fbpx
venerdì, Aprile 19, 2024

Caremar, il caso del lavoratore licenziato: “Fuori dopo 29 anni, una vergogna”

Gli ultimi articoli

Nel lungo inverno terribile della Caremar, l’ultimo caso riguarda un lavoratore licenziato dopo 29 anni di onorata carriera. Una vicenda raccontata dal diretto interessato con una lettera resa pubblica dall’Autmare di Nicola Lamonica. E che certo terrà banco per le prossime settimane, mentre ancora non si spengono gli echi per gli scioperi e per le fratture tra aziende e sindacati per via della nuova, contestata turnistica. Sono tormentati, dunque, i primi mesi della gestione privata – di Snav e Rifim – dell’ormai ex compagnia marittima regionale. “ i presento, sono un marittimo Caremar, o forse è meglio dire ex dipendente Caremar.  – si legge nella missiva del dipendente, firmata con nome e cognome che in questa sede omettiamo – Sì ex dipendente, perché dopo la scellerata privatizzazione mi ritrovo in mezzo a una strada dopo aver prestato il mio servizio lavorativo per ben 29 anni.

Per sentenza di un giudice nel 1999, dopo che stavo già lavorando in Caremar dal 1986, vengo assunto definitivamente a tempo indeterminato. Ma oggi  venendo meno a quella sentenza, il padrone decide unilateralmente di sbarcarmi per avvicendamento e quindi di licenziarmi senza giustificato motivo.

Però mi dicono che se volessi un’opportunità ci sarebbe, quella di iscrivermi al collocamento della gente di mare nelle liste del turno particolare della società, tornando indietro di ben 25 anni, perché la mia prima iscrizione nei turni particolari caremar risale al 1990, proveniente dal turno generale.

Io come altri colleghi facciamo parte di un gruppo di esuberi che questa nuova gestione ha creato, non vengo nei particolari della privatizzazione, nei soldi che percepiscono questi signori dalla regione per garantire un servizio di continuità territoriale con isole e per mantenere i livelli occupazionali così come ci sarebbe dovuto star scritto sul contratto di servizio espletato con la regione.

In una regione già così martoriata come la Campania, – prosegue la missiva – questi signori si permettono il lusso di poter licenziare padri di famiglia senza il rispetto di nessuna regola.

Sono sicuro che queste poche righe, sperando che siano pubblicate, ricadranno ancora di più sulla mia persona, perché oggi si va avanti con minacce e soprusi, come è un sopruso la nuova turnistica applicata agli equipaggi delle navi e degli aliscafi, che vanno a ricadere oltre che sulla qualità di vita del personale imbarcato, anche sui livelli occupazionali e sulla sicurezza alla navigazione.

Ci troviamo alle porte del Santo Natale e lascio immaginare chi legge che Natale sarà quello delle nostre famiglie, proprio per questo trascorreremo la giornata del 24, vigilia di natale, sui portelloni delle navi, bloccando le partenze e gli arrivi, anche a rischio di farci arrestare….

Ci scusiamo con l’utenza e i cittadini tutti, ma spero capirete che in gioco c’è il nostro e il vostro futuro». Quindi, la firma: «Un marittimo esasperato».
E alla lunga lettera, Nicola Lamonica, in qualità di presidente Autmare, aggiunge una nota personale: «Il fatto che ci racconta il lavoratore, a cui va tutta la mia personale stima e solidarietà, non va sottaciuto poiché esso ci rappresenta una situazione agghiacciante che, oltre ad  incedere al negativo sulla vita di una persona e di una famiglia ,esprime anche un segnale di allarme sociale molto forte in riferimento al modello culturale statale che avanza.

Non c’è dubbio – spiega Lamonica -sulla responsabilità dell’Azienda, ma questo aspetto ce lo chiarirà il Giudice a cui i lavoratori giustamente ricorreranno per difendere i loro diritti; ma è giusto qui far emergere con forza  che l’atto di licenziamento è insito nella politica settoriale applicata dalla Regione che nella privatizzazione riassume in sintesi istituzionale una intesa tra governi e relative forze politiche di colore opposti: una politica disumanizzate e sostanzialmente rivolta al profitti ai danni del diritto, tra i quali quella del lavoro.

Vincenzo De Luca, nuovo Governatore della Campania, con grande superficialità ( ed il perchè è tutto da scoprire! ) ha dato mano libera ai privati – prosegue Lamonica – con un Contratto di Servizio che nulla esprime in termini di tutela nei confronti di tanti marittimi che vengono colpiti dalla mannaia aziendale nonostante abbiano nulla da rimproverarsi ed abbiano da tempo lavorato con fedeltà e con professionalità nella Caremar statale prima, regionale poi.
Ma la responsabilità non è soltanto Sua ma dell’intero Consiglio regionale che nulla fa per intervenire sulla problematica sia per valutare  le politiche sinora espresse dai Governi regionali, sia per definire gli indirizzi immediati da prendere per arginare il momento, che per quanto riguarda l’Autmare sono nell’annullamento di tutti gli atti finora fatti dalla Regione per la privatizzazione anche al fine dell’autotutela dell’Ente e nella difesa dei lavoratori con un ordine del giorno che sconfessi iniziative azzardate e non previste  che tendono a privare i lavoratori marittimi del loro diritto, anche con impegno futuro ad adiuvandum di ciascun lavoratore in  sede giudiziaria».

