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Amore a distanza | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 7 gennaio 2020

Totò, Eduardo De Filippo, Pino Daniele e Luciano De Crescenzo sono solo quattro tra i tantissimi napoletani famosi, ufficialmente innamorati di Napoli, che anche nel momento più consolidato della loro fama (non solo, quindi, agli inizi di carriera) hanno scelto di viverle lontano. Nei loro film, commedie, canzoni e libri, Napoli è sempre stata più che presente, al centro di un universo creativo di grande profitto, raccontata in modo sapiente, gradevole e in tutte le sfaccettature possibili, quasi sfruttata per un successo che ha vinto ogni pregiudizio geografico, etnico e sociale, diventando spesso orgoglio e bandiera di una rivalsa senza confini.

Napoli al centro del loro successo, quindi. Ma non della loro vita.

Per molti, questa decisione rappresenta una scelta obbligata: gravitare in certi ambienti e a certi livelli rende impossibile restare fuori dai contesti che contano! E Napoli, purtroppo, per chi intraprende una carriera come la loro, non è neppure minimamente paragonabile a Roma o Milano, sedi storiche della tivù nazionale e cenacoli indiscutibili dei vip della cultura, dello spettacolo, dell’arte, della letteratura e della moda. Parimenti nel calcio, laddove neppure una gestione più che garantista sotto il profilo economico-finanziario (e nulla più) come quella di Aurelio De Laurentiis al Napoli ha consentito, da Maradona in poi, l’arrivo di top players sempre sognati e accostati con le sole chiacchiere da calciomercato al club azzurro, ma mai decisi ad una scelta di vita che, come ricorda la scena di un recente film, fa piangere due volte: quando si arriva e quando si va via.

A volte, come adesso che mi trovo dall’altra parte del mondo, penso al mio sogno nel cassetto di invecchiare qui negli Stati Uniti. E pur non essendo un personaggio famoso come quelli citati ad esempio, mi chiedo se così facendo tradirei o meno quell’Isola meravigliosa, tanto difficile da odiare ma altrettanto da accettare nei suoi limiti atavici e a cui sento di aver dato tantissimo. Forse troppo.

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