PRIMO PIANO

Andate e… contagiate. Medici del Rizzoli positivi mandati a casa coi bus e navi

By Redazione Web

November 23, 2020

Ida Trofa | Covid, torna l’incubo contagi per medici e infermieri del Rizzoli. Dopo le morti, i drammi e la grave situazione vissuta in corsia in questi mesi, il contagio torna a mettere paura al presidio di Via Fundera. E lo fa nel momento più critico. Fa paura, soprattutto, anche la leggerezza e la superficialità con cui vengono trattati i sanitari infetti.E’ ancora una volta la gestione della realtà Covid del Rizzoli a far dubitare sulla bontà e la correttezza delle procedure anticontagio, sul rispetto della profilassi, sull’adozione delle misure necessarie ad evitare la diffusione del virus letale . Quel che andiamo a raccontarvi è la vicenda di tre camici bianchi, in realtà di un medico, un infermiere ed un OSS risultati positivi al Coronavirus mentre erano in servizio e tutti rispediti a casa con mezzi propri e senza presidi, dal primario, dal responsabile della task force covid lacchese.

Solo un’infermiera, come abbiamo avuto modo di raccontarvi attraverso le nostre pagine, è stata ricoverata per qualche giorno presso la contumacia, per poi essere dimessa e invitata raggiungere casa come poteva. Insomma arrangiandosi. Un fatto gravissimo.Consentire a pazienti COVID, di circolare senza le dovute cautele e i presidi di sicurezza è invocabile ed assurdo!Anche se ufficialmente dichiarati, guariti, peggio ancora senza, magari con cariche virali in circolo. Invece è quanto accaduto all’Ospedale di Ischia in questi giorni difficili con la costante ascesa del contagio. Tali scelte di dimettere ed abbuonare la loro destino sanitari e parasanitari potrà avere gravi ripercussioni sull’intero sistema, potrebbe comportare seri rischi per la salute pubblica e privata. Scelte che rasentano l’epidemia colposa.Medici, infermieri ed OSS che lavorano per l’ASL, che dovrebbero essere protetti dall’azienda, dai propri collegi e che operativi al Rizzoli e che invece vengono abbandonati al loro destino, costretti a circolare su bus, poi traghetti ed altri mezzi per raggiungere le prove residenze. I tre soggetti, sanitari risultati infetti, sono tutti residenti fuori dall’Isola.Costretti a viaggiare dopo essere stati dichiarati positivi al coronavirus su mezzi di trasporto pubblico con tutti gli annessi e connessi legati al potenziale contagio e ai rischi collegati con l’esplosione ai contatti sociali. Un rischio grave che potrebbe ripercuotersi sulla lotta alla diffusione del virus, oltre che a mettere a rischio la pubblica e privata incolumità degli stessi lavoratori dell’Azienda Sanitaria e dei pazienti dei vari PO ove gli stessi operano. Fatti e circostanze che bisogna denunciare con forza, senza tollerare oltre.

La seconda ondata di Covid è arrivata anche per i medici e gli infermieri. Con un effetto moltiplicatore e la cosa ancor più grave è che non si comprende se ad Ischia, esitano le procedure di tracciamento, di tutela.Se si contagiano i camici bianchi degli ospedali, i colleghi che restano in servizio sono costretti a turni più pesanti. Con organici sguarniti, prevale la stanchezza e si rischia maggiormente il contatto con un paziente positivo. Peggio ancora se si costringono questi medici a lasciare l’ospedale per raggiungere i propri domicili da soli, senza essere accompagnati in ambulanza o mezzi protetti.

Epilogo 1: Aumentano i contatti sociali e sui mezzi pubblici altri soggetti ignari si ammalano. Epilogo 2: altri medici e infermieri si possono contagiare.Ciò è evidente con il virus che circola in maniera devastante anche con la colpevole assunzione di atteggiamenti dannosissimi come quelli che si sono registrati al Rizzoli.Ovviamente bisogna fare una precisazione. Ovvero i medici e gli infermieri sono persone, esseri umani che hanno anche una vita privata, ovviamente, quindi per una parte di loro la trasmissione del virus potrebbe essere avvenuta anche lontano dai reparti o dagli studi medici. Ma ciò non toglie che una volta rilevata l’infezione, soprattutto se ciò avviene nei controlli in reparto, questi debbano restare ricoverati e all’occorrenza tutelati e accompagnati nel loro percorso di guarigione o verso luoghi dove seguire la quarantena e la terapia. Purtroppo questo non è avvenuto!