Il Real Forio arriva alla sfida di oggi contro il Pomigliano con il morale alto dopo il 2-0 al “Calise” sulla Boys Caivanese. Per Carlo Sanchez non è un appuntamento qualunque, vista la valenza personale del “suo” Pomigliano. Prima però del sentimento c’è l’analisi: a mente fredda il tecnico biancoverde rilegge l’ultima prestazione, chiarisce la gestione del gruppo dopo l’episodio della sostituzione “pepata” finita con una pizza in spogliatoio, e guarda alla gara di Pomigliano, tradizionalmente intensa, indicando punti di forza, criticità e principi di gioco.
Con mister Sanchez per un impegno che, per lei e per la sua famiglia, ha un significato particolare: il “suo” Pomigliano. Prima di entrare nel merito della prossima gara, proviamo a riannodare il discorso sull’ultima prestazione, una vittoria netta e convincente al “Calise”. A sangue freddo, quali valutazioni ha fatto su ciò che il Real Forio ha prodotto, su come lo ha fatto e su che cosa resta, al di là del risultato?
«Buon pomeriggio a tutti. Sabato scorso è stata una delle partite più belle dell’anno. Abbiamo approcciato la gara nel migliore dei modi e meritato la vittoria. Al di là del risultato, si è vista una grande quantità e qualità di gioco da parte dei miei ragazzi, e questo mi rende orgoglioso.»
Restando a sabato: oltre alla prestazione collettiva, c’è da dire che il 2-0 forse vi sta stretto se pensiamo a quanto avete creato, alla gestione della ripresa e anche alle scelte dell’ultimo quarto d’ora, con l’ingresso di Castagna che confermava la volontà di chiuderla senza accontentarsi. Le sue valutazioni su questo aspetto: margine non concretizzato, letture in corsa, contributo dei cambi. Condivide che il risultato sia stato persino “corto”?
«Sì, condivido. Dopo la seconda rete c’erano i presupposti per allargare il margine, per come stava andando la gara e per come eravamo dentro la partita. Dall’altra parte c’era però una squadra forte, ben allenata, che lotterà per i piani alti e che ha saputo tenere botta con un atteggiamento più prudente. Nella ripresa, comunque, il risultato è stato ampiamente meritato e avremmo potuto segnare ancora, vivendo un finale più tranquillo. Sono contento soprattutto per il debutto di Castagna, che finalmente è rientrato: conosce il gruppo e sappiamo tutti quanto sia importante per la nostra squadra. Prima ancora dei singoli, mi interessa l’approccio che abbiamo avuto alla gara.»
Sul piano mentale e agonistico: approccio, intensità, fame. C’è un tratto che la rende ancora più soddisfatto degli altri, oltre all’umiltà con cui vi siete presentati alla partita e alla capacità di restare dentro il piano gara quando contava?
«La serietà dei ragazzi e la consapevolezza di essere una squadra importante, forte, da dimostrarlo con le prestazioni. In settimana lo vedo: agli allenamenti mi diverto, stanno bene, lavoriamo tanto. Ho uno staff che mette tutto a disposizione e i ragazzi questo lo sanno e lo trasmettono. L’aspetto che mi è piaciuto di più è l’esperienza che stiamo maturando vittoria dopo vittoria e la volontà di non essere mai sazi. Se vuoi abituarti a vincere, la qualità più importante è non pensare di aver fatto qualcosa finché non è finita.»
Fin dall’inizio, nell’azione del primo gol, si sono visti intensità, coraggio e soprattutto tanti movimenti coordinati: cambi di posizione degli esterni, inserimenti dei centrocampisti, ribaltamenti rapidi dell’azione da un lato all’altro. È questa l’identità che sta cercando per il suo Real Forio, un “caos organizzato” fatto di occupazione degli spazi e letture situazionali più che di ruoli rigidi?
«Intensità e voglia, certo, ma soprattutto movimento. Il primo gol nasce con una transizione da un lato all’altro in pochissimi secondi, con gli inserimenti dei centrocampisti e gli esterni che si scambiano posizione. Il calcio oggi è riempimento di spazi, occupazione di zone, non più ruoli bloccati. È un gioco di movimento e di situazioni, con rotazioni continue. Però, per quanto tu possa essere preparato, senza qualità nei giocatori tutto questo non riesce. È merito loro se certe cose vengono fuori. Io ho un gruppo che, a mio avviso, in categorie superiori non sfigurerebbe affatto.»