6 COMMENTS

  1. La Monaca vive in un mondo tutto suo. Dimentica che per anni la Caremar è stata fatta scempio dall’interno e dall’esterno. Milioni di euro di finanziamento e debiti da capogiro frutto di gestioni politiche che puntavano solo al consenso. Dipendenti assunti non per capacità ma per clientela, carriera automatica, furti di carburante sottaciuti e navi a mezza forza per consumare meno e recuperare il mal tolto, biglietti solo agli sconosciuti. Più volte sorpresi e coperti. Ora c’è finalmente un privato che ha interesse a controllare e a scegliere il personale in base al proprio interesse. Le compagnie ci sono se non c’è posto in caremar il mercato è libero…. tanti mortali il posto statale non hanno “potuto” averlo e lavorano con i privati da anni….e l’autmare non si è mai scandalizzata degli orari!

    • E’una mezza verità quella che tu dici. Quella società è stata da sempre un “carrettone” che serviva a molti politici e non per fare tanti piaceri. Non credere però che nel privato non succedesse lo stesso e accade tutt’ora. Quando un politico o un uomo dello stato chiede un piacere a una compagnia, egli deve sempre ricambiare. Ha funzionato sempre così per privati e non. Il prof. Lamonica è stato al mio fianco (come pochi) quando ho perso il lavoro dopo 26 anni in una società di navigazione privata, insieme ad altri colleghi, solo per aver chiesto maggiore rispetto delle regole e sicurezza. Tutto questo è accaduto ben 8 anni fa… E’ triste leggere queste storie per me, è come riaprire una ferita mai risanata. Tornare a casa e guardare negli occhi i propri cari e dire loro che l’azienda per cui tu hai lavorato per tanti anni ti ha preso e buttato via come una cosa inutile è angosciante. Oggi è toccato a “Tizio” o a “Caio”..in un mondo nel quale siamo tutti precari,(anche per la nostra codardia) domani potrebbe toccare anche a te!

  2. chi deve controllare il rispetto delle regole? Mica vale solo per la caremar? Tutti gli altri lavoratori sono figli di nessuno?

    • Mi domando chi dovrebbe scandalizzarsi se il lavoratore del privato non ha mai esternato il proprio disagio! Se ci sono cose che non vanno col vostro armatore privato, denunciate come fanno loro! Vedrete che Lamonica sarà anche con voi.

  3. la questione caremar, caro francesco, io la vivo diversamente da te poiché non mi lascio distrarre e condizionare da affermazioni che spesso sono solo dei luoghi comuni; ciò non toglie che se sei a conoscenza di fatti delittuosi tu non debba, superata la pigrizia, portati dai CC. Ciò posto apriamo un confronto serio tra noi!
    Per me il problema è un altro, è quello di conquistare il diritto alla continuità territoriale e pertanto alla mobilità marittima senza doverlo condizionare al profitto di qualcuno e senza che esso si realizzi a discapito dei diritti dei lavoratori. Naturalmente ciò non toglie la possibilità dell’iniziativa privata ad integrazione e se non è invadente. Ma la realtà che è venuta a determinarsi oggi nel golfo di napoli a seguito della privatizzazione di caremar – sulla cui gestione fallimentare spero che un giorno si faccia piena chiarezza – è di monopolio commerciale ( tutto in mano a pochi armatori, al cartello denunciato anche dal Garante) e ciò in contrapposizione alla situazione precedente che dava delle certezze e consentiva un minimo di mercato.Non pensi che sia il caso di rompere questa situazione garantendoci i servizi minimi con la Caremar pubblica,naturalmente con una diversa gestione e con controlli rigorosi? Non pensi che sia il caso di assicurare un pendolarismo su Pozzuoli riducendo notevolmente i tempi di percorrenza con l’uso degli aliscafi? Non pensi sia meglio passare alle gare per assegnare i servizi avendo l’accortezza di avere almeno due società in concorrenza tra loro su ogni tratta? Non pensi …..

  4. La gestione di una società pubblica ha mostrato i difetti di tali approcci. Il privato persegue il profitto e questo ha certamente degli svantaggi per l’utenza, basta incentivare quei servizi che il privato non avrebbe interesse e svolgere e vigilare sulle gare. Ma affidare un patrimonio pubblico come la caremar ha provocato lo sfascio della compagnia e delle navi che erano le più moderne del golfo, ma affidate sia amministrativamente che tecnicamente a incompetenti l’ha portataa sevizi scadenti e a debiti incontrollati….mentre questo accadeva, parliamo di un ventennio, nessuno si è preoccupato di difenderla, nemmeno i suoi stessi dipendenti che hanno solo tirato a campare e a sfruttare fino alla fine tutto il possibile (qualcuno di loro è anche stato pizzicato, ma la politica ha messo tutto a tacere). Ora Lei che è tanto attento alle questioni del mare avrebbe dovuto essere più attento e se non è a conoscenza di questi misfatti e ne sa meno di chi sulla caremar ci viaggia solo evidentemente dovrebbe fare il mea culpa. Gli ammanchi di carburante sono stati segnalati anche sulla stampa ma lei evidentemente era distratto, e mentre il carburante spariva, i mezzi adeguavano di necessità la velocità, ma nessuno protestava allora. Più volte pizzicati a far viaggiare persone gratis senza nessun provvedimento disciplinare….tanto paga la Regione. La Regione paga con l’addizionale Irpef che in campania è salatissima ed in Veneto non si paga!!!!!

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos