NAPOLI, ITALY - OCTOBER 21: A general view of the Stadio San Paolo taken on October 21, 2010 in Napoli, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

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Calciomercato Napoli: ci risiamo! | #4WD

By Redazione Extra

June 11, 2022

Lo stillicidio del calciomercato targato Napoli è appena cominciato e i crampi allo stomaco già imperversano più di quando non mangi da troppo tempo e i succhi gastrici chiedono soluzione di continuità al loro stato di inattivismo. Mertens, Fabian (per il quale, a quanto pare, sta per crearsi un nuovo caso Milik), Koulibaly, Ospina, Meret, oltre ai vari Ghoulam, Malcuit ed altri inservibili abbandonati al loro destino in scadenza di contratto, sono i protagonisti di una serie di trattative apparentemente estenuanti che ci vengono propinate in pillole da una stampa spesso compiacente che, a volte, sfida l’intelligenza altrui tentando di condizionare le nostre opinioni sui calciatori in modo assolutamente maldestro.

Ad esempio, qualcuno ha provato a scrivere che, sì, Mertens è il miglior marcatore della storia del Napoli, ma si è dimostrato venale nel pretendere cifre del tutto sproporzionate alla sua età che ne oscurerebbero l’immagine positiva creatasi negli anni all’ombra del Vesuvio. Oppure che Koulibaly è certamente il capitano ideale del Napoli del futuro, ma le sue prestazioni altalenanti non lo porrebbero nelle condizioni di poter mantenere un ingaggio così alto per continuare a guidare la difesa azzurra nei prossimi anni. In pratica, una manfrina disgustosa per cercare di giustificare la politica della proprietà nel voler a tutti i costi abbassare il monte ingaggi e, di conseguenza, il tasso tecnico di una rosa che già nel corso del tempo ha mostrato diverse lacune mai colmate per cercare di puntare a vincere qualcosa che andasse oltre la lucrosa qualificazione in Europa.

Non è facile tener botta alla crisi che sta investendo anche il mondo del calcio, dove le società sono indubbiamente costrette a recitare il ruolo di vere e proprie imprese con ogni relativo onere di bilancio e difficoltà di gestione. Da qui, però, a ridurre semplicisticamente le ambizioni sportive ad una sana conduzione corroborata dai soldi dell’UEFA, quello con il tifoso diventa un rapporto di reciproca sopportazione che, come nelle migliori famiglie, porta alla separazione.