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sabato, Aprile 20, 2024

Albergatori si oppongono alla condanna pecuniaria, chiedono di essere processati

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GLI IMPUTATI: Il decreto penale di condanna viene notificato agli indagati, i quali hanno un termine perentorio per presentare impugnazione. Cosa che puntualmente è giunta da parte di Salvatore e Carmine Di Meglio, Anna Russo, Giovan Giuseppe Buono e Francesco Orofino. E’ una scelta che viene adottata nel caso in cui c’è la certezza che non sussiste alcuna responsabilità. Perché in caso contrario il giudice può comminare anche una condanna detentiva. L’unica che è uscita definitivamente da questo processo è Francesca Maria Presutti, che ha scelto di pagare la sanzione

 

Alcuni dei più grossi albergatori dell’isola d’Ischia hanno deciso di non accettare il decreto penale di condanna che era stato richiesto dalla procura della Repubblica e controfirmato dal giudice per le indagini preliminari. Per somme non consistenti, ma comunque da loro ritenute ingiustificate e tali da formalizzare una opposizione che comporta necessariamente il rinvio a giudizio dinanzi al tribunale per rispondere di tutta una serie di reati legati alla gestione delle proprie attività ricettive. Per presunti reati di natura ambientale. Per aver espulso dalle proprie aziende delle acque reflue e legate al funzionamento delle piscine termali nella pubblica fognatura. Senza essere stati autorizzati dalle competenti istituzioni. Il pubblico ministero, con l’ausilio della polizia giudiziaria, aveva ritenuto che vi fossero state delle violazioni di legge, così come accertato dai militari del Nucleo operativo ecologico dell’Arma. Ispezionando gli scarichi, le strutture termali e le piscine annesse. Al fine di verificare come venissero smaltite queste sostanze liquide che vengono ritenute non pericolose, ma che comunque debbono seguire un percorso del tutto diverso e non possono essere immesse direttamente nel sistema fognario pubblico.

Il pubblico ministero aveva ritenuto di chiedere (poi ottenne dal gip) un decreto penale di condanna per 3.000 euro nei confronti di Salvatore Di Meglio, Giovan Giuseppe Buono e Francesca Maria Presutti. Nonché l’allora legale rappresentante di una nota famiglia ischitana che possiede più strutture alberghiere, che nel frattempo è deceduto. Più elevata la sanzione che era stata comminata nei confronti di Anna Russo, per 4.000 euro. Ancor più elevata per altri due importanti albergatori ischitani che posseggono più strutture, Carmine Di Meglio e Francesco Orofino, sanzionati per 5.000 euro.

Come accade in questi casi specifici, il decreto penale di condanna viene notificato agli indagati, i quali hanno un termine perentorio per presentare impugnazione. Cosa che puntualmente è giunta da parte di Salvatore e Carmine Di Meglio, Anna Russo, Giovan Giuseppe Buono e Francesco Orofino. E’ una scelta che viene adottata nel caso in cui c’è la certezza che non sussiste alcuna responsabilità. Perché in caso contrario il giudice può comminare anche una condanna detentiva. L’unica che è uscita definitivamente da questo processo è Francesca Maria Presutti, titolare anch’ella di alcune strutture alberghiere.

Nulla di fatto, ma restano in piedi le contestazioni. E riguardano espressamente i singoli alberghi che vengono gestiti da uno dei componenti delle varie famiglie che detengono la leadership della ricezione degli ospiti nel comune d’Ischia e che comunque hanno dichiarato nella loro opposizione, tramite i difensori di fiducia, che non c’è stata alcuna forzatura, violazione di legge; che le loro imprese hanno seguito pedissequamente le disposizioni sanitarie e quelle amministrative nell’utilizzo di acque termali e di come dovessero essere smaltite. Essendo quelle acque naturali e provenienti da fonti che emergono dalle profondità dell’isola. Senza essere trattate, ma utilizzate così come sono. Quale inquinamento, quale smaltimento illecito, e tutto ciò sono convinti di poter dimostrare al giudice che dovrà giudicare i cinque albergatori.

La lista dei capi d’accusa è abbastanza corposa. Il primo riguarda la gestione dell’Hotel Felix e in questo caso la Procura fa due distinzioni: nella prima si sofferma su cosa realmente sia stato smaltito, per quale attività e poi passa ad analizzare la responsabilità penale in ordine a chi ricopriva il ruolo di legale rappresentante. Nel periodo che va dal 19 al 27 febbraio del 2015 il responsabile risultava essere Carmine Di Meglio, uno dei componenti della famiglia che ha il controllo di numerose strutture tramite la capofila Dimhotels: «Per aver, quale legale rappresentante della Limparo srl gestore dell’albergo Hotel Terme Felix, sito in Ischia alla via Alfredo De Luca, effettuato scarichi in pubblica fognatura di acque reflue industriali, segnatamente provenienti dalle piscine termali, senza alcun trattamento preventivo e senza alcuna legittima autorizzazione».

La struttura Felix era comunque legata ad una società in particolare, di cui Carmine Di Meglio deteneva il controllo: «Perché nella sua qualità di rappresentante legale della Limparo srl effettuava un’attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi (teli di plastica posti sui letti utilizzati per la fango-terapia) senza la prescritta autorizzazione».

