giovedì, Maggio 15, 2025

Azzurra, la speranza che attraversa l’oceano. Da Ischia a Monterrey per riscrivere il destino

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Dalla forza dell’amore al coraggio di una famiglia: la storia che attraversa il mondo. I primi segni di miglioramento, il cammino di Azzurra commuove e coinvolge migliaia di persone. Un percorso che comincia con una promessa e continua con una piccola, grande rinascita. Dall’emozione della partenza all’inizio di un trattamento innovativo a Monterrey: la storia di Azzurra è un cammino fatto di ostacoli, gesti di amore e una comunità che non smette di credere

C’è un momento, nel secondo giorno di trattamento, che cambia tutto. È Domenica delle Palme, e mentre nella sua Ischia le strade si riempiono di ulivi e processioni, Azzurra – la nostra piccola battagliera fragile e tenace – riesce a tenere la schiena dritta. Per pochi secondi, solleva anche la testa. Un gesto minimo, quasi impercettibile per chi non conosce la sua storia. Ma per la sua famiglia, e per chi la segue dall’Italia, è un segno. Un segno che qualcosa sta succedendo. Che qualcosa, forse, sta cambiando davvero.

“Chi conosce Azzurra sa quanto sia immenso questo gesto”, scrivono i genitori. “In questa giornata di speranza, che segna l’inizio della Settimana Santa, vogliamo augurare a tutti voi una Domenica piena di luce, di fede e di rinascita. Continuiamo a credere, continuiamo a sperare… per Azzurra, per tutti i bambini guerrieri, per tutte le famiglie che non smettono di lottare.”

Sono partiti da Ischia il 28 marzo, direzione Messico, per tentare il tutto per tutto. Il protocollo sperimentale che stanno seguendo, basato sul trattamento con il Cytotron presso la clinica NeuroCytonix di Monterrey, è l’ultima speranza. Ma non è una fuga nel vuoto. È un viaggio pieno di volti, mani, parole, incontri. Di piccoli miracoli quotidiani che hanno trasformato una battaglia intima in un cammino collettivo.

Un giorno prima, già qualcosa si era mosso. “Azzurra oggi tiene le manine aperte, è leggermente più reattiva e i suoi movimenti appaiono un po’ meno rigidi. Ha dormito tutta la notte senza mai svegliarsi, cosa davvero insolita per lei.” È ancora presto per trarre conclusioni, ma qualcosa dentro di lei sembra iniziare a cambiare. “E noi vogliamo crederci.”
Il trattamento è cominciato ufficialmente l’11 aprile, giorno simbolico per la famiglia. “Alle 11:00, nella nostra amata Ischia, la Madonna Addolorata esce in processione tra le vie di Forio. E noi siamo qui, in Messico, davanti alla porta del nostro appartamento… numero 11.” Coincidenze? Forse. Ma la famiglia ha deciso di crederci. “Di credere che ogni dettaglio, ogni segno, ogni numero… sia un piccolo messaggio dal cielo.”

Il giorno successivo, sabato 12 aprile, Azzurra entra per la prima volta nella stanza dove si svolgerà il trattamento. “Oggi è iniziato ufficialmente il trattamento con il Cytotron per Azzurra. La sua prima seduta. Un momento che aspettavamo da mesi, carico di speranza, emozione e coraggio. Con lei ci sono il cuore della sua terra, la voce della sua gente e l’amore di tutti voi. Forza Azzurra, Forza Ischia, siamo tutti con te.”

Ma il viaggio vero era cominciato prima. Anni prima. Con una canzone scritta per lei dal padre: “Ti porterò dovunque, in capo al mondo…” Era una promessa. Oggi è una realtà. “Nel video ci sono loro tre: Andrea che con la sua piccola mano cerca il volto della sorella, come a dirle ‘ci sono io con te’, Amaranta che l’abbraccia e la bacia con la forza dell’amore puro. E poi c’è lei, Azzurra, al centro di tutto. Questo viaggio è per lei, ma in realtà ci sta portando tutti molto più lontano di quanto immaginassimo.”
La partenza da Ischia avviene il 28 marzo. “Oggi inizia il nostro viaggio della speranza. Azzurra, sei luce nel cielo più intenso, un battito forte di un cuore immenso.” Il volo per il Messico è lungo, estenuante. Città del Messico è la prima tappa, segnata da ore di tensione, da uno sforzo fisico e mentale enorme: “È durissima, ma lo facciamo per Azzurra, per dare una possibilità al suo futuro.” Il giorno successivo si raggiunge finalmente Monterrey.

L’accoglienza è calorosa, piena di connessioni umane: da Paola, interprete e cantante che canta per Azzurra un frammento di “Di sole e d’azzurro”, alla visione del film “Due emisferi”, abbracciati sul divano. Dalla solidarietà dei fratelli Cenatiempo che dalla loro azienda di trasporti aiutano con l’invio di materiali, fino a un incontro inaspettato: quello con Tato, tassista dal sorriso gentile.

“Parlava pochissimo italiano, ma bastavano gli sguardi, i gesti… e un po’ di spagnolo mischiato al nostro dialetto. Il cuore fa il resto.” Senza bisogno di chiedere, aiuta con la carrozzina, e poi – con discrezione – dice che pregherà per Azzurra. “Alla fine gli ho insegnato a dire una frase in napoletano. Gliel’ho spiegata come si spiega un gesto d’affetto. Perché quando c’è l’amore, non servono le parole.”

Il 9 aprile arriva il primo contatto con la clinica NeuroCytonix. “Abbiamo conosciuto la dottoressa Lozano, la neurologa che ha visitato Azzurra e ci ha accolti con grande professionalità e umanità.” Il giorno dopo, EEG e risonanza magnetica in anestesia. “Non si dorme, niente colazione, niente acqua… Siamo qui con lei, a farle compagnia con un po’ di musica.”
Ogni giorno, un dettaglio. Un segno. Un filo invisibile che lega Monterrey a Forio, Azzurra a centinaia di persone che, pur non conoscendola, la sentono ormai un po’ figlia, un po’ sorella, un po’ nipote.

Il suo viaggio non è solo per lei. Lo dicono chiaramente: “Ogni piccolo passo di Azzurra è anche merito vostro.” E in questa storia, fatta di medicina e miracoli, quello che tiene insieme ogni pezzo è la partecipazione. Che si chiami fede, amore o ostinazione. Ma è ciò che, un giorno, renderà possibile qualcosa di davvero grande.

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  • Articolo realizzato dalla Redazione Web de Il Dispari Quotidiano. La redazione si occupa dell'analisi e della pubblicazione fedele degli atti e dei documenti ufficiali, garantendo un'informazione precisa, imparziale e trasparente. Ogni contenuto viene riportato senza interpretazioni o valutazioni personali, nel rispetto dell’integrità delle fonti e della veridicità dei fatti.

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