Voglio restare tutto il giorno in una vasca con l’acqua calda che mi coccola la testa. Alex Britti lo cantava qualche anno fa sul palco ischitano, e la sua voce sembra oggi una beffa amara. Perché le immagini che il Comune di Casamicciola non ha diffuso, ma che hanno fatto rapidamente il giro dell’isola, raccontano una verità che nessun comunicato può smentire: la nuova Piazza Marina si è trasformata in una gigantesca vasca, impraticabile, incapace di reggere l’urto di una pioggia intensa, figuriamoci di un evento estremo.
Quella che doveva essere la prima opera simbolo della rinascita post frana del 26 novembre è, invece, la cartolina del fallimento. Un progetto calato dall’alto, voluto da Giosi Ferrandino e finanziato dal Commissario Legnini, che mostra già tutti i suoi limiti. Una spianata senz’anima, senza memoria, senza la minima attenzione alla storia recente del territorio. Una progettazione cieca, che non impara dalle ferite ancora aperte e che non previene i rischi che più di ogni altro minacciano Casamicciola: l’acqua, le colate, l’instabilità del suolo.
La pioggia, come la folla che in quattro serate ha riempito la piazza con eventi pagati a caro prezzo dai fondi pubblici, è gratis. Ma la gestione del territorio non può esserlo. Il video della piazza trasformata in piscina è la fotografia plastica di un errore che si traduce in paura per i cittadini. Non basta chiamarla “rigenerazione urbana”, non basta dire che è un’opera nuova: resta il fatto che la prima vera realizzazione post frana non rappresenta rinascita, ma una nuova condanna.
Se è vero che il Corso di Lacco Ameno è tornato ad allagarsi nonostante i recenti interventi che avrebbero dovuto prevenire proprio questi episodi e che, invece, non riescono a risolvere il problema, se è vero che a Ischia la parte bassa di via Roma continua a trasformarsi, a ogni pioggia, nello scenario perfetto di un pericolo annunciato, non può valere la stessa valutazione per la nuova Piazza Marina di Casamicciola.
Qui non siamo di fronte a infrastrutture vecchie, progettate in altri tempi e forse inadeguate alle nuove esigenze climatiche, ma a un’opera inaugurata come simbolo della rinascita e che, alla prima vera prova, ha mostrato tutti i suoi limiti.
Se a Ischia e a Lacco Ameno, in qualche modo, possono valere gli alibi dei progetti vecchi, pensati e partoriti prima delle tragedie recenti. A Casamicciola non ci sono attenuanti, perché Piazza Marina è stata immaginata, finanziata e costruita dopo la tragedia del 26 novembre.
Doveva essere il segno del cambiamento, la prova concreta che la lezione era stata imparata. È invece l’ennesimo esempio di cattiva gestione di soldi pubblici e di cattiva visione del territorio.
La nuova piazza di Casamicciola non restituisce speranza, ma solleva rabbia. Non è un punto di incontro, ma una ferita. Non è una promessa di futuro, ma un’altra zavorra sulle spalle di una comunità che da anni chiede risposte, sicurezza e dignità. Perché davanti a quell’acqua che ristagna, il paese non vede una piazza: rivede, ancora una volta, il proprio incubo.










È oltre la mia più totale comprensione come abbiano potuto i cittadini di Casamicciola votare e volere il Ferrandino uomo di Renzi come gestore del miliardo per la ricostruzione dopo frana.
Non riesco veramente a trovare delle risposte coerenti alle mie domande.
Oltre a ferrandino, già noto nel comune di Ischia, anche legnini ha le sue colpe, e poi fatevi una domanda: perchè non va via da Ischia? Buona giornata