E ricordare questo mio amico mi riempie d’orgoglio, perché Antonino era qualcosa di prezioso sotto molti aspetti. Non voglio elencare le tante cose che ha fatto nella sua vita — e sono davvero tante — perché lui era un uomo curioso, incapace di fermarsi alla superficie. Voleva conoscere a fondo, capire davvero. Mi piace dire che Antonino, più che studiare, amava “consultare studiando”, come se il sapere fosse una mappa sempre aperta da allargare.
Antonino era nato il 3 dicembre 1944 da Carmela Schiano e Saverio Italiano. Era il primo di cinque figli: Antonino, Lina, Vincenzo, Maria e Rino. Fu un ragazzino che amò da subito il borgo di Ischia Ponte, con i suoi scogli, i vicoli e gli amici di sempre. In quel luogo così particolare conobbe una bella ragazza di nome Rita: tra loro nacque un legame dolce, solido, che li portò al matrimonio nel maggio del 1971. Rita era una donna semplice, con una genuina curiosità verso la vita; ascoltava con attenzione e poi, quasi con pudore, chiedeva “Ma è vero?”, affrontando tutto con quel suo sorriso sereno. Rita e Antonino erano diversi, per carattere e temperamento, ma sempre uniti.
Dal loro matrimonio nacquero Francesco Saverio — mio caro alunno — e Serena. Antonino era un uomo di cultura che non teneva per sé ciò che sapeva: anzi, amava condividere il suo sapere con passione. Mi aiutò molto quando preparavo la tesi di laurea sul vulcano degli Astroni, nei Campi Flegrei. Quando lo conobbi, mi parve un uomo severo e ne ebbi quasi soggezione. Poi mi tese la mano e mi disse: “Benvenuta tra noi, puoi darci una grande mano per le elezioni politiche.” Era il 1980, e nella sezione del Partito Socialista di Ischia Ponte — dove lui era segretario — imparai a conoscerlo meglio.
Il borgo di Ischia Ponte era la sua casa, ma lo studio lo portò oltre. Dopo le superiori si iscrisse alla Federico II di Napoli, a Scienze Geologiche. Amava Ischia e la sua natura, affascinato dai movimenti della crosta terrestre e dai cambiamenti che ne derivano. Per lui, però, lo studio non era mai fine a sé stesso: non cercava un titolo, ma la conoscenza. Consultava, confrontava, rifletteva. Nel tempo divenne anche presidente del Centro Studi Isola d’Ischia, ma le cariche, per lui, contavano poco. Antonino avrebbe fatto le stesse cose anche senza titoli, perché ciò che lo muoveva era la passione.
E poi c’era il mare: la sua altra grande passione. Le barche, il vento, le correnti, l’attesa del tempo giusto. Era uomo politico, uomo di cultura, ma soprattutto un uomo dal cuore buono, amante della vita semplice, della disciplina che essa impone e delle amicizie sincere. Ne aveva tante. Come padre fu severo ma giusto, sempre presente, guida discreta ma costante. Socio del Centro Studi fin dagli inizi, ne fu presidente dal 2009 al 2019, realizzando il terzo e il quarto volume di “Contributi e Memorie”.
Ma il suo grande impegno fu la difesa dei diritti dei lavoratori, battaglia che portò avanti con dedizione e coraggio. Quando la malattia arrivò, Antonino la affrontò con la forza di chi ha vissuto bene. Meno di un anno dopo la morte della sua amata Rita, nel settembre del 2020, anche lui ci lasciò, il 13 agosto 2021. Caro Antonino, da tempo volevo ricordarti dal punto di vista umano, perché uomini come te sono rari. Mi hai insegnato tanto, con il tuo esempio di studioso, di uomo politico e, soprattutto, di Uomo con la “U” maiuscola.
Un ringraziamento a Saverio Italiano per la collaborazione.