Furono controlli che vennero eseguiti in un arco temporale abbastanza stretto ed in pieno inverno, quando molte attività ricettive risultano chiuse. Ma vi sono altre che accolgono quel turismo cosiddetto di terza età. La polizia giudiziaria eseguì un controllo presso la struttura alberghiera Hotel Parco Verde, il cui proprietario risulta essere Giovan Giuseppe Buono. Anche qui non ci sarebbero state delle autorizzazioni rilasciate al fine di compiere determinati scarichi ed in particolare per una lavanderia: «Per aver, quale legale rappresentante della “Ischia srl”, gestore della struttura ricettiva denominata “Hotel Parco Verde”, sito in Ischia alla via Mazzella, effettuato scarichi al suolo di acque reflue industriali provenienti da un locale adibito a lavanderia, senza alcuna legittima autorizzazione».

Non dovrà comparire dinanzi al tribunale, ma quasi certamente quella sanzione sarà stata versata. E con questa mossa non rischierà, Francesca Maria Presutti, di doversi confrontare con il giudice penale che nei casi accertati può comminare anche una pena detentiva. L’albergo in questione, di cui risultava al 3 marzo del 2015 legale rappresentante, era l’Hotel Solemar. Anche qui legato alla gestione delle piscine, ai lavaggi delle strutture connesse all’attività alberghiera: «Per aver, quale amministratore unico della società “Hotel Solemar srl”, gestore della struttura ricettiva omonima sita in Ischia alla via Battistessa, effettuato scarichi in pubblica fognatura di acque reflue industriali, segnatamente di controlavaggio dei filtri delle piscine, senza alcun trattamento preventivo e senza alcuna legittima autorizzazione». Questo capo d’imputazione è stato escluso dal giudice dell’udienza preliminare Alabisio che ha firmato il relativo decreto che dispone il giudizio. Gip che negli ultimi mesi si è occupato con maggiore insistenza di vicende legate a richieste di rinvio a giudizio provenienti dall’ufficio di Procura per diversi amministratori comunali ed esponenti della politica che si erano macchiati di reati contro la Pubblica Amministrazione. Prosciogliendo ultimamente il sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino e il tecnico comunale Silvano Arcamone per la nota vicenda legata alle ordinanze emanate per la spiaggia di Cartaromana, in cui si riteneva che si fosse realizzato un vantaggio patrimoniale per il beneficiario evidenziandosi il reato di concorso in abuso d’ufficio. Circostanza che non ha retto al primo vaglio del giudice.

L’altra posizione è per un altro componente della più importante famiglia di albergatori di Ischia, Salvatore Di Meglio, che fa parte in qualità di socio della Dimhotels. In questo caso il Di Meglio era stato indagato per una violazione di una specifica norma ambientale in quanto rappresentante della società che cura gli interessi dell’Hotel Terme President che si trova sulla circumvallazione esterna e non, come erroneamente riportato nel capo d’imputazione, in via Alfredo De Luca. Anche qui si contesta di aver riversato nell’impianto pubblico acque industriali senza la prescritta autorizzazione, così come sarebbe stato accertato dai militari dell’Arma l’11 marzo del 2015: «Per avere, quale legale rappresentante della “Hotel Terme President srl”, gestore dell’albergo “Hotel President Terme”, sito in Ischia alla via Alfredo De Luca, effettuato scarichi in pubblica fognatura di acque reflue industriali, segnatamente provenienti dal reparto di lavanderia senza alcuna legittima autorizzazione».

Anche Anna Russo ha deciso che sia giusto ricorrere al giudice del dibattimento, perché in quella sede è sicura di dimostrare la propria innocenza, di aver gestito quale amministratore di un noto albergo di Ischia in modo corretto e senza aver abusato negli scarichi, in particolare della struttura della lavanderia, e le autorizzazioni di cui era in possesso erano più che sufficienti a poter svolgere quelle attività. Contestate invece dai controlli effettuati dagli organi competenti il 16 marzo del 2015: «Per avere, quale amministratore della società “Faba srl”, gestore, per l’attività alberghiera, della struttura ricettiva “Hotel Hermitage & Park” sita in Ischia alla via Mazzella, effettuato scarichi sul suolo di acque reflue provenienti dal locale lavanderia senza alcuna legittima autorizzazione».

La stessa imputata dovrà comparire per i medesimi fatti, per aver avuto la responsabilità di un’altra struttura alberghiera facente capo ad una famiglia storica di Ischia. Così come accertato il 19 marzo dello stesso anno: «Per avere, quale amministratore della società “Hotel Regina Palace srl”, gestore della struttura ricettiva omonima, sita in Ischia alla via Edgardo Cortese, effettuato scarichi sul suolo delle acque reflue termali provenienti dal controlavaggio dei filtri delle piscine, senza alcun trattamento preventivo e senza alcuna legittima autorizzazione».

Altro nome importante del turismo ricettivo è senza dubbio Francesco Orofino, le cui strutture alberghiere si affacciano sul Lido di Ischia, le cui attività di scarico sarebbero finite nella pubblica fognatura senza autorizzazione: «Per avere, quale amministratore della società “Aurum Lido srl”, gestore della struttura ricettiva “Hotel Ischia Lido”, sita in Ischia alla via R. Gianturco, effettuato scarichi in pubblica fognatura di acque reflue provenienti dal controlavaggio dei filtri di n. 2 vasche termali coperte, senza alcuna legittima autorizzazione».

Un secondo capo è per il ruolo ricoperto nell’ambito della capogruppo: «Perché nella sua qualità di amministratore della società “Aurum Lido srl”, effettuava un’attività di stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi (fanghi termali e fanghi delle fosse settiche) oltre il limite temporale di anni uno previsto per il deposito temporaneo».

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