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Centrodestra e centrosinistra a confronto: la lezione di Bagnoli e dell’America’s Cup | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 17 maggio 2025



Quanto a contrapposizioni ideologiche tra centrodestra e centrosinistra, in cui il merito delle iniziative passa in secondo piano rispetto all’appartenenza politica dei singoli attori, l’esempio più emblematico per palesare certe differenze è sicuramente quello di Napoli e della sua area occidentale, Bagnoli, da anni al centro di promesse mai mantenute e piani di rilancio sistematicamente falliti. Con il governo guidato da Giorgia Meloni si è registrata finalmente un’inversione di tendenza. Nonostante Napoli sia amministrata da un sindaco espressione del centrosinistra, Gaetano Manfredi, e la Regione Campania da Vincenzo De Luca, anch’egli figura storica della stessa area politica, l’esecutivo nazionale non ha esitato nel sostenere due interventi di straordinaria importanza per lo sviluppo del territorio: l’imponente piano di rigenerazione di Bagnoli, con un finanziamento concreto e strutturato, e l’assegnazione dell’America’s Cup 2027 alla città partenopea.

La scelta del governo Meloni è stata chiara: premiare e avallare il progetto, non il colore politico. Valorizzare una visione e un potenziale, piuttosto che ostinarsi a osteggiare per principio l’avversario. È una linea che riflette una concezione matura e responsabile del ruolo dello Stato: un governo che guarda al bene comune, indipendentemente da chi ne sia temporaneamente l’interprete a livello locale. E, paradossalmente, è proprio chi governa a Roma in questo momento – un centrodestra spesso accusato di essere fazioso – a dare prova di apertura e senso istituzionale.

Il paragone con il centrosinistra, in questo senso, è impietoso. Non servono molte parole per ricordare come, in passato, governi a guida progressista abbiano sistematicamente ignorato – o peggio ancora sabotato – territori amministrati dal centrodestra. Basti pensare ai fondi bloccati o ridotti per città come Verona o Venezia, quando erano governate da giunte non allineate. O all’atteggiamento freddo, se non ostile, verso progetti infrastrutturali strategici come il ponte sullo Stretto di Messina o la Tav, spesso osteggiati per mere logiche politiche più che per ragioni tecniche. E sul piano locale, come non ricordare qui ad Ischia la querelle per l’assegnazione dei campi da tennis in località Lido, le cui proroghe ad hoc e il bando cucito addosso ai potenziali vincitori-amici puntavano solo a favorire questi ultimi ed escludere i concorrenti non appartenenti al “bottone”, provocando un altro ricorso al TAR ormai alle porte. E il Commissario Legnini, più volte rinnovato dal Governo Meloni per i suoi indiscutibili meriti in quel di Casamicciola, non è certo un uomo di centrodestra: a parti invertite, che ne sarebbe stato?

Il centrosinistra italiano ha mostrato sempre, negli anni, un approccio ideologico e talvolta vendicativo, dove l’avversario politico diventa un nemico da delegittimare, anche a costo di penalizzare intere comunità. In questa visione, il territorio è ostaggio della lotta politica, e i cittadini pagano il prezzo delle rivalità tra partiti. L’atteggiamento del governo Meloni con Napoli rappresenta invece una rottura rispetto a questa logica. Il sostegno alla città e alla sua rinascita passa attraverso un atto di fiducia nelle istituzioni locali, pur sapendo che saranno amministratori politicamente distanti a gestire i fondi e le responsabilità. È una sfida alla trasparenza e all’efficienza, ma è soprattutto un segnale di rispetto verso i cittadini, che non devono essere ostaggio delle appartenenze.

Questa impostazione, se mantenuta nel tempo, potrebbe rappresentare una vera rivoluzione nel rapporto tra governo centrale e autonomie locali. Perché è solo riconoscendo valore al merito, al di là delle bandiere, che l’Italia (così come Ischia) può davvero cambiare passo.

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