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venerdì, Aprile 19, 2024

Carola Rackete: nient’affatto un’eroina!

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ANNA FERMO | “Sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e con il passaporto giusto. Ho potuto frequentare tre università, poi ho sentito l’obbligo morale di aiutare gli altri”. Una dichiarazione divenuta in men che non si dica, una sorta di bandiera, di slogan volto ad identificare lei: la capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete.

Un’opinione pubblica spaccata, né più né meno di quanto non lo sia il PD o i movimenti progressisti europei. Per non parlare degli stessi paesi Europei, specie quelli che contano e che con questa storia c’entrano e come: Francia e Germania, per cominciare, passando per l’Olanda.  

Visti i fatti come sono andati e quanto avvenuto anche nella giornata di ieri, che non si parli di Carola come di un’eroina! Non lo è, niente affatto!

“Non è stata un’azione necessitata. Non c’era uno stato di necessità poiché la Sea Watch attraccata alla fonda aveva ricevuto, nei giorni precedenti, assistenza medica ed era in continuo contatto con le autorità militari per ogni tipo di assistenza, per cui, per il divieto imposto dalla Guardia di finanza di attraccare, non si versava in stato di necessità”. Ecco: per il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, come ha detto Salvini, “la fuorilegge tedesca merita il carcere”. D’altro canto, è stato anche confermato che “è stato volontario l’impatto della nave Sea Watch con la vedetta della Gdf”. Ne è a tal punto convinta la Procura di Agrigento che ha chiesto dunque la convalida dell’arresto della Capitana Rackete, si, di questa giovane comandante della nave, messa agli arresti tre giorni fa dopo aver disatteso proprio i comandi della Guardia di Finanza che poi ha speronato. “È stata valutata negativamente, in maniera volontaria, la manovra effettuata con i motori laterali della Sea Watch che ha prodotto lo schiacciamento della motovedetta della Guardia di finanza verso la banchina. Questo atto è stato ritenuto, da noi, fatto con coscienza e volontà”.

C’è ben poco da interpretare. Visti i fatti, la Procura di Agrigento ha chiesto la convalida dell’arresto della giovane ed il contestuale divieto di dimora nell’Agrigentino per i reati 1100 del codice della navigazione, cioè resistenza a nave da guerra, e l’articolo 337 del codice penale, cioè resistenza a pubblico ufficiale. La gip deciderà oggi sulla convalida. 

“Dalla giustizia mi aspetto pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani e ha ignorato ripetutamente le nostre leggi. Dagli altri Paesi europei, Germania e Francia in primis, mi aspetto silenzio e rispetto. In ogni caso, siamo comunque pronti ad espellere la ricca fuorilegge tedesca”. Così si è espresso il ministro degli Interni Matteo Salvini, pochi minuti dopo la fine dell’interrogatorio di Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3, che è stata sentita nel pomeriggio di ieri dal gip al palazzo di giustizia di Agrigento, stante la richiesta del procuratore, di convalida del provvedimento, con l’accusa di “violenza e disobbedienza a nave da guerra”, oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (per questo reato si procederà separatamente, l’interrogatorio è già fissato per il 9 luglio).

Mentre la giustizia italiana fa il suo corso, in questa ennesima storia di un braccio di ferro tra una nave ong ed il nostro Ministero degli Interni, questa stessa storia non ha mancato di registrare critiche e commenti assurdi ed offensivi. Se l’Olanda, dopo una breve attesa, alla fine ha riconosciuto l’errore della Capitana, “che poteva chiedere aiuto in porti assai più vicini come la Tunisia”, l’entrata a gamba tesa della Bild, testata giornalistica tedesca,  in effetti dà prova di quanto l’Italia continui ad essere presa in giro, beffeggiata, oltre che offesa da una Germania che trova appoggio non solo in Francia, ma anche nella stessa Italia.

La Bild, che trae spunto da Saviano quanto da Repubblica oltre che dalla stampa amica di Macron, vista la ghiotta occasione, solo qualche giorno fa, non ha perso affatto tempo e, pur di attaccare il nostro governo, ha cavalcato la Sea Watch ed è finita per insultare tutti noi gli italiani. Altro che Salvini ed i suoi modi burberi, qui i barbari ci chiamano plebei! Ci ha difiniti proprio così la Bild: “Pöbel”. Che significa, grosso modo, plebe, pleabaglia, marmaglia. E non si è limitata a questo. Nell’articolo incriminato, ha anche difeso a spada tratta l’ong, che da anni ci scarica immigrati clandestini sulle nostre coste, e duqnue la capitana Carola Rackete che ha forzato il blocco del Viminale entrando illegalmente nelle acque territoriali italiane e facendo carta straccia delle nostre leggi. Qui ci vuole un plauso!

Chiarimo bene i fatti, la Sea Watch è un’organizzazione non governativa tedesca con sede a Berlino e ad Amburgo. La stessa comandante è tedesca. Ebbene, se la cancelliera Angela Merkel si è guardata bene dall’intervenire in questo durissimo attacco al nostro Paese mentre il ministro dell’Interno Horst Seehofer è intervenuto, ma solo per mettere a tacere quei sindaci progressisti che si erano offerti di ospitare i 43 immigrati clandestini caricati a bordo della nave guidata dalla Rackete, tuttavia, nessuno e dico nessuno, ha proferito anche una sola parola per condannare la forzatura del blocco, né un solo minuto è stato speso, a livello europeo, per cercare di risolvere la situazione. Cosa poi ancor peggiore, il fatto che nessuno di questi si sia indignato dinanzi alle offese gratuite della Bild!

