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venerdì, Aprile 19, 2024

Chiesa & Massoneria, scoperto un manoscritto in Curia

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Il clamoroso rinvenimento è dovuto alla dott.ssa Lucia Annicelli, che sta preparando un saggio

La notizia, clamorosa, viene data direttamente dal sito Internet ufficiale del “Grande Oriente d’Italia”: un manoscritto settecentesco della massoneria è stato rinvenuto ad Ischia.

A scoprirlo è stata la dott.ssa Lucia Annicelli, nume tutelare della Biblioteca Antoniana di Ischia: una scoperta fortuita, ma non per questo di minor valore.

Sul sito web della più rappresentativa organizzazione massonica ufficiale italiana (forte di circa ventiduemila iscritti), appare dunque un’intervista fatta dal bibliotecario del “Grande Oriente”, Bernardino Fioravanti, a Ruggiero Di Castiglione, storico ed esperto della massoneria.

È proprio Di Castiglione a spiegare che la dott.ssa Annicelli ha scoperto il manoscritto presso l’Archivio Storico Diocesano: l’archivio della Curia Vescovile, insomma.

Una circostanza davvero particolare: è come dire che è stato trovato il diavolo nascosto in chiesa. È infatti notorio che, storicamente, massoneria e Chiesa cattolica sono sempre state in radicale disaccordo e tuttora la dottrina ufficiale, ribadita dalla Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede e verificabile sul sito web ufficiale della Santa Sede, “si conferma nella convinzione dell’inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana”.

Chissà per quali misteriose vie, dunque, un documento massonico è finito nella Curia di Ischia…

Innanzitutto bisogna precisare che il manoscritto, risalente agli anni Quaranta del 1700, si trovava tra le pieghe di una copia del “De rerum natura” di Tito Lucrezio Caro, ed era finora passato inosservato. Lo scritto contiene il rituale di iniziazione massonica per il grado più basso, quello di Apprendista; poi contiene un “catechismo”, cioè una sorta di manuale, sempre per Apprendista. C’è anche uno statuto della loggia di appartenenza ed una breve storia delle logge napoletane. Inoltre, secondo Ruggiero Di Castiglione, ad essere veramente suggestivo ed interessante è il cosiddetto “Quadro di loggia”, cioè un disegno simbolico a contenuto didattico-allegorico che viene mostrato all’apprendista per il suo ammaestramento ed utilizzato nella cerimonia di iniziazione.

Questo interessantissimo manoscritto si chiama “Codice dell’acquavitaro”: pare che un commerciante francese di tessuti ed un “acquavitaro”, cioè un commerciante o addirittura un produttore di acquavite, siano stati i fondatori della prima loggia massonica napoletana nel 1745. Mentre l’identità del commerciante di tessuti è nota (Louis Larnage di Lione), nulla si sa dell’”acquavitaro”: il quale, però, potrebbe essere l’autore dello scritto scoperto dalla Annicelli.

Comunque, un accurato studio è in corso di preparazione da parte della stessa studiosa, che dovrebbe presto dare alle stampe un saggio su tutta questa affascinante vicenda.

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