Dionigi Gaudioso non ci sta. Dopo la sentenza del Tar che ha pesantemente bacchettato il Comune di Barano per le spese di difesa non pagate all’avv. Carmine Bernardo, ha deciso di proporre appello al Consiglio di Stato.
La “sostanza” del contenzioso si era in realtà risolta con il pignoramento da parte del legale dei crediti vantati dopo che l’Ente aveva parzialmente consegnato le “carte”.
Il giudizio innanzi alla giustizia amministrativa apertosi dopo che il Comune non aveva versato le spese al legale della controparte a seguito di sentenze che lo avevano visto soccombente, verte sul rifiuto di consegnare l’elenco completo dei mandati di pagamento. Bernardo, difeso dal figlio Raffale, aveva adito il Tar appunto per l’annullamento del diniego tacito del Comune «formatosi sull’istanza di accesso agli atti inviata a mezzo pec in data 25/03/2024 concernente la richiesta di visione ed estrazione delle copie dei mandati di pagamento emessi dal Comune di Barano d’Ischia dal 01/01/2024 alla data di accesso nonché per l’accertamento e la declaratoria del diritto di accesso, di visione e di estrarre copia integrale di tutti gli atti relativi al detto procedimento e l’emanazione dell’ordine di esibizione dei documenti ex art. 116 comma 4, C.P.A».
Il Tar ha accolto il ricorso evidenziando che «la domanda di accesso si fonda sulla circostanza che il ricorrente è creditore del Comune di Barano d’Ischia della complessiva somma di euro 21.103,84 come da atto di precetto notificato in data 25/03/2024 emesso in forza della sentenza della Corte di Appello di Napoli del 2023, e dunque ha necessità di verificare che il Comune abbia rispettato l’ordine cronologico nei pagamenti da parte del comune stesso ai fini del beneficio di cui all’art. 159 TUEL. Il Comune ha depositato in giudizio un elenco di mandati di pagamento emessi. Il ricorrente ha dichiarato che tale deposito non soddisfa il suo interesse».
Tesi accolta dai giudici: «La richiesta del ricorrente, infatti, era di poter visionare ed estrarre copia dei mandati di pagamento al fine di accertare in quale ordine il Comune adempiesse ai suoi obblighi. Tale interesse non è soddisfatto dalla visione del depositato elenco di mandati rendendosi necessario per l’interessato avere conoscenza di tutti gli elementi rilevanti, tra i quali gli estremi di protocollo delle fatture ricevute. Va dunque ordinato al Comune di Barano d’Ischia di consentire l’accesso alla documentazione richiesta dal ricorrente, secondo le modalità sopra esposte, entro trenta giorni dalla comunicazione della presente sentenza».
A “corollario”, il Comune di Barano è stato condannato a pagare oltre 1.000 euro di spese di giudizio.
Adesso la Giunta ha deciso di appellare la sentenza «al fine di tutelare le ragioni dell’Ente». L’incarico legale per cercare di ribaltare la “mazzata” inferta dal Tar è stato affidato all’avv. Alessandro Barbieri. In primo grado invece il Comune, forse sicuro di aver “risolto” la questione, non si era nemmeno costituito in giudizio. Adesso Dionigi corre ai ripari.