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giovedì, Aprile 18, 2024

Boss contro Sindaco: Iovine testimonierà nel processo di Giosi e Silvano

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Sono soddisfatti Giosi Ferrandino e Silvano Arcamone di essere giudicati dai giudici del tribunale di Napoli. Un’articolata ordinanza per dire che le richieste del pubblico ministero Celeste Carrano non sono attuali rispetto a quanto sosteneva nel giugno scorso con il giudizio immediato al gip, della radicata competenza dell’autorità giudiziaria partenopea. Accusa e difesa hanno presentato i mezzi di prova su cui si svilupperà il tortuoso e lungo dibattimento per conoscere se sussiste o meno il reato di corruzione contestato ai due ischitani

Il processo nei confronti del sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino e del responsabile dell’Ufficio tecnico, l’arch. Silvano Arcamone, rimane nella competenza del tribunale di Napoli. Lo hanno deciso i giudici della I sezione penale (presidente Pellecchia) che hanno rigettato la richiesta del pubblico ministero Celeste Carrano di rimettere gli atti al tribunale di Modena. Come peraltro sollecitato nell’udienza precedente in cui avvalorava una connessione con le posizioni di tutti gli altri imputati coinvolti nell’inchiesta Cpl Concordia.

Nell’articolata ordinanza il collegio che emetterà la sentenza nei confronti dei due ischitani ha spiegato i motivi che hanno fatto pendere la decisione per il rigetto. Sottolineando tra l’altro che l’ipotesi contestata ai due imputati è per un solo capo d’imputazione per una presunta corruzione per l’esercizio delle funzioni. Ed ancora gli stessi pubblici ministeri, nel richiedere nel giugno scorso il processo immediato, avevano sostenuto proprio la radicata competenza di Napoli a giudicare con un’argomentazione soprattutto tecnica e che aveva convinto il gip a rimettere Ferrandino ed Arcamone dinanzi al tribunale. Da quella determinazione sono passati pochi mesi, un tempo più che necessario per far cambiare opinione ai tre pubblici ministeri che si sono occupati di questa megainchiesta di cui ne ha parlato mezza Italia. Per i personaggi politici chiamati direttamente o indirettamente in causa e per i risvolti che ne derivarono.

Non si farà quindi il processo unificato, chiamando un unico giudice a decidere sulla colpevolezza o sull’innocenza di quasi tutto il vertice della Cpl Concordia, colpito da misura coercitiva, e che rispondono di associazione per delinquere. Un capo d’imputazione di cui il sindaco e il tecnico comunale non vengono chiamati a difendersi. Quegli stessi imputati che sono a Modena rispondono anche della corruzione, dell’identica contestazione ormai radicata a Napoli. Secondo i dotti della dottrina, potrebbe anche verificarsi una terza soluzione: tutti coloro che rispondono della corruzione di cui all’art. 318 cp potrebbero finire a giudizio dinanzi allo stesso tribunale di Napoli. Rimanendo a Modena l’ipotesi associativa e quella legata alle violazioni tributarie, in capo solo a coloro che avevano responsabilità nella Cpl Concordia. Un rebus che potrebbe sciogliersi anche tra qualche giorno, allorquando dovrà partire il processo nel capoluogo emiliano e in quella sede, se ci saranno eccezioni da fare, è quello il momento propizio. Una valutazione che spetterà ai difensori e agli stessi imputati.

Dopo aver sciolto questo nodo imprescindibile per il processo, il tribunale ha concesso la parola alle parti per i mezzi di prova. L’elencazione di come si intende provare le responsabilità dei due imputati e l’innocenza degli stessi. Il pubblico ministero Celeste Carrano ha richiesto che gli imputati vengano ascoltati, che il tribunale acquisisca una gran mole di documenti atti a provare la una loro partecipazione nella metanizzazione nel comune d’Ischia e negli altri dell’isola, le intercettazioni telefoniche ed ambientali di numerose utenze. Soprattutto lo sbobinamento di quanto si dissero gli allora indagati durante gli incontri avvenuti nella sala delle riunioni della sede romana della Cpl Concordia e di quelle captate durante i colloqui del Verrini, un altro personaggio importante di quest’inchiesta. Più un lungo elenco di testimoni che dovrebbero chiarire tutti gli aspetti di questa vicenda.

Per nulla d’accordo l’avv. Alfonso Furgiuele, uno dei difensori del sindaco, il quale ha chiesto l’interrogatorio del proprio assistito più la possibilità di depositare documentazione man mano che si svilupperà il dibattimento. Netta opposizione all’escussione di ben quindici testimoni richiesti dal pubblico ministero che vengono chiamati a raccontare circostanze ed episodi molto simili ad altri testimoni che verranno convocati. Il difensore ha detto che è anche anacronistico che per un unico capo d’imputazione si pretenda che vengano sentiti ben otto appartenenti alla polizia giudiziaria. Si è opposto all’escussione del boss dei Casalesi Antonio Iovine, che non si capisce per quali capitoli debba essere sentito visto che non dice nulla delle vicende ischitane. Definendola, questa scelta, come una “punizione” per un sindaco ed un tecnico che non hanno mai conosciuto e né sapevano dell’esistenza di questo personaggio. Il pubblico ministero in risposta ha sottolineato che il suo ufficio ha adempiuto agli obblighi previsti dalla legge. Sono chiari e precisi i capitoli di prova per ogni testimone per cui è richiesta la sua presenza in aula. Utili per dimostrare in un più ampio contesto i fatti come si sono svolti. Per la posizione di Iovine il pm ha specificato che la sua presenza in aula è ben descritta nel capitolo di prova sui rapporti in particolare tra lo Iovine e la Cpl e quest’ultima con il sindaco ed il tecnico comunale.

Il tribunale, non conoscendo nulla di questa inchiesta, ma avendo soltanto dinanzi il decreto che dispone il giudizio in cui sono riportate sinteticamente le contestazioni, in questa fase ha ammesso tutte le richieste delle parti con la possibilità in futuro di svolgere una valutazione più complessiva dei fatti e soprattutto per quanto riguarda i ruoli degli imputati, ordinando al tempo stesso la convocazione per la prossima udienza di un perito nominato affinché esegua la trascrizione delle intercettazioni richieste da accusa e difesa.

 

 

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