lunedì, Novembre 10, 2025

Chiusa nel cimitero di Piedimonte: “Bisogna avere paura dei vivi”

L’incredibile disavventura di Anna Maria Agostino, rimasta intrappolata dopo la chiusura del cancello. Il custode costretto a tornare indietro per liberarla

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Una visita ai propri cari al cimitero di Piedimonte si è trasformata, per Anna Maria Agostino, in una piccola avventura degna di una sceneggiatura napoletana. Si era trattenuta qualche minuto in più per salutare i suoi defunti, ma quando ha deciso di uscire, il cancello era già stato chiuso. Il custode, Armando, aveva terminato il turno e si era allontanato, ignaro che tra i viali del camposanto ci fosse ancora una visitatrice.

A raccontare l’episodio è la stessa Agostino, con ironia, in un post condiviso sui social che ha fatto sorridere molti: “Mi sono attardata a salutare i miei trapassati (e menomale che non sono arrivata al loculo dove è François, l’ho salutato ad alta voce da lontano) e Armando aveva già chiuso ed era andato via. È dovuto tornare indietro per riaprire. Ma non mi sono preoccupata. Bisogna avere paura dei vivi…”. Una battuta che, tra l’umorismo e la saggezza popolare, ha scatenato un’ondata di commenti e di racconti analoghi.

C’è, per esempio, quello di una donna di Lacco Ameno che, qualche tempo fa, è rimasta anche lei “ospite involontaria” del cimitero comunale. “Ero andata a trovare mio nonno – ricorda – ma il cancello è stato chiuso mezz’ora prima. La campanella non funzionava, il custode se n’era già andato e io non avevo con me il cellulare, lasciato in macchina. Per fortuna sono passati due turisti inglesi che mi hanno vista dietro la cancellata: hanno avvisato i miei al bar e chiamato i vigili, che sono venuti ad aprirmi”.

Storie che fanno sorridere, ma che invitano anche a riflettere sull’organizzazione e la vigilanza nei luoghi pubblici, specie in quelli che meritano rispetto e attenzione come i cimiteri. Basterebbero semplici accorgimenti, una comunicazione più chiara degli orari, un controllo finale prima della chiusura.

E proprio mentre la protagonista di questa curiosa vicenda ripensava al suo contrattempo notturno, le tornavano in mente le parole immortali di Totò nella Livella: “Mentre fantasticavo stu pensiero, s’era già fatta quasi mezzanotte…”. Stavolta, per fortuna, non c’è stata nessuna livella, solo un sorriso e una buona dose di ironia partenopea a chiudere la serata.

  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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