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venerdì, Marzo 29, 2024

Caremar a privati, Bruxelles indaga: dubbi sui soldi pubblici agli armatori

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Pasquale Raicaldo | Riflettori ancora sulla privatizzazione della Caremar. L’ormai ex compagnia regionale marittima, ceduta com’è noto a Snav e Rifim, continua a far discutere. Quel lungo iter che ha portato all’aggiudicazione della gara, costringendo peraltro la Regione Campania a tenere in vita l’azienda con continue iniezioni di denaro, potrebbe avere nuovi strascichi, non del tutto inaspettati a dire il vero. Perché ora è la Commissione europea a volerci vedere chiaro. Lo farà, «esaminando la privatizzazione di Caremar e la compensazione corrisposta all’acquirente per la gestione dei servizi pubblici per verificarne la conformità con le norme in materia di aiuti di Stato. Bruxelles ha inoltre chiesto chiarimenti alle autorità italiane su una serie di questioni legate alla conformità della legislazione italiana sul cabotaggio marittimo nel golfo di Napoli con il regolamento (Cee) n.3577/92 che lo regolamenta a livello europeo».
Nulla di dichiaratamente clamoroso. Ma la notizia, che trova spazio sul blog dell’ischitano Andrea D’Ambra sulla versione online del “Fatto Quotidiano” è certamente “una vera e propria doccia fredda per il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca”. Non è certo un mistero, d’altronde, che De Luca proprio in merito alla conclusione fortunata del lungo iter aveva gonfiato il petto: «La cessione della Caremar – aveva detto – è un risultato importante per la Regione, ma soprattutto per la collettività. Perché diamo una svolta in termini di efficienza al servizio: con i nuovi gestori abbiamo concordato – aveva spiegato De Luca – un segno di attenzione alle isole e un ragionato ampliamento del servizio. I nostri interlocutori si sono impegnati, con sensibilità, a garantire uno sforzo e un’apertura verso le esigenze delle comunità insulari. Quando si privatizza un’azienda il timore diffuso è che si possa registrare un impoverimento del servizio. Accadrà il contrario. Prima non c’era possibilità di fare investimenti, oggi si cambierà registro».
E in attesa di un effettivo cambio di registro nella qualità del servizio, le condizioni della cessione – che come ricorderete è stata rallentata da una serie di ricorsi al Tar – finiscono al vaglio della Commissione Europea.
Circostanza che trova conferma, come riporta D’Ambra, dalla risposta della Commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager ad una interrogazione presentata ad agosto dall’europarlamentare del M5S Marco Valli. Il grillino aveva denunciato le modalità della cessione dell’ex compagnia regionale pubblica Caremar (ex gruppo Tirrenia) agli armatori privati, puntando l’indice sul ridimensionamento del numero degli armatori all’interno del Golfo di Napoli, essendo – sia Snav che Medmar, riferimento diretto di Rifim – impegnati nei collegamenti marittimi per le isole di Ischia, Capri e Procida.
Un aspetto sul quale De Luca, sollecitato nei mesi scorsi, era stato per la verità decisamente tranchant: «Saremo attentissimi, ne abbiamo parlato con i nuovi gestori. Dovranno garantire i servizi nella qualità e nella quantità delle corse. Tenete conto che ci sono dei costi fissi: solo gruppi importanti possono essere in grado di reggere un servizio di qualità».
Ma ora su quei 10 milioni di euro di soldi pubblici all’anno che la Regione versa agli armatori («gli stessi facenti parte del cartello già sanzionato qualche mese fa dall’Antitrust con una maxi multa di 14 milioni di euro» denuncia Andrea D’Ambra) è Bruxelles a volerci vedere chiaro.
Con una inchiesta che potrebbe stabilire se il compenso si configuri come “aiuto di stato” (prassi vietata dall’Unione Europea) e vìoli le norme comunitarie. C’è poi chi ribadisce la situazione del Golfo di Napoli, con «la prassi italiana – denuncia “Il Fatto Quotidiano” – che lascia ad armatori privati operare nel golfo di Napoli da anni senza mai aver vinto alcuna gara (nazionale o europea) ma in virtù di una semplice “concessione” con il regolamento europeo che disciplina i trasporti marittimi di corto medio raggio (cabotaggio)». Staremo a vedere.

 

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