Tutt’altro, mentre lo stallo in mare continuava, ci siamo trovati a doverci sorbire le invettive di un articolo come questo: Pöbel-Attacke gegen deutsche Kapitänin (L’attacco della plebaglia alla capitana tedesca).  Il  quotidiano se la prende con Salvini, accusandolo di stare tanto sui social e di lavorare poco e poi di attaccare i migranti per ottenere il consenso degli italiani, plebaglia, ma dei reati commessi dal capitano della Sea Watch 3 non se ne intravede neanche la benché minima ombra.  Piuttosto, c’è la bandiera della loro eroina: “Sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto, ho sentito l’obbligo morale di aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità”.

Lei, bianca, tedesca e ricca, noi “Pöbel”, etichettati con un termine a dir poco dispregiativo che dovrebbe indignare anche quei progressisti italiani di sinistra che in questi giorni si sono schierati al fianco della capitana bianca, tedesca e ricca. Chi ci vede come della “plebaglia”, non si accorge che paesi come appunto la Germania e la Francia, ancora una volta ci stanno scaricando addosso un’emergenza tutta europea e lo stanno facendo infrangendo un’infinità di leggi (italiane ed internazionali).

Osannata dai centri sociali, paladina dalla sinistra, indagata dalla magistratura e nemica dichiarata delle convenzioni, Carola Rackete, la donna che ha mandato in porto Sea-Watch3 a Lampedusa, forzando il blocco fino a speronare l’imbarcazione dei finanzieri, non è un’ eroina. E’ solo una ragazzetta dai capelli rasta, ancora alla ricerca di una sua identità ed accettazione, una ragazzetta, ripetiamo, oggi agli arresti domiciliari, che rischia una pena da 3 a 10 anni,  indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per rifiuto di obbedienza a nave militare, che ha violato l’articolo 1099 del codice della navigazione, che deve rispondere anche di tentato naufragio. 

No, non ha nulla per cui essere osannata ed idolatrata. Salvare vite umane è ben altra cosa!  

10 COMMENTS

  1. Gentile Signora Fermo, non volendo entrare in polemica su cosa dovrebbe succedere giuridicamente a questa ragazza, vi sono persone più qualificate di me che sono preposte a questa funzione, sarebbe dovere di ognuno di noi fare un po’ di ricerca piuttosto che formare una opinione su quello che ci viene propinato, non importi se venga da un lato o da un altro, soprattutto se si prende la briga di fare un lavoro giornalistico . Definire questa persona una “…ragazzetta dai capelli rasta, ancora alla ricerca di una sua identità ed accettazione…” non Le fa onore e non rende merito alla Sua opinione, che si dimostra totalmente plagiata dalla visione di una certa parte politica. Io non so se questa ragazza sia un eroina o meno, ma definire ragazzetta in cerca d’identità una persona che ha una laurea in scienze marittime e in ecologia, ha esperienza come ufficiale di nave in ricerche ai poli, si è dedicata a temi ecologici in Russia, ha collaborato con Greenpeace ed altre associazioni ambientaliste per poi dedicarsi a cause umanitarie implica che Lei non ha neanche speso cinque minuti ad informarsi su chi sia la persona della quale lei sta dando una opinione così negativa.

  2. Chi sa cosa accadrebbe ad un plebeo come me, maschio, non più giovane, nato in un paese immiserito dalle lobby franco-tedesche-olandesi, senza titoli di studi universitari, privo di potenti coperture Onlus… se un giorno di giugno, circolando su una bicicletta sgangherata, sudatissimo e stremato dal precedente percorso in salita, non si fermasse a ripetuti ALT della GdF e, stremato andasse ad impattare contro la loro auto piazzata al centro della carreggiata procurando lo sbandamento dei suoi componenti?

  3. Signorina Fermo pessimo e pieno di confusione il suo articolo con interpretazioni e generalizzazioni, forse scritto sotto effetto di aria condizionata sotto i 22 gradi. Per fortuna esistono donne come Carola.

  4. Basandosi sulla “Bild” tutto l’articolo/commento perde di valore. Questo “giornale” è quanto di meno serio ci sia in Germania. C’era uno slogan tanti anni fa che diceva “Bild c’era e ha parlato con i morti”. E su quel livello è rimasto. Per cortesia, se proprio dovete citare fonti tedesche… tutte ma non questa. Grazie.

  5. Mi chiedo quali qualifiche lei abbia per poter giudicare? forse solo una scelta di orientamento poitico, ma sicuramte non rispetto delle persone, ne per chi le salva , ne per quelle che annegano.

  6. In qualunque modo si parli, il mondo si fonda sul business. Se non ci siamo noi plebei i ricchi non fanno più soldi.

  7. Creare un mito su una persona che ha violato una legge italiana credo sia la cosa più insulsa da farsi. Chi sia o non sia conta poco o nulla. Classificarla come “Eroina” ancora più disdicevole in quanto generalmente la definizione viene attribuita a persone che hanno fatto atti di estrema pericolosità rischiando (e a volta perdendo) la vita.

  8. Il 4 luglio il GIP di Agrigento, cioè un giudice e non un procuratore della Repubblica che, nel nostro diritto, rappresenta l’accusa, ha smontato i motivi dell’arresto. Una cosa mi ha colpito: la GdF non sà nemmeno che le sue unità, nella condizione in cui si trovavano a Lampedusa, non sono classificabili come “Nave da guerra”. Di cosa parliamo? Attenti a non assecondare il Potere costituito, anche legittimamente, solo per motivi di opportunità politica. I cittadini sono tutelati solo dalle Leggi! Peraltro i dubbi di costituzionalità sul Decreto Salvini sono tanti e la Consulta ancora non ha avuto modo di pronunciarsi.

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