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sabato, Aprile 20, 2024

Caos Ambulanze. Asl tra trasferimenti COVID, imboscati e servizi mancati

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Ida Trofa | Sono a dir poco aberranti le condizioni di lavoro dei medici e degli infermieri impegnati sulle ambulanze ASL NA2 nord dell’isola di Ischia. Sempre che ci siano le ambulanze aziendali vere e proprie. La recente vicenda legata al rocambolesco trasferimento di un paziente ricoverato al Rizzoli di Lacco Ameno e la successiva tragica morte presso l’Ospedale La Schiana, mette in luce, ancora ed ancora con più drammatica durezza, la deriva della nostra sanità.
L’uomo, nonostante, come si evinca dalla cartella clinica, fosse affetto da Covid 19, è stato trattato e trasferito dall’Isola verso la terraferma in una normale ambulanza interna al PO Rizzoli, con indicazione di trattamento tipo sanitario non meglio precisato e senza i previsti presidi COVID.

A nulla sono valse le rimostranze e le contestazioni del personale incaricato a procedere. La direzione sanitaria del presidio ha imposto l’intervento minacciando il deferimento al consiglio di disciplina. Così, l’uomo ha viaggiato nell’unica ambulanza ASL disponile nell’autoparco di via Fundera, senza dispositivi di sicurezza, senza barella di Biocontenimento e senza tutela per i sanitari incaricati del viaggio sanitario. Tutto questo è avvenuto con il passaggio nave in un normale traghetto di linea, senza che i passeggeri, né il personale di bordo, fossero avvertiti.
Un gioco sporco. Una vergogna pubblica sulla quale le autorità competenti dovrebbero fare chiarezza. Lo stesso paziente, 10 giorni prima, non senza drammi e omissioni, era stato trasferito in idroambulanza al Cardarelli (a bordo si registrarono tensioni e moltissimi problemi di gestione del paziente).
Una vicenda triste e drammatica che non ha avuto un felice epilogo e che impone l’obbligo di gridare tutto lo squallore della gestione del sistema ambulanze. Un quadro a tinte fosche che riguarda tutta la nazione, la Campania in modo particolare ed Ischia in via sempre più preoccupante. Quotidianamente assistiamo a diritti calpestati, a cure tempestive ed efficaci negate. Con l’emergenza avremmo dovuto imparare quanto sia fondamentale avere una rete territoriale dell’emergenza funzionante. E, invece, al peggio non c’è mai limite.

Ambulanze pubbliche ed Ambulanze private
Per comprendere bene la vicenda inserita in un più ampio quadro di politica sanitaria, è bene ricordare al lettore che sul territorio ed in particolare presso l’unico ospedale isolano, operano due tipi di trasporti sanitari.
Ci sono le ambulanze pubbliche in dotazione al Rizzoli e facenti parte del servizio pubblico ASL. Dunque, inquadrati nell’organico interno con relativi turni e reparti e con tanto di autoparco. Poi ci sono le ambulanze private, quelle degli appalti della Regione Campania e la sua azienda sanitaria in favore di Coop e Onlus. Le varie Campania Emergenza, Santa Maria della Misericordia e chi più ne ha più ne metta. Alle prime toccano i servizi e le emergenze interne per i quali sono stati dotati sia in termini di personale ed unità sia sin termini di parco autoambulanze. Alle seconde le varie emergenze-urgenze sul territorio ed i servizi di volta in vola appaltati (COVID-Dialisi- trasporti speciali).

