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venerdì, Aprile 19, 2024

Cittadini stufi dei giochetti politici di Giacomo Pascale: “l’economia langue, ora basta”

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Ida Trofa | La pandemia e la vita, l’economia e lo sviluppo. Il porto turistico fermo e il commercio che langue. Il lungo sfogo social fatto di uno dei più accorsati e storici esercenti di Corso Angelo Rizzoli mette a nudo le amarezze e le attese di un’intera comunità piegata dall’emergenza sanitaria e dalla pressoché totale assenza di programmazione politica. Dopo lo sfogo e le dichiarazioni diffuse, Giacomo Pascale è costretto a prendere contezza del dramma e convoca le imprese in municipio. Servirà? Forse siamo dinanzi all’ennesima mossa tardiva e strumentale.

Tra le reali emergenze, la verità dei fatti e l’affare porto cose c’è di mezzo, se non il mare, uno spazio riempito dalle azioni di coloro che si rendono protagonisti, nel bene o nel male delle vicende che poi incidono pesantemente sul paese, su coloro che poi le applicano, quelle scelte. I cui effetti gli stessi soggetti, politici in gran parte, non sono in grado di prevedere e controllare. In altri termini, la vita ingloba le scelte della politica. Ciò spiega perché, spesso, le intenzioni della politica, degli amministratori sono vanificate dalla prassi. Si vuole un risultato e non lo si ottiene oppure se ne ottiene un altro diverso. L’eterogenesi dei fini è esperienza frequente nel campo della amministrazione o disamministrazione lacchese.

“A Lacco Ameno il covid, continua, anzi il “porto-covid“. Si, perché i nostri porticcioli sono ancora chiusi ,e nessuno ha saputo trovare una soluzione momentanea almeno per questa estate. Insomma per l’economia lacchese il covid continua” scrive Maurizio Tessitore palesando quella che appare una ovvia considerazione attesa l’immensa dell’estate dopo oltre un anno di sciagure ed imprese e ferme. Per il noto imprenditore l’obbiettivo doveva essere riaprire l’economia e ripartire il porto che il suo motore primario. Bisognava farlo trovando tra i tanti problemi, una soluzione di buonsenso.
“Una soluzione temporanea, attraverso una sorta di dialogo o trattativa (riferito all’attuale gestore ed al comune nel merito della lite in atto NDR). Perché l’economia del paese già è quella che è, visto il covid etc etc- conclude Tessitore dicendosi portavoce dei commercianti – oppure non e’ stato fatto niente? Una curiosità unanime, comune a molti commercianti, ed io ne sono il portavoce. Tutto qua, semplice domanda per avere una semplice risposta“.

A seguire le pubbliche esternazioni dell’esercente, qualche peones degli eletti in maggioranza, si atteggia sui social. Il sindaco Giacomo Pascale cala invece la carta istituzionale e convoca in municipio la categoria.
L’incontro tra l’amministrazione comunale e i commercianti di Lacco Ameno si terrà quest’oggi, venerdì 14 maggio, alle ore 18.00.

Ecco il testo integrale della convocazione agli esercenti commerciali e gestori di pubblici esercizi del comune di Lacco Ameno: “L’Amministrazione Comunale, in vista della ripartenza delle attività turistico-ricettiva. invita la S.V. a partecipare ad un incontro il giorno venerdì 14 maggio alle ore 18.00 presso la Sala Consiliare della Casa Comunale in Piazza Santa Restituta, nel rispetto della normativa vigente per il contenimento del contagio da Covid 19. L’occasione sarà utile anche per informare gli interessati in relazione alla situazione attuale dell’approdo turistico e alle azioni intraprese. L’appuntamento rientra nel solco della consueta iniziativa di partecipazione pubblica e del rapporto trasparente e collaborativo tra Amministrazione Comunale e settore commerciale, già avviato sin dall’insediamento. Confidando nella Vostra partecipazione, si coglie l’occasione per salutarVi“

Così convoca, cordialmente, Giacomo Pascale. Certo, piegare gli interessi del paese, ai capricci e alle bambinate di Tizio o di Caio resta gravissimo e rischia di prendere una china difficilmente risalibile. In ciò aggravando in maniera irrimediabile le condizioni di attuale crisi di una comunità che già paga i danni del sisma e la tragedia della Sars Cov 2. Senza tacere ovviamente i disastri di chi regge, o dovrebbe farlo, le sorti del paese.

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