Ho provato ad analizzare il profilo Facebook del vigile urbano di Ischia Francesco Masullo, oggetto delle recenti cronache del nostro Quotidiano e non è stato difficile comprendere il malessere che questo ragazzo vive da lungo tempo rispetto alla sua posizione lavorativa, così come provare a definire il confine tra il suo disadattamento e l’incomprensione (diciamo così) di chi lo circonda.
I vigili stagionali e i verificatori delle strisce blu assunti nei vari Comuni (nella fattispecie mi limiterò a valutare quelli di Ischia), fatta eccezione per pochi casi palesemente e indiscutibilmente meritocratici, sono figli del più becero metodo stile cencelliano, pronto a calpestare tutto e tutti in virtù della semplice e inderogabile necessità di spartire il disponibile assegnandolo a persone vicine, spesso oltre l’immaginabile, all’elettorato di questo o quell’esponente politico. Non fa nulla se molti di loro godano di un italiano mediocre e non conoscano neppure una parola d’inglese, o che il loro rapportarsi all’utenza, turistica o indigena che sia, sappia molto più di scostumatezza e arroganza che di spirito di servizio: l’importante è esserci e aver conquistare il posto fisso.
Francesco (tornando al caso del giorno), che non è ischitano e che mi dicono sia plurilaureato, ha certamente sbagliato di grosso il modo di esternare il suo disappunto per un episodio e uno stato di cose in cui avrebbe certamente meritato maggiore collaborazione e solidarietà da parte di colleghi e superiori. Ma proprio in virtù della sua assunzione, figlia della rara meritocrazia che oggi lo ha anche portato, in un momento di esasperazione, a sparare senza scrupolo contro tutto e tutti e a manifestare apertamente anche il suo orientamento politico opposto a quello dell’amministrazione in carica, questa storia andrebbe illuminata dai riflettori di quella trasparenza e quel buon senso che in Via Iasolino mancano ormai da qualche lustro. Prima che sia troppo tardi.
Chiaro, Chiara ed Enzo?
La PA dovrebbe essere datore di lavoro modello. Spesso invece si registrano disagi del personale. Masullo non è l’unico a protestare e se lo ha fatto in questo modo, sbagliando, è solo perché non è stato ascoltato nei canali “ordinari”. Il malessere c’è e non solo nei vigili urbani. Eppure il dipartimento della funzione pubblica è stato molto esplicito nel formulare le linee guida per il merito nella PA e nel ricercare e promuovere il benessere organizzativo.