Come dovrebbe avvenire il Trasferimento Covid dal PO Anna Rizzoli – Ischia
Al contrario di quanto si registra con enorme gravità ad Ischia, secondo quanto stabilito dalla stessa ASL con proprio regolamento per la prevenzione ed il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2, il percorso paziente con sindrome “simil-influenzale“ o con infezioni vie respiratorie suggestivi di rischio SARS-CoV-2 dovrebbe seguire rigide disposizioni e soprattutto dovrebbe essere fatto dalle ambulanze della Campani Emergenza, la coop che ha ottenuto il relativo appalto pagato con fondi pubblici. Non deve essere il personale con le ambulanze del Rizzoli a farlo a proprio rischio e pericolo.
Come si legge agli atti “Il medico che lo ha già preso in carico, coadiuvati dal Rianimatore che, al pari degli altri consulenti eventualmente chiamati, indosserà i DPI presenti. Il paziente sospetto, che per sua gravita’ necessiti di IOT, verrà intubato dal Rianimatore in codice rosso ove resterà; qui assistito dal Rianimatore coadiuvato dall’Infermiere Reperibile di Rianimazione in attesa di trasferimento con barella ad alto biocontenimento previa richiesta posto letto di Rianimazione Covid di altro Ospedale tramite centrale operativa. Se il trasferimento avvenisse tramite Idroambulanza del 118 il personale di accompagnamento sarà costituito dal Rianimatore e dall’Infermiere Reperibile in Rianimazione che si recheranno sino alla Rianimazione Covid di Accoglimento. Codesto personale sanitario rientrerà nel PO isolano tramite l’Idroambulanza del 118. Nelle more dell’acquisto di una barella ad alto biocontenimento, sarà attivato il Servizio messo a disposizione dalla suddetta Campania Emergenza con autorizzazione di spesa da parte della Ds Presidiale”.

I compiti delle ambulanze interne del Rizzoli
Per far fronte ai tagli imposti alla spesa pubblica e con una spending review di dubbia efficacia, la stessa ASL NA 2 Nord ha disposto che le Ambulanze del Rizzoli siano operative e dotate di personale, autisti e medici, per accompagnare esclusivamente i pazienti ai trasferimenti in Idroambulanza ad Ischia Porto e in Eliambulanza presso la elisuperficie di Casamicciola Terme. Dunque, ambulanze pubbliche bastanti ed allestite per trasferimenti urgenti locali. In questo momento è giusto per sufficiente per questo.

Perché l’ambulanza pubblica ha trasportato un “caso COVID” senza presidi e perché non lo ha fatto l’ambulanza privata?
E’ chiaro che non doveva essere il personale dell’autoparco ospedaliero a trasferire il paziente in altro ospedale della Regione, oltre il mare e con un traghetto di linea pubblica. Questo sia che fosse affetto da Coronavirus sia che non lo fosse.
È dunque lecito chiedersi, cosa ancor più grave, perché il direttore sanitario del PO’ Anna Rizzoli, Nunzio Quinto, abbia disposto che fosse l’ambulanza pubblica dell’ospedale a effettuare il trasferimento COVID senza rispettare il regolamento ASL e sentendo addirittura la necessità di non dichiarare lo stato di infezione?
Perché l’ambulanza pubblica ha trasportato un caso “COVID“ mascherato da altro trattamento, senza presidi e perché non lo ha fatto l’ambulanza privata?
Perché il paziente non è stato accompagnato dalle autorità di pubblica sicurezza, ma da un medico ed un infermiere del settore COVID?
Perché la Campania Emergenza con la sua ambulanza privata non era disponibile?

Come ci è dato apprendere, in questi anni, ancor di più con la Pandemia, le coop private hanno chiaramente dimostrato di avere delle grosse lacune. In modo specifico sul fine settimana, sono in grado di offrire ad Ischia solo un servizio a macchia di leopardo, con una scarsa disponibilità di uomini e mezzi. Una chiara inadempienza che ricade tutta sul pubblico costretto a rincorrere senza paracadute. Le ambulanze pubbliche in questi mesi stano affrontando una battaglia impari per tappare le falle di chi invece per contratto ed appalti dovrebbe garantire bene latri servizi.
La direzione locale piuttosto che stigmatizzare e pretendere servizi a costoro, ai privati, fa ricadere con grave nocumento anche per i malati, tutto sul pubblico anche in via coercitiva e senza garanzie del servizio. Molti operatori lamentano vessazioni nei loro confronti ad opera della direzione sanitaria che impone anche in maniera non istituzionale mansioni ed obblighi.

Autista ambulanza pubblica, ricoverato al pronto soccorso
In questa situazione assurda di lavoro le condizioni di stress sono all’ordine del giorno. Ieri, un autista dell’autoparco pubblico è stato costretto a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso per un improvviso malore, pressione alta e tachicardia. L’uomo è rimasto sotto osservazione, ma nulla di grave. Occorre, in ogni caso, una seria presa di responsabilità per questo settore da parte della direzione.

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