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Bloccate le cure termali o invocate la quarantena, ma che siano fatti seri contro le scelte populiste e demagogiche

By Redazione Web

February 24, 2020

Il problema Coronavirus è serissimo. Viviamo giorni di tensione, paura e la psicosi si allarga a dismisura. Così, mentre il governo centrale non riesce a trovare soluzioni, siamo diventati un caso da “isoletta” per colpa delle iniziative, assurde, dei nostri sindaci. Primi cittadini responsabili di averci esposti, per l’ennesima volta (sempre gli stessi, tra l’altro!), ad un’ingiusta gogna mediatica. Ma il vero problema, ahinoi, è ancora quello delle iniziative sbagliate e mancate.

Come stiamo vedendo e vivendo, il mondo intero si muove in una direzione diversa dalla nostra. Ovvero, quella che abbiamo intrapreso su “presupposti giuridici inesistenti” e contro “la linea del governo centrale”.

Sperando che ci stiano già lavorando, il caso Ischia è diverso da molti altri. Siamo una stazione turistica particolare. Offriamo un “prodotto” che è una prestazione medica e che mette in contatto, diretto e personale, gli uomini: ovvero le cure termali.

I fanghi, i bagni e tutta la filiera “medica” termale vede come protagonista una gran parte della nostra cittadinanza. Sperando che i sindaci siano già all’opera, ma fino ad oggi non abbiamo avuto nessun segnale nel merito.

Per dare pace sociale all’isola, per rispondere seriamente a quella che è una emergenza vera, una paura diffusa, sarebbe quanto mai opportuno imporre lo stop dei centri termali dell’isola o chiedere la quarantena a tutti i “pazienti” (perché il turista che pratica cure termali poi diventa paziente).

Con l’avvio del blocco in Lombardia e in Veneto, con l’entrata in vigore del decreto (invocato dai sindaci quando non era ancor attivo) ora dovremmo attivarci noi con tutti i mezzi possibili. Ma farlo ora, con intelligenza e sicurezza.

Lo dobbiamo ai tanti operatori del nostro turismo, ai tanti turisti che ci scelgono e con una modalità più larga, completa ed efficace.