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giovedì, Aprile 25, 2024

Cantieropoli. La Procura indaga sui lavori delle fogne a Ischia

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PAOLO MOSE’ | La caterva di denunce ed esposti inviati da cittadini, forze politiche, associazioni ambientaliste alla procura della Repubblica, al presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone e alle forze dell’ordine non potevano rimanere inascoltati. Si è mossa ormai la macchina giudiziaria per fare luce su un appalto frazionato in cinque lotti per una cifra che sfiora i 5 milioni di euro per realizzare le condotte fognarie. In particolare i denuncianti si sono soffermati sul tratto di strada all’altezza del girarrosto al porto d’Ischia, che è più volte “franato” (l’ultima in ordine di tempo risale a qualche settimana fa, dopo una breve ma intensa pioggia) ed i lavori in via Leonardo Mazzella. Due esempi di inefficienza, di difficoltà, come sussurrano all’Ufficio tecnico. Ma pochi ci credono. Siamo all’inizio di un’indagine che dovrà approfondire soprattutto l’iter della gara e dell’assegnazione dei cinque lotti ad altrettante ditte, come sono stati svolti i lavori, in particolar modo nella zona portuale, il cui tratto di strada interessato sembra più un “campo bombardato” con avvallamenti, buche che vengono riempite con altro asfalto, che sono solo un tampone, ma non la soluzione al problema. La documentazione tecnica che è stata spedita agli uffici inquirenti parla di uno scavo per la posa dei tubi e il tracciato è stato riempito con la stessa ora e con l’apposizione di uno strato molto esiguo di cemento, su cui è poi stato posto un tappetino di asfalto. Per la verità, più di uno. Il passaggio successivo di questa inchiesta è la nomina del consulente tecnico. E’ il personaggio esperto che acquisirà ulteriore documentazione a quella che riceverà direttamente dal pubblico ministero, per poi svolgere i sopralluoghi, saggiare il terreno e capire, definitivamente, come sono stati eseguiti i lavori. Se conformemente al progetto, o ci sono state delle gravi lacune tecniche dei responsabili progettisti e del direttore dei lavori, o sono stati utilizzati materiali non conformi in qualità e resistenza. Solo allora sapremo cosa realmente è accaduto, su come sono stati svolti questi “benedetti” lavori, la cui manifattura è stata molto apprezzata non solo dai cittadini residenti, ma soprattutto dalla schiera di turisti che hanno avuto la ventura di passare per le strade incriminate. Un cattivo biglietto da visita che certamente non fa onore ad un luogo turistico. Diventando strade estremamente pericolose, tant’è che il tratto interessato in località porto è stato interdetto alla libera circolazione degli scooter e finanche delle biciclette. Proprio per l’elevato pericolo di cadute. Una segnaletica apposta in fretta e furia dopo che uno scooterista è rimasto “incagliato” in una delle tante malformazioni del tappetino messo alla buona per tamponare e rendere la strada fruibile. Con il passaggio di mezzi pesanti, soprattutto degli autobus di linea, la strada ha ceduto, per mancanza di struttura sottostante idonea a sopportare simili pesi.
Di chi la responsabilità? Quanto è costato rifare più di una volta questo tratto di strada che misura qualche centinaio di metri? Le risposte dovranno darle gli investigatori ed i magistrati impegnati nella ricerca della verità. Non vorremmo scoprire, come accade di solito nelle pubbliche amministrazioni, che qualcosa non è andato per il verso giusto e qualcuno si sia approfittato del particolare momento. E’ in ballo una cifra ragguardevole, precisamente 4.996.171,56 più un’altra somma a disposizione dell’Amministrazione comunale di Ischia pari a 1.903.431,98, come predisposto dall’ing. Francesco Fermo dell’Ufficio tecnico comunale. Questi ultimi dati sono stati segnalati al presidente dell’Autorità anticorruzione, in cui si va a specificare l’oggetto della spesa: «Lavori qualificazione urbana, integrazione e rifunzionalizzazione delle reti fognarie di collettamento in diversi ambiti del territorio comunale».
Della somma complessiva si contesta la spesa prevista per i professionisti che si sono occupati dell’intera progettazione. Si segnala quindi un’illegittimità così come riportata: «Nel quadro economico sono indicate spese tecniche per progettazione, direzione lavori, coordinatore per la sicurezza, assistenza giornaliera, contabilità, incentivo art.. 92 comma 5 per un importo pari ad euro 499.617,16, cosa non corretta in quanto come risulta dalla delibera approvata, l’intera attività tecnica doveva essere svolta da personale interno (Ufficio tecnico comunale), per cui bisognava prevedere solo il 2% dell’importo a base d’asta, ossia euro 99.923,43». Palesando in questo passaggio qualcosa di irregolare, come peraltro sostenuto dallo stesso consigliere di minoranza avv. Carmine Bernardo, che ha seguito passo dopo passo l’evolversi della gara e dell’assegnazione.
Negli esposti si contesta altresì che prima di rendere funzionanti le condotte, era necessario ultimare l’impianto di depurazione, fermo da molti anni e dove sussiste un violento contenzioso tra l’associazione temporanea di imprese, la Regione Campania e lo stesso Comune. Per un importo di alcuni milioni di euro. Soldi che ovviamente vengono succhiati ai cittadini contribuenti. Chi pagherà questi errori? Numeri che hanno fatto sobbalzare gli stessi investigatori, che sanno bene che tra le pieghe degli appalti pubblici si nasconde sempre qualcosa di irregolare e si finisce molto spesso nell’individuare chi non si è comportato correttamente andando ben al di là delle responsabilità e delle prerogative assegnate singolarmente. Alla magistratura il compito di sciogliere i molti dubbi che emergono da questo voluminoso incartamento giunto in fretta e furia proprio per capire i motivi del perchè determinati lavori vengono eseguiti per niente a regola d’arte e con danno alla stessa comunità con conseguenze sotto gli occhi di tutti, visto quanto è accaduto in quest’ultima estate.

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