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mercoledì, Aprile 24, 2024

Abbattimenti: torna l’incubo per Elizabeth Ayala

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Leo Pugliese  | L’isola ripiomba nell’incubo abbattimenti. Da giorni –  infatti –  è viva la preoccupazione e l’apprensione della cittadinanza nei confronti delle tante “RESE” chei stanno arrivando dalla Procura della Repubblica. Su tutte, spicca l’ordine di demolizione della casetta di Elizabeth Ayala, la signora peruviana che da anni combatte la sua battaglia contro le istituzioni. La signora Elisabeth vive in un vero e proprio tugurio, costruita con una vita di sacrifici dal marito poi morto prematuramente. Un tetto, un letto e un piccolo angolo cottura che sono il suo “tutto”. Mentre la politica locale non sa che “pesci”pigliare, le istituzioni latitano, sull’isola  – dunque – come se non bastasse tutto quello che sta avvenendo da un punto di vista giudiziario,  la paura delle demolizioni torna prepotente. Dopo anni di apparente silenzio, la Procura ha ripreso quella calendarizzazione di abbattimenti iniziata ben 7 anni fa. E tutto questo purtroppo arriva alla vigilia di una nuovo discussione parlamentare sull’argomento condono  edilizio che torna ciclicamente in Parlamento. E così è stato pochi giorni fa quando in Commissione Territorio e Ambiente, è stato presentato dal senatore Nitto Palma (PdL) un nuovo disegno di legge (ddl 3131) che chiede di modificare il DL 269/2003 sul condono edilizio, riaprendo i termini – scaduti il 10 dicembre 2004 – per la presentazione delle domande di sanatoria degli abusi commessi fino alla fine del 2003 ed estendendo la possibilità di condono anche sulle violazioni dei beni ambientali e paesaggistici.

Purtroppo, “Condono edilizio” è un termine estremamente impopolare. Stigmatizzato dal PD, come una bestemmia, resta in realtà, se applicato bene con criteri seri, uno strumento utile per l’Erario dello Stato e per una trasformazione positiva del paesaggio. Il Partito Democratico, capace solo ad esprimere dinieghi, dovrebbe invece proporre alternative praticabili

“E’ il sedicesimo tentativo da gennaio 2010 di riaprire i termini del condono edilizio del 2003. Una vera vergogna, che il parlamento deve impedire”. Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sul disegno di legge Nitto Palma la cui discussione è stata calendarizzata in Senato per la prossima settimana.

“Sono ormai più di due anni che alcuni senatori tentano di salvare dalle ruspe le case abusive costruite nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico, e quindi assolutamente insanabili – commenta Cogliati Dezza – Il movente dei senatori campani è sempre lo stesso: intervenire sulla legge nazionale, prorogando i termini del condono del 2003 per aggirare la legge regionale campana del 2004 che rende insanabili gli immobili abusivi in aree vincolate e impedire le demolizioni disposte dalla magistratura. Ci aspettiamo ora che il governo si assuma la responsabilità di esprimere con forza la sua contrarietà a questo ennesimo tentativo, anche per coerenza con il disegno di legge Catania sul consumo di suolo”.

Secondo il rapporto Ecomafia  sono almeno 258.000 gli immobili abusivi sorti tra il 2003 e il 2011, per un fatturato complessivo stimato in 18,3 miliardi di euro. Il rapporto di Legambiente riporta inoltre 6.662 infrazioni nel ciclo del cemento nel 2011, cioè 18 reati accertati al giorno, e 1964 sequestri effettuati tra immobili e pertinenze. Il ddl tornerà all’esame della Commissione la prossima settimana, ma sembra difficile che possa passare.

Eppure, il chiaro stop del Governo e del Pd ad ogni ipotesi di condono edilizio non sembra scoraggiare i sostenitori della sanatoria, che però ora intendono proporla in una forma ‘eco-friendly’. “I condoni che abbiamo visto in passato non sono più attuabili. I parametri precedentemente utilizzati sono incompatibili con il buon senso che appartiene ad ognuno di noi. Oggi è possibile, invece, pensare ad una sorta di condono edilizio ‘migliorativo’: chi intende accedere a questa forma di condono deve realizzare obbligatoriamente con esso opere di mitigazione ambientale e paesaggistica dell’abuso ed opere di efficientamento energetico. Due piccioni con una fava”, