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venerdì, Aprile 19, 2024

Caro Giancarlo…

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Editoriale di Gaetano Di Meglio

Giancarlo Carriero, ieri, ha dimostrato di essere, soprattutto, un bravo comunicatore. Uno che sa usare i social e che, forte della buona reputation (anche grazie al ruolo di committente, reale o potenziale), cambia le carte in tavola e rilancia.
«Oggi primo pranzo servito sulla nuova terrazza “Dolce Vita” del Regina Isabella, così come realizzata a seguito della demolizione degli abusi realizzati nel ’93». Inizia così il post del patron del Regina Isabella che fa incetta di “mi piace” e di commenti che lo promuovono in pieno.
«Il gradimento da parte del pubblico del nuovo spazio è enorme! Non c’è una sola persona che non abbia apprezzato l’idea di pranzare e cenare all’aperto, in riva al mare. Il tutto in un’atmosfera moderna ed attuale che ad un albergo classico come il nostro giova moltissimo». Carriero, nonostante sia il primo pranzo, già è certo che sono tutti d’accordo. Il messaggio passa e viene veicolato, in maniera perfetta.
«Vogliamo condividere con voi una morale. Con le tecnologie ed i materiali che oggi offre il mercato, si possono realizzare spazi rispettosi dell’ambiente, autorizzabili dalle autorità preposte che pur non perdendo la loro utilità sono esteticamente molto più belli degli abusi in cemento / mattoni / ferro / tegoloni coibentati che hanno creato tanti esempi di pessima architettura nella nostra isola. Perché, in fondo, non è la bellezza dei nostri luoghi ciò che principalmente vendiamo? E se noi, con la nostra architettura riduciamo la bellezza dei luoghi, non facciamo un clamoroso autogol? Scusate la banalità della riflessione…»
Ecco, caro Carriero, la morale te la potevi tenere per te. La conservavi come un premio sotto la tenda bianca che affaccia sul mare di Lacco Ameno ed eravamo tutti felici.
Partiamo da un fatto, ormai, acclarato. Il “Regina Isabella”, stando alla morale di Carriero, ha sottratto bellezza al panorama di Lacco Ameno dal 1993 al 2015. 22 in cui, la sala dove ho celebrato il mio matrimonio 10 anni fa, ha rappresentato un autogol. Ora sono pronto alla condanna per lesa maestà, ad essere chiamato, un’altra volta, capra, ma mi chiedo se i giudici non avessero costretto Giancarlo Carriero alla demolizione di un abuso edilizio perpretato nel lontano 1993, lo stesso Carriero avrebbe demolito la bruttura precedente?
Se i giudici non avessero imposto la demolizione, oggi avremmo la bella terrazza “Dolce Vita”? E, ancora, senza il rigore di quei giudici, avremmo avuto l’occasione di riflettere sulla morale di Carriero?
200 mi piace, un sacco di condivisioni e tanti commenti “W Carriero” e la consapevolezza che un bell’abuso resta un abuso. E’ vero, oggi l’abuso del Regina Isabella è stato rimosso. Oggi abbiamo una bella struttura moderna, compatibile e rispettosa dell’ambiente e per questo ringraziamo i giudici che hanno imposto una demolizione.
Tra i mi piace, troverete anche quello della modesta “capra” che scrive. Ho messo mi piace perché ho apprezzato la manovra comunicativa. La mossa di inserire quel pizzico di demagogico, quel “quanto basta” di argomenti condivisibili è servito a nascondere il “pristino” dello stato dei luoghi e la “colpa” di aver dovuto demolire un abuso. Magari un bell’abuso, ma un abuso.

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