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giovedì, Marzo 28, 2024

Abbiate misericordia, non prendeteci in giro

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Editoriale | Gaetano Di Meglio | Non voglio pensare che i “napoletani” del Pio Monte si siano lasciati beffare, in questo modo così lampante, dalla classe politica di Casamicciola. La verità, però, è che qualcosa sia stato firmato. Ho letto il verbale sottoscritto ed è chiaro che il comunicato dice altro. Chi ha mentito, non lo so. Ma quello che so è che la pratica Pio Monte rimane muta. Una pratica che meriterebbe, invece, ben altra trattazione. Una pratica che potrebbe esplodere insieme con Casamicciola nella più grande occasione di sviluppo del comune termale.
Ma gli scenari sono tutti da paura. Tra poco si vota e l’accordo sbandierato ieri mattina sarà trasformato nella più grande operazione di voto di scambio mai vista. Se Cesaro è sotto inchiesta per un ticket in palestra, non ho idea cosa potranno raccontare gli avidi e incapaci politici di Casamicciola. Ma se fa paura la maggioranza, l’incubo è rappresentato dalle possibili alternative. Pensare alla sciagura Arnaldo o alla maledizione per tutte le generazioni collegata alla possibilità, remota, di un governo grillino è fin troppo facile.
Ma pensare al Pio Monte come un’operazione spot e non inserita in un’idea di paese è follia. E oggi, siamo nel centro di questa follia. Dalla fuffa che abbiamo letto emerge che si farà un albergo, che avrà lo scandalo delle giostrine e della monnezza a lato e un parcheggio attorno. Ma stiamo scherzando? Ma, davvero, GiBì e compagni pensano di prendere in giro i casamicciolesi. Assurdo. Siamo nel 2019 e, siamo ancora a dar credito alle balle politiche diffuse da un’amministrazione che si regge sul voto di Loredana Cimmino e di Lucia Miragliuolo. Assurdo è poco! La strumentalizzazione politica della vicenda, ahinoi, è chiara. Ignazio starà già affilando gli artigli in vista di appalti, appaltini e altre lucrose attività. Gli altri, invece, si limiteranno alle solite attività politica di piccolissimo cabotaggio. Ma Casamicciola merita altro. E’ anche vero che in 19 mesi siamo stati protagonisti della più grande occasione sprecata di un popolo. Una sorta di suicidio collettivo che è raccontato dai numeri del terremoto. Che è raccontato dalla gestione politica di questa gente. Che è raccontato dalla cronaca di questi giorni. Che è visibile nella zona rossa, sulle sue macerie e su nessuna prospettiva. Nessuna rinascita. La verità, triste, è che c’è bisogno, solo di tanta misericordia. Ma non di quella che offriva i benefici termali ai poveri, ma quella di non indossare i gilet (mettete voi il colore) e incendiare il Capricho.

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