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martedì, Aprile 16, 2024

CONTRO. Il comune unico non può essere la scusa in zona rossa

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Maria Grazia Di Scala | Ci risiamo. E stavolta non si può nemmeno fare visita ai famosi congiunti.

La prima questione da sfatare è relativa, per quanto riguarda la nostra isola esacomunale, all’inneggiare al comune unico che da tanti, ora e solo ora, sento invocare.

Non possiamo uscire di casa se non per le esigenze di lavoro o salute e acquisto beni prima necessità. Quindi che senso ha chiedere deroghe per gli spostamenti infracomunali sull’isola? Se da Barano devo andare a comprare un prodotto di prima necessità che si vende solo a Forio ci posso andare. Altrimenti no. È semplice. L’ennesimo DPCM, l’ultimo che divide l’Italia in zone diversamente colorate, è chiaro, e online si trovano le risposte alle FAQ già affrontate. Ad esso rimanda l’ordinanza del Ministero della Salute firmata ieri, che ci riguarda da vicino, e non vi sono scappatoie per i furbetti. È un lockdown e basta. Non si esce se non per le cose serie. E fino a che non lo capiremo TUTTI il virus non sarà debellato. Questa volta, tardivamente a mio avviso, il governo è stato chiaro. Lo è il DPCM che ha le maglie strette a differenza dei primi provvedimenti di marzo. A mio parere, visto l’andazzo, ce ne usciamo solo con una chiusura generalizzata, lo stillicidio dei colori regione per regione non lo ritengo misura idonea. La regione gialla, per le attività commerciali, era solo un’agonia sospesa nell’attesa del provvedimento finale che poi è arrivato.  Ora l’indice di contagiosità sta lentamente calando, ma questo solo dopo i primi lockdown, e ancora mi chiedo perché. Perché il governo non ha fatto tesoro di quanto accaduto nei mesi scorsi. Perché non ha fatto ricorso al MES per il potenziamento delle strutture sanitarie e per l’incremento del personale. Perché ancora indugia ed ha tentato di riprendersi il consenso perso con la mancata corresponsione della cassa integrazione buttando soldi per bonus monopattini e bonus vacanza. Ieri De Luca ha sclerato, con atteggiamento chiaramente contraddittorio con quanto da lui stesso invocato il 23 ottobre, quando durante la diretta settimanale mostrò la radiografia dei polmoni di un povero contagiato chiedendo il lockdown davanti alle carenze del sistema sanitario campano. Anche il suo sfogo di venerdì è stato tardivo. Perché ben sapeva di non aver provveduto al potenziamento dei servizi di trasporto, al potenziamento del servizio sanitario campano, di aver consentito troppi assembramenti in vista delle elezioni regionali di settembre: tutto prevedibile ma nascosto sotto il tappeto, sperando nell’ennesimo colpo di fortuna che però non è arrivato.

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