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martedì, Marzo 19, 2024

Carlo e Aurelio per me pari sono | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 18 febbraio 2020

Non voglio parlare della mia esperienza in azzurro. La decisione è stata presa in accordo ed è stata quella giusta. Vado meglio io e va meglio il Napoli”. E’ questa la summa della dichiarazione di Carlo Ancelotti nel corso di un’intervista Rai a Radio Anch’io Sport. In altre parole, se da una parte l’ex tecnico del Napoli ammette che i risultati della sua gestione non siano stati confacenti con il rango della squadra a disposizione, dall’altra conferma ogni legittimo sospetto sul fatto che il suo non sia stato un semplice esonero, ma un’operazione ben studiata a tavolino.

Parliamoci chiaro! Un contratto da cinquanta milioni di sterline non si chiude in poco più di undici giorni. E agli occhi di un tifoso non abbastanza accecato dalla passione da ottenebrare del tutto la propria materia grigia, il pensiero di Ancelotti suona quasi come la conferma che la sua quasi indifferenza rispetto ad una squadra che non girava e continuava a non giocare, rimasta priva di un suo contributo tecnico-tattico risolutivo, aveva radici ben più lontane e obiettivi impensabili per chi aveva considerato il tecnico emiliano come la concreta speranza di stimolare la società a predisporsi nel modo migliore, nel dopo-Sarri, a vincere finalmente qualcosa.

Non credo ci sia ancora qualcuno disposto a credere che i disastri di questo inaspettato distruttore di un giocattolo calcistico quasi perfetto siano da attribuire al caso o alla sfortuna. Così come non è casuale l’arrivo di Gattuso come sostituto di Ancelotti. Allo stesso modo in cui l’eventuale quanto probabile avallo da parte di De Laurentiis di certe scelte dentro e fuori dal campo legate e mirate al “cambio in corsa” verso l’Everton vada condannato esattamente con la stessa veemenza.

Tuttavia, mentre dal Presidente del Napoli non mi sarei aspettato nulla di più di quanto visto finora e che, mi auguravo, potesse essere migliorato dall’arrivo dell’allenatore più titolato al mondo, la delusione umana e professionale scaturita da quest’ultimo ancora non riesco a digerirla.

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