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giovedì, Aprile 18, 2024

Assolti. Visto dalla Piazza di Geppino Cuomo

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Geppino Cuomo | Sono stati assolti perché il fatto non sussiste. Costume italico vuole che a questo punto, tutti coloro che sono scesi dal carro nel momento delle difficoltà, vi risalgano felici e trionfanti. Gli ischitani, da buoni italiani, non fanno eccezione alla regola. In genere, quando si parla di politici, è opinione diffusa che non siano mai persone oneste, che una volta entrati nelle stanze dei bottoni pensano innanzitutto ai propri interessi. Dal momento dell’insediamento specie chi non li ha votati, aspetta che vengano incriminati, per dare spessore non tanto ai propri convincimenti, ma alle proprie speranze. Abbattere i potenti è uno sport nazionale ed internazionale.

Non c’è bisogno di aspettare un processo, basta un avviso di garanzia per rendere colpevole chi lo ha ricevuto. In pochi hanno la consapevolezza che di questi tempi, e per questi tempi intendiamo dall’avvento di Di Pietro con mani pulite, l’avviso di garanzia non è altro che una cosa “dovuta” per chi ha responsabilità sulle spalle, specie se politiche o amministrative. Giosi Ferrandino è stato sindaco d’Ischia per due consiliature di seguito, con un plebiscito di voti impressionante, specie nel secondo mandato, segno evidente che la maggioranza degli elettori era rimasta soddisfattissima del suo operato.

E’ chiaro che chi ottiene successo, alimenta gelosie e invidia. E’ chiaro che in politica c’è chi ottiene vantaggi e chi ottiene svantaggi. Giosi Ferrandino indubbiamente ha mostrato capacità, ha mostrato intuito e intelligenza non comuni. Ha dimostrato di essere un politico vero, attuando la tattica machiavellica, mandando al massacro suoi alleati, illudendo personaggi politici, sfruttandoli per i suoi scopi. Ha fatto e rifatto a suo piacimento giunte su giunte, ma per il paese ha realizzato molto, forse pubblicizzando poco quanto fatto. Poteva fare altro e non l’ha fatto, forse preso dai giochi politici in cui ormai era addentrato.

Dall’essere molto presente, si è passati ad una sua assenza incomprensibile, quasi come se volesse punire la sua cittadinanza per essere stato tradito in occasione delle elezioni europee, quando proprio gli ischitani gli voltarono le spalle. Poi, poi arriva quello che ogni politico, specie se sindaco, deve temere. L’arresto con accuse infamanti. Roba da non credere, sembrava quasi che tutti sapessero e dessero per scontato la colpevolezza del sindaco e visto che c’era anche Silvano Arcamone, deus ex machina della sua amministrazione, tra i presunti colpevoli, il quadro era chiaro. I vecchi detti non tradiscono mai, perché frutti dell’esperienza: “Il tempo è galantuomo”. Bisogna aspettare, ma la verità quasi sempre viene a galla. Fra i tanti, molti, che quasi morbosamente gioiscono nel commentare l’accaduto, c’è anche chi vede la faccenda in maniera diversa.

Quando si arresta un sindaco, non si arresta uno qualsiasi, ma si arresta il primo cittadino, il rappresentante di tutti gli abitanti del comune. Se si arresta il sindaco, un po’ si devono sentire risentiti e accusati di disonestà anche gli abitanti che lo hanno votato e portato a rappresentarli, perché il sindaco è uno di loro, viene dal popolo che rappresenta e non da Marte. Ma è difficile entrare in questa mentalità. Molti amici occasionali del sindaco lo rinnegarono. A distanza di tempo, Giosi Ferrandino e Silvano Arcamone possono fare il segno della vittoria col sorriso sulle labbra uscendo dal tribunale.

Sono Innocenti. La legge ha riconosciuto che le accuse rivolte loro non sussistono. Sono innocenti loro, ma con loro sono usciti puliti anche gli ischitani. I loro rappresentanti, non sono colpevoli di quanto erano accusati. E’ motivo di soddisfazione per i diretti interessati, ma anche per la popolazione. Non importa se nello specifico il singolo aveva votato o meno Ferrandino, comunque era il suo sindaco e lo rappresentava e sapere che chi lo ha rappresentato per due mandati non è colpevole, è motivo di soddisfazione per tutti, amici e nemici politici. O cosi dovrebbe essere. Si, chi è sceso dal carro nelle difficoltà, ora può risalire, c’è posto per tutti.

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