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sabato, Aprile 20, 2024

Acquisizione vs Demolizione: Casamicciola sfida la Procura

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Ida Trofa | Casamicciola si appresta a varare un procedimento storico. Una decisone che qualcuno definisce epocale. Una sfida all’acquisizione contro il dramma della demolizione. La distruzione del patrimonio pubblico causata dal sisma offre la prospettiva giusta e un buon appiglio. Il primo, in specie, della storia dell’Italia dei condoni e della piaga legata all’abusivismo edilizio: l’acquisizione al patrimonio pubblico per pubblica utilità di un bene oggetto di demolizione. Fin qui era stato solo housing sociale.

Un’idea scartata subito dal governo Castagna che, invece, ha proposto nel merito della suddetta acquisizione la realizzazione di un polo d’istruzione per dare sedi alternative a quelle distrutte dal sisma del 2017. Una scuola dell’Infanzia, per l’Istituto Comprensivo “Enrico Ibsen” da insediarsi nell’ambito di un complesso diviso in tre parti, per oltre mille metri quadri, edificato su area non vincolata, né soggetta, ad esempio, alle prescrizioni di inedificabilità legate al rischio idrogeologico e corredata da pareri e permessi richiesti dalla norma in relazione alle istanze di sanatorie presentate negli anni 80 e 90 sulla scorta del secondo condono. I tecnici e gli avvocati studiano da settimane.
All’indomani della sentenza della Corte di Cassazione che non ha lasciato scampo ai tre immobili, tre lotti, per complessivi 1050 metri quadri in via Oneso o Pendio Lacco proprio sul confine tra Lacco Ameno e Casamicciola, oggetto di sanatoria secondo i principi e i dettami del condono 724/94. Un complesso sito ai piedi dell’ex Hotel La Pace per il quale la magistratura ha, però, obiettato e contestato la lottizzazione abusiva disponendone la demolizione.

L’abbattimento è fissato per il 18 febbraio prossimo. Rombano le ruspe di stato, mentre la proprietà Borriello-Schiano-De Siano, gravata dall’ordinanza di sgombro, ha già liberato l’immobile accasandosi altrove. Il primo caso di acquisizione al pubblico patrimonio di un bene oggetto di demolizione a Casamicciola, ma non il primo caso di acquisizione al patrimonio per salvare un bene. Negli anni duemila, infatti, il comune ha presentato una proposta di acquisizione di un immobile che altrimenti sarebbe stato requisito dalle banche.

La convocazione del consiglio
La proposta del comune di Casamicciola Terme scritta a quattro mani con l’avvocato Bruno Molinaro, “consulente” del sindaco Castagna, sarà sottoposta nelle prossime ore all’attenzione del consiglio comunale. Il sindaco Giovan Battista Castagna con una nota ben dettagliata ha richiesto e motivato al presidente del consiglio comunale l’avv. Nunzia Piro la convocazione del civico consesso. La seduta è fissata per Mercoledì 12 febbraio alle ore 15.00 e in seconda convocazione per giovedì 13 alla stessa ora, quando basteranno solo 4 voti per approvare la mozione che, poi, dovrà essere sottoposta al giudice per l’esecuzione.

Un proposta il cui esito non è scontato. L’ultima parola ancora alla magistratura
Non è scontato che la proposta sia accolta dal magistrato che, fin qui, ha mostrato di voler dare un segno forte e tangibile sulla vicenda demolizioni procedendo a “maglio spiegato” con gli abbattimenti ad Ischia.
Sull’immobile è già stato acceso un mutuo da parte del comune del valore di 150 mila euro circa con la Cassa Depositi e Prestiti. L’approvazione del progetto di acquisizione al patrimonio per dare un asilo al paese consentirebbe un risparmio alle case pubbliche, tra l’altro di 200 mila euro.
In primis per i mutui risparmiati (generalmente nessuno degli abbattuti tranne rare eccezioni paga il conto delle esecuzioni in danno) e oltre 30 mila euro di oneri di urbanizzazione. Versati negli anni dalla proprietà per l’edificazione dell’immobile. Soldi che, in caso di abbattimento, dovrebbero essere restituiti al cittadino dal comune che li ha incassati. Insomma siamo dinanzi ad un caso unico e limite.
Un bene costruito in area di edificabilità, addirittura destinato alla Zona C dal Piano Regolatore Generale e dunque in aree per la nuova edilizia residenziale pubblica e privata. Un immobile oggetto di sanatoria in ossequio alla 47/85, e dei successivi pareri, ma ritenuto da abbattere al culmine di una lunghissima e cruenta battaglia legale nella quale non entriamo nel dettaglio essendo già stata detta la parola “FINE”.
La Procura è pronta a demolire, il consiglio comunale a salvare la strutture e dotarsi di un edifico scolastico.
Un immobile legittimato che il comune, per la prima volta nella storia, acquisirebbe non per l’housing sociale (già abusato altrove e mostratosi fallimentare) ma per farne con destinazione certa, effettiva e concreta sede scolastica scuola dell’infanzia ai sensi dell’art 31. La proposta di dichiarazione di prevalenza dell’interesse pubblico alla conservazione del complesso immobiliare acquisto al patrimonio comunale e censito al Foglio 10, P.lle 755 e 695 in caso si favorevole accoglimento da parte del giudice incaricato dell’esecuzione e potrà avere solo e solo quella destinazione. Una procedura, come è intuibile, che non è calzante per tutti e non può valere per tutti i “condannati del condono“. In ogni caso lo Stato ha già vinto!

