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giovedì, Aprile 18, 2024

Bigliettai Caremar, appello ad Aponte: «Licenziarci è un’ingiustizia, ci ripensi!»

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L’ultimo appello è indirizzato all’armatore. Gianluigi Aponte, numero uno di Snav, che con Rifim ha acquisito Caremar. E’ a lui che si indirizzano i quattordici bigliettai della “Travel and Holidays”, a cui l’ex compagnia regionale marittima non ha rinnovato il contratto, preferendo una soluzione in house. E in attesa di comprendere se e come la mediazione di Nicola Marrazzo, presidente della commissione regionale lavoro, e l’interessamento di Maria Grazia Di Scala, consigliere regionale in quota Forza Italia, possano rivelarsi preziosi, della questione viene dunque investito uno dei vertici dell’azienda privatizzata. «Portiamo a Sua conoscenza quanto ci sta accadendo nella speranza di un Suo intervento immediato e concreto. – scrivono i lavoratori Siamo 14 lavoratori delle biglietterie Caremar, tutti con rispettive famiglie, che da un giorno all’altro sono stati licenziati!».
Poi, il racconto puntuale dell’intera vicenda: «L’attività delle biglietterie della Caremar è stata sempre gestita, fin dalla sua costituzione, da società esterne, con appalti che venivano periodicamente rinnovati. Alcuni di noi hanno svolto questa attività sin dal lontano 1975, in occasione del passaggio da SPAN a CAREMAR, e la nostra attività lavorativa è stata sempre salvaguardata nonostante i cambi di gestione avvenuti in questi anni.
A luglio del 2012 – prosegue la nota – la Giunta Caldoro si appresta a pubblicare il bando per la privatizzazione Caremar, di cui Lei è risultato vincitore insieme alla famiglia D’Abundo e, nel 2015, grazie alla previsione del Governatore De Luca, che ha considerato tale intervento come estremamente prioritario nelle attività del suo mandato, la cessione diventa effettiva, permettendoLe insieme ai D’Abundo (Snav e Rifim) di acquisire l’intera flotta della Compagnia di navigazione per 7.000.000 di euro, praticamente quanto il prezzo di due appartamenti di lusso nel quartiere di Posillipo, aggiungendo alla spesa da Voi sostenuta la sovvenzione prevista dalla Regione nella misura di oltre 9.000.000 di euro annui per i prossimi 10 anni.
In effetti – continuano i lavoratori – l’acquisto ci sembra diventare un’acquisizione gratuita o, quanto meno, non allarmante per questioni di onerosità. A seguito di tale passaggio, siamo stati più volte convocati dai Suoi dirigenti, nelle persone del dottore Francesco Ceci e del dottor Roberto Liguori, entrambi Amministratori delegati della nuova Caremar SpA, i quali ci hanno prospettato, in ogni occasione, l’impegno concreto di mantenere i livelli occupazionali, in quanto era stato progettato un riordino economico delle percentuali di guadagno relative alla gestione delle biglietterie che poteva “non piacere” alle società appaltatrici.
Negli incontri che si sono susseguiti tra la Caremar SpA e la Travel and Holidays s.r.l. (società di gestione delle biglietterie di Napoli – Calata Porta di Massa e Beverello, Ischia Porto e Casamicciola), di cui siamo dipendenti e con procedimento di licenziamento in corso, nella persona di Ferdinando Improta, non convenendo ad alcun tipo di accordo sulle percentuali di guadagno sul servizio di bigliettazione, è venuta meno, da parte di entrambe le società, la volontà di mantenere in essere il servizio alla scadenza del contratto, prevista per il 31 dicembre 2015 ed anche in questa occasione, i Suoi dirigenti ci hanno assicurato la possibilità concreta di poter continuare la nostra attività lavorativa e di adempiere alle nostre mansioni, a tal punto, alle dirette dipendenze della Caremar- Noi, 14 dipendenti della Travel and Holidays, saremmo stati direttamente assorbiti dalla Caremar SpA che, in mancanza di accordo con la società succitata, avrebbe internalizzato il servizio di biglietteria, mantenendo inalterati i nostri livelli occupazionali. Questa decisione è stata confermata fino al 15 dicembre del 2015».
Ma l’epilogo, com’è noto ai nostri lettori, è stato un altro: «La realtà dei fatti ha portato al licenziamento di 8 lavoratori presso le biglietterie di Napoli e 6 presso quelle di Ischia.

La notizia riguardo la “mancata assunzione” ci è stata comunicata, sempre dal Dr. Ceci e dal Dr. Liguori, in data 19.12.2015 che, con “DOVUTO” rammarico ci hanno palesato l’intenzione di internalizzare il servizio di biglietteria (di cui eravamo a conoscenza), però con dei neoassunti attraverso la “Jobs Act”. Il motivo di tale scelta, ci hanno chiarito gli amministratori, porta il solo nome del risparmio voluto sentitamente dagli azionisti della società.
A tal proposito e senza entrare nel merito del perché la Caremar, se ragiona in termini di risparmio, usufruisce di treamministratori delegati, che di certo, hanno un peso economico decisamente rilevante per le casse della società, ci chiediamo perché i tre amministratori cerchino, in tutti i modi, di sfuggire alle proprie responsabilità affermando, in occasioni ufficiali e ai tavoli di confronto, che il caso non è di loro competenza.
Liguori, nominato dalla Regione quando questa era la sola proprietaria della Caremar, ci tiene a sottolineare che la stessa non ha responsabilità ne poteri decisionali a riguardo. Ceci, che cura gli interessi della Rifim (Medmar), dice di non aver alcun potere decisionale. Ponti, persona fidata di Aiello, quale ammistratore della Snav, afferma che il caso non è di sua competenza.
Sostengono semplicemente di rappresentare i propri azionisti, gli stessi che hanno previsto il nostro licenziamento, o più correttamente, la nostra sostituzione per ragioni di risparmio.
Sicuramente Lei, dottor Aponte, proprietario di MSC, SNAV, CAREMAR e Navigazione Libera, rappresenta il maggiore azionista di riferimento. Ed allora a Lei poniamo le nostre dovute domande, nonché, i nostri pensieri a ragion veduta, che conosciamo come una persona di alto profilo imprenditoriale e morale e che, supponiamo, sicuramente ignaro dell’accaduto.
Come è possibile che una società acquisita da uno dei gruppi armatoriali più grande al mondo, da Lei costituito e diretto con grandi capacità imprenditoriali, commetta la grande ingiustizia di mandare sul lastrico 14 padri di famiglia, fra i 40 e 60 anni, che difficilmente potranno ricollocarsi sul già difficile mercato del lavoro, solo per un mero e piccolo risparmio economico?
E come mai, nonostante la politica del risparmio, sono state collocate ben quattro guardie giurate, a difesa delle “nuove biglietterie” di Napoli, con un costo giornaliero di 1200 euro, circa quanto il nostro stipendio mensile? Confidiamo in un Suo decisivo intervento – conclude la nota – che possa tradursi in un incontro diretto al fine di metter fine, in ogni caso e ad ogni modo, a questo momento per nulla felice per noi 14 lavoratori». La lettera porta le firme dei quattordici bigliettai.

 

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