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venerdì, Aprile 19, 2024

Casa De Siano deve essere demolita, il muro dell’ing. De Stefano è legale

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Alle Parate di Sant’Angelo la Soprintendenza autorizza un autentico sconcio. Non è stato nemmeno consultato il Comune di Serrara Fontana per un’opera di grandi dimensioni visibile anche a distanza e che violenta il caratteristico paesaggio della zona. A conferma che l’Italia resta il Paese dei due pesi e due misure

Mentre l’isola intera in queste ore partecipa al dramma della famiglia De Siano, sperando che arrivi in extremis la sospensiva della demolizione di via Calosirto, a Sant’Angelo qualcuno costruisce col beneplacito della autorità über alles, la Soprintendenza al Paesaggio.

Nel borgo, e più precisamente sulle Parate dell’isolotto, da diversi giorni sono stati avviati lavori di costruzione di un muro di grosse dimensioni in una proprietà privata, visibile anche da grande distanza, che chiuderà l’accesso all’isolotto. L’autorizzazione all’esecuzione dell’opera è stata concessa alla Agrituristica Milanese, società riconducibile all’ingegnere Maurizio De Stefano, professionista napoletano dal brillantissimo curriculum nel settore della conservazione dei beni culturali e della realizzazione di opere pubbliche.
Da quanto si è potuto apprendere, nei giorni scorsi una forza di polizia ha effettuato una ispezione all’area di cantiere alle Parate da cui, al momento, non è scaturito alcun provvedimento.

Considerata l’autorizzazione della Soprintendenza, al Comune di Serrara Fontana l’Agrituristica Milanese ha presentato una semplice comunicazione di inizio lavori: non ha di fatto dovuto chiedere alcunché, ma solo informare che avrebbe messo mano alla realizzazione delle opere che hanno approvato a Napoli, senza interpellare nessuno qui sull’isola.
Considerata l’enciclopedica competenza di De Stefano in tema di beni culturali e architettura, pare strano inoltre che il muro in costruzione risulti sin da ora particolarmente invasivo esteticamente in un contesto pressoché bucolico, una zona dove, da chilometri di distanza, si può scorgere solo natura. Possibile che non sia palese anche ai proprietari della Agrituristica che quell’opera stoni in maniera evidente con il paesaggio?
Le domande che sorgono spontanee sulla vicenda però sono anche altre.
Quali altre opere, se ce ne sono, sono state autorizzate da Napoli alla Agrituristica Milanese? Com’è possibile che nel nostro ordinamento esista un cortocircuito così clamoroso per il quale si può bypassare la valutazione del Comune sul cui territorio si edifica un’opera edilizia delegandola ad un Ente certo specializzato, ma che non è tenuto neppure a chiedere un parere consultivo del governo locale del territorio?
Ed infine: leggiamo dal curriculum dell’ingegnere De Stefano che tra i suoi principali committenti risulta, tra i mille altri, la stessa Soprintendenza che gli ha autorizzato i lavori alle Parate.

Invece il signor De Siano non ha mai lavorato per quell’Ente: ha costruito una casa abusiva che, a breve, potrebbe essere demolita dalle ruspe di Stato in ottemperanza ad una sentenza giusta nel principio ma sbagliata ed odiosa nei tempi e nei modi di esecuzione.
A questo punto allora serve per ogni opera edilizia univocità di autorizzazione ed uniformità di giudizio, perché saremo pure l’isola degli abusivisti, ma non quella dei fessi.
Se ci abbattete le case con la pandemia, 500 morti al giorno, mentre siamo chiusi in casa senza soldi e certezze per il futuro, allora dovrete dirci cosa autorizzate a costruire sul nostro territorio e perché.

Siamo e resteremo sempre per il rispetto della legge, mai per le corsie preferenziali ed i curricula influenti.
E così il paragone diventa assurdo da accettare. La casa di De Siano non ha nessun panorama. Magari solo il cielo azzurro e il Monte Epomeo, ma non del tutto. Le Parate di Sant’Angelo, invece, sono il PAESAGGIO di un’intera isola. Di un’intera regione. Uno degli elementi caratteristici per eccellenza della nostra isola che non può essere violentato paesaggisticamente in questo modo! E’ insostenibile.
Chi deve fermare questo assurdo? Chi deve dire basta! Chi deve difendere Sant’Angelo se chi è preposto, la Soprintendenza, ha deciso che si poteva abusare? Qualcuno salvi Sant’Angelo!

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