Sedi distrutte dal terremoto, solidi pubblici e pareri non ostativi. Dalla Soprintendenza di Elena Cinquantaquattro a Baldino passando per Di Noto Morgera
Il terremoto e la devastazione di gran parte del pubblico patrimonio ed in particolare delle scuole pubbliche ha fornito il suo contributo alla causa e al progetto con tutte le sedi inagibili e milioni di euro di soldi pubblico che lo Stato, l’emergenza prima e la ricostruzione poi, paga per garantire al scuola al Cratere sismico di Ischia tra sedi in locazione e trasporto pubblico da assicurare agli allievi terremotati sfiora cifre dell’ordine del milione di euro.
La proposta che reca in se il germe del buon senso a 360 gradi se visto sotto la proposta del pubblico interesse, del risparmio delle casse pubbliche e del terremoto che ha privato Casamicciola anche delle sue scuole, è corredata, nel merito, anche del parere della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli che la dottoressa Teresa Elena Cinquantaquattro ha sottoscritto in ordine ai permessi in sanatoria concessi.

Un parere reso con nota protocollo 2438 del 21 febbraio 2017, prima del sisma, con cui la Cinquantaquattro si pronunciava esprimendo parere favorevole nel merito della competenza paesaggistica dell’Opera che nel 2018 ottenne poi il permesso a costruire in sanatoria n.4. La proposta di acquisizione che si appresta ad essere valutato in consiglio, oggi reca il parere non ostativo del Responsabile dell’Ufficio Tecnico Ing. Michele Maria Baldino e della relazione del tecnico geometra Crescenzo Di Noto Morgera che attesta la qualità dell’immobile e le condizioni dell’area rispetto ai vincoli panificatori.
Entrambi dichiarano di non avere “Nulla da osservare” trattandosi di una proposta di delibera di esclusiva competenza del consiglio comunale, non riconducibile, in qualcuno tale, all’attività di gestione di competenza del Responsabile dell’UTC in materia edilizi è tenuto conto, scrive Baldino “di quanto ritenuto, nella specie, dalla Corte di Appello di Napoli, Sezione VI, con ordinanza del 4 giugno 2019 in ordine agli effetti dei titoli abilitativi rilasciati in data 19 marzo 2018, 27 marzo 2018 e 26 aprile 2018 sul procedimento RESA, ordine Giudiziario di Demolizione confermato con Sentenza n.1988/94 della Corte di Appello di Napoli, ritenuta irrevocabile”.

La seconda fase e l’incidente d’esecuzione
Se la proposta dovesse passare al voto consiliare si apre una secondo a fase. La questione su cui è chiamata decidere il consiglio è molto complessa e perniciosa, comprensibili i timori e le paure di molti consiglieri chiamati a votare. Davanti a questi atti, infatti, ci si assume una responsabilità pesante validando un atto comunque perfettibile. Dopo il voto, il giudizio più atteso e più pesante, è quello del magistrato. Nel caso il giudice non accettasse la proposta di acquisizione e di creazione di un asilo, il comune potrebbe decidere (in realtà il sindaco Castagna ha già deciso) di fare ricorso contro l’eventuale diniego all’acquisizione.
Anche in questi passaggi delicati si vedrà il fondamento e la validità dell’atto tecnico-politico che tra mercoledì e giovedì sarà sul tavolo del consiglio.

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