Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza anche in altre realtà costiere, il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Terza) ha accolto il ricorso dell’associazione Earth contro l’ordinanza balneare n. 63 del 9 agosto 2021, firmata dal dirigente dell’area urbanistica del Comune di Casamicciola Terme. L’atto vietava, durante l’intera stagione balneare, l’accesso a tutte le spiagge del litorale ai conduttori di animali, fatta eccezione solo per i cani guida dei non vedenti e per i cani da salvataggio autorizzati.
Il Comune, che non si è costituito in giudizio, viene censurato per aver imposto una misura considerata “irragionevole, illogica e sproporzionata”, senza spiegare le ragioni del divieto e senza prevedere alcuna forma di mitigazione.
Il fatto – L’associazione animalista Earth, difesa dall’avvocato Massimo Rizzato, aveva impugnato l’ordinanza contestando “il difetto di motivazione, l’irragionevolezza e la violazione del principio di proporzionalità”. Il ricorso è stato discusso nell’udienza straordinaria di smaltimento arretrato del 18 settembre 2025, svoltasi da remoto, con la relazione della dott.ssa Daria Valletta. Il TAR ha riconosciuto l’attualità dell’interesse della parte ricorrente, ribadendo che il provvedimento impugnato si configura come un atto generale indirizzato a una pluralità indeterminata di destinatari e, pertanto, soggetto all’obbligo di motivazione previsto dall’articolo 3 della legge 241/1990.
Il diritto – Nella motivazione, i giudici campani scrivono: «Il provvedimento gravato non esplicita le ragioni che impongono una restrizione di carattere assoluto durante il semestre che va da aprile a ottobre, né prevede alcuna “mitigazione” del divieto (ad esempio mediante la previsione di fasce orarie o di aree limitate)». Il Collegio richiama anche precedenti pronunce sul tema, ricordando che: «Il provvedimento impugnato è illegittimo per difetto di motivazione, oltre che per violazione del principio di proporzionalità (…) La scelta di vietare l’ingresso agli animali sulle spiagge destinate alla libera balneazione è stata irragionevole ed illogica, oltre che irrazionale e sproporzionata». Il TAR sottolinea che l’amministrazione avrebbe potuto perseguire finalità di decoro, igiene e sicurezza con strumenti diversi, “ad esempio limitando l’accesso in determinati orari o individuando aree adibite all’accesso degli animali”.
La decisione – Alla luce di tali considerazioni, il Collegio ha disposto l’annullamento dell’ordinanza impugnata “nella sola parte di interesse”, accogliendo dunque integralmente il ricorso di Earth. Le spese di lite sono state compensate, ma il TAR ha confermato l’ammissione al gratuito patrocinio per l’associazione, liquidando al difensore la somma di 750 euro, oltre accessori di legge.
Un colpo pesante, dunque, alla rigidità di un divieto che negli ultimi anni aveva sollevato polemiche tra residenti e turisti. Il principio sancito dai giudici è chiaro: la pubblica amministrazione, anche quando si muove a tutela di interessi generali come l’igiene e il decoro, non può comprimere in maniera assoluta le libertà dei cittadini senza fornire motivazioni e senza esplorare soluzioni più equilibrate.