Veniamo alla gestione del gruppo, tema su cui ci siamo spesso confrontati: possibile turnover tra gli over, scelte difficili a gara in corso, reazioni dei singoli. Nell’ultima partita c’è stata la sostituzione di Yeboah con una reazione sopra le righe, poi archiviata in spogliatoio con la famosa “pizza”. Da fuori il gesto non passa inosservato né verso l’allenatore né verso il compagno che entra. Com’è stata affrontata la situazione nel gruppo e che lezione portate a casa?
«Capita, succede di continuo. Ognuno ha la sua personalità e il suo modo di trasmettere la voglia di restare in campo. Parliamo di un ragazzo fortissimo, che tiene tantissimo al gruppo e che è venuto qui per fare bene e vincere. Reazioni un po’ scomposte possono capitare, fa parte del gioco e della testa del calciatore. Lui è intelligente, ha capito subito e infatti ha portato la famosa pizza. Non è successo nulla di straordinario, cose che in realtà succedono dappertutto, anche in settimana quando richiami qualcuno perché vuole il posto e alza i giri. Mercoledì abbiamo fatto allenamento e poi onorato la serata con le pizze. Finita lì.»
A proposito di partite “diverse”: Pomigliano è storicamente un campo complicato e negli ultimi anni gli incroci con il Real Forio hanno avuto peso specifico, dal playout di due stagioni fa alla vittoria granata che vi tolse l’imbattibilità in casa, fino al pari dell’andata l’anno scorso. Si prepara sapendo che l’intensità sarà alta a prescindere. Come state impostando la settimana e quali sono, a oggi, i tratti del Pomigliano che ritenete più determinanti da leggere e controbattere?
«Pomigliano è uno dei campi più difficili dell’Eccellenza nel nostro girone. Negli ultimi anni ci sono stati incroci pesanti: il playout, quella vittoria loro che ci tolse l’imbattibilità in casa, poi il pareggio dell’andata. Sono partite complicate contro una squadra ben allenata, in una società con continuità e una piazza vera, che in passato ha fatto categorie importanti e vuole tornare nel calcio che conta. Hanno giocatori di qualità, non ne cito uno per non far torto ad altri. Sarà una gara difficile e importante, una delle tante in questo campionato. Finora abbiamo affrontato avversari forti e dobbiamo continuare così, senza guardare troppo ai trascorsi, ma pensando a ciò che conta oggi.»
Non vuole fare nomi, ma gliene facciamo uno noi, perché l’attualità lo impone: Michele Longo, ex Ischia e Real Forio, reduce da una doppietta. Avete studiato accorgimenti specifici per lui?
«Michele è fortissimo, forse a tratti nemmeno lui conosce del tutto le sue potenzialità. Potrebbe ambire a qualcosa oltre l’Eccellenza. È completo: lega il gioco, attacca la profondità, fa gol. Va attenzionato, ma non ci si può fissare su uno solo. Hanno anche Cardone, Tommasino, Alfano, Galan, Visino e Martinelli, che qui conoscete. E hanno un allenatore competente, ben conosciuto anche da queste parti. Servono umiltà e attenzione sull’insieme. Detto questo, come ripeto sempre, anche loro dovranno preoccuparsi dei miei: qui c’è una signora squadra, forte e consapevole, con l’obiettivo dichiarato di fare meglio dell’anno scorso e giocarsela alla pari con tutti, valorizzando i pregi e limando i difetti, senza essere mai sazi.»
Capitolo scelte offensive: con il recupero di Castagna, dobbiamo aspettarci qualche cambiamento lì davanti, oppure la gestione dei minutaggi verrà calibrata in base al ciclo che vi aspetta tra Coppa e campionato?
«Deciderò dopo la rifinitura. Abbiamo tre partite in sette giorni tra Coppa Italia e campionato, quindi sarà naturale distribuire minutaggi e mandare segnali a qualcuno. Non è turnover per principio: è una questione di condizione. In ogni gara devo mettere in campo chi è al cento per cento.»
Condizione e gestione fisica: sabato ha sostituito Santiago all’intervallo. Da fuori poteva sembrare una scelta di gestione con risultato in controllo. È stato un atto di prudenza per preservarlo in vista di questa settimana fitta? E qual è, più in generale, il quadro dell’infermeria alla vigilia?
«Sì, aveva un leggero fastidio già in partenza, quindi sarebbe stata una forzatura tenerlo. Ha fatto il suo, più che bene, ma non ho voluto rischiare. Abbiamo tante alternative di qualità e l’obiettivo era recuperarlo al meglio per questa settimana. Per la partita di oggi abbiamo tutti a disposizione, tranne Simone D’Alessandro, che resterà fermo una ventina di giorni per un problema al piede. Per il resto il gruppo è recuperato, con alcuni rientri importanti in allenamento.»








