Testo e Foto Lucia De Luise | L’aroma intenso e speziato di vin brûlé e cioccolata calda, lo scoppiettio delle caldarroste, il tappeto di fieno che traccia il percorso per arrivare alla grotta. Così, dalle 16:00 di ieri pomeriggio, si presentava il borgo di Campagnano, sempre ravvivato dalle dolci melodie degli immancabili zampognari. Ormai giunto alla dodicesima edizione, il Presepe Vivente di Ischia per eccellenza ha accolto centinaia di turisti e isolani – che non si sono lasciati scoraggiare dal tempo sfavorevole – con i suoi duecento figuranti. C’è chi cuce, chi stira lenzuola, chi si diletta con un canestro, chi suona una campanella per attirare l’attenzione verso la caratteristica riffa, chi lustra un paio di scarpe vecchie e chi accende la brace – nonostante alcune forti raffiche di vento – per preparare gustosi panini che saranno accompagnati con dell’ottimo vino, rigorosamente locale. La grande stella cometa viene issata nel cielo, ancora blu, all’arrivo dei Re Magi, che seri si dirigono verso l’umile dimora di Giuseppe e Maria, dove riposa Gesù bambino. A seguire il tragitto illuminato dalle fiaccole c’è anche il Vescovo, Monsignor Pietro Lagnese, che saluta e rende omaggio alla Natività. Una fiumana di curiosi e appassionati invade la collinetta di Campagnano, collegata con una navetta per agevolare il traffico e far vivere con comodità, soprattutto alla famiglie numerose, il tradizionale appuntamento. Tantissimi sono stati gli arredamenti tipici che hanno arricchito i vari spazi, per l’occasione trasformati in cantine, osterie e luoghi quasi incantati dove i più antichi mestieri – come lo stagnino o l’arrotino – sono stati riportati alla luce. E tra il ceramista che decora i suoi vasi, il contadino che mostra fiero il suo raccolto e i tanti visitatori che cambiano spiccioli per qualche “tornese”, Ischia fa rifiorire usi e costumi di un evento che piace e che raccoglie sempre più consensi, diventando in questo modo una manifestazione imperdibile del periodo natalizio.

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