorriso, che da giorni denuncia con forza la situazione di estremo degrado e abbandono in cui versa Salvatore Nemole – detto “Memole” – senzatetto da anni, ora in condizioni fisiche e psichiatriche gravissime.

Fausta non si limita più a scrivere PEC o ad aspettare risposte istituzionali che non arrivano. Stavolta parla, pubblicamente, con la voce rotta dall’indignazione e dalla frustrazione di chi ogni giorno tenta, con mezzi ridottissimi, di colmare le voragini lasciate dalle istituzioni.

Nemole si trova nei giardinetti di via Alfredo De Luca, di fronte alla farmacia internazionale di Ischia, «con le gambe in cancrena, i vermi sulle ferite e senza alcun presidio sanitario». Secondo quanto racconta Piccolo, l’uomo, per tentare di disinfettarsi, è ridotto a versare vino rosso sulle piaghe. Intanto le sue condizioni si aggravano a vista d’occhio, senza che nessuno prenda provvedimenti concreti.

Il 7 giugno, Fausta e i volontari della Mensa hanno inviato una segnalazione via PEC al sindaco, alla Polizia Municipale e ai servizi competenti. Il sindaco, a quanto riferisce, aveva inizialmente dato disponibilità per un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Ma è qui che entra in scena il nemico invisibile: la burocrazia. Il Dipartimento di Salute Mentale – denuncia Piccolo – non rilascia un certificato che attesti lo stato di salute mentale di Nemole, passaggio necessario per avviare il procedimento. Il caso è finito ora nelle mani di un giudice che si pronuncerà il 25 giugno.

«Ma arriverà vivo al 25 giugno?», si chiede Piccolo. È una domanda che pesa come un’accusa. Perché mentre gli uffici si scambiano moduli e rimpalli di responsabilità, Salvatore rischia di morire di setticemia a pochi metri dalle vetrine dei negozi, tra turisti distratti e cittadini indignati.

«Molti dei nostri assistiti – racconta Fausta – sono abbandonati a sé stessi. Senza strumenti economici, mentali o affettivi. E noi, con le nostre forze, possiamo arrivare solo fino a un certo punto. Oltre, devono intervenire le istituzioni. Subito.»

Questo appello non è solo un grido di allarme. È un atto d’accusa verso un sistema che si mostra cieco e paralizzato di fronte a chi ha perso tutto, perfino la dignità. E che rischia, per colpevole inerzia, di aggiungere un altro nome alla lista degli “invisibili” morti per abbandono.

Fausta Piccolo oggi chiede una sola cosa: che qualcuno scenda dagli uffici, venga a guardare da vicino, e prenda una decisione concreta. Perché così, semplicemente, non si può andare avanti.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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1 COMMENT

  1. Mi dispiace dirlo ma Ischia è diventata una merda. Stamattina sono passata proprio dove si trova il povero uomo e ho assistito ad una cosa assurda. Il povero uomo gridava guardia, guardia alla volante della guardia di finanza che si trovava a passare di là ma tutto inutile perché ha girato la macchina e se ne sono andati. Il povero uomo chiedeva aiuto, un aiuto che purtroppo non avrà mai. C’è qualcuno che si preoccupa di persone così sfortunate nella vita costrette a vivere per strada in modo assurdo? A nessuno importa dato che spiagge, ristoranti, alberghi sono al completo. E poi parlano della povertà. La povertà è il povero uomo che non sa come andare avanti. Vergogna, vergogna e vergogna.

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