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martedì, Marzo 19, 2024

Biden e il fantasma di Trump | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 26 giugno 2022

Ed ecco che Joe Biden ricomincia a sventolare il fantasma di Donald J. Trump per giustificare i suoi tonfi ricorrenti! L’abrogazione del diritto all’aborto, con la conseguente facoltà dei singoli stati federali di vietarlo, ha messo nuovamente a rischio la stabilità dell’inquilino della Casa Bianca, già traballante dopo il no al progetto di riduzione delle armi a privati, poi in qualche modo ripreso dal Senato in forma decisamente meno restrittiva. 

Come avevo ampiamente previsto mesi or sono, le elezioni di medio termine del prossimo autunno la diranno lunga sulla tenuta di questa presidenza, perché gli Stati Uniti sembrano essersi resi conto che la demonizzazione di Trump ad ogni pie’ sospinto non è servita neanche un po’ ad evitare che nel giro di così breve tempo fossero in tanti a rimpiangerlo. E con l’occasione, ecco venir fuori una miriade di insospettabili conservatori, dentro e fuori dal Congresso, pronti a impallinare il presidente in carica e il suo insopportabile andamento lento, per assumere quella posizione attendista ed orientarsi senza indugio a soccorso del potenziale futuro vincitore.

La gestione del conflitto tra Russia e Ucraina, poi, secondo i più esperti di politica estera d’oltre oceano, costituirà il vero tallone d’Achille dell’amministrazione a stelle e strisce; e questo non solo in virtù dei conclamati interessi economici della famiglia Biden da quelle parti, ma anche perché determinate prese di posizione hanno fortemente indebolito quella che è sempre stata l’immagine di superpotenza per eccellenza degli USA e che oggi, alla luce della considerazione ottenuta e dell’atteggiamento assunto nella querelle in corso, ne ha indiscutibilmente leso la leadership.

Resta comunque deprimente che sia i repubblicani sia i democratici, a terzo millennio ampiamente inoltrato, stentino a identificare nuove figure-guida dei propri schieramenti, facendo ricorso a minestre riscaldate che, a loro volta, difficilmente scaldano il cuore dell’elettorato, portandolo così a scegliere ancora una volta il presunto male minore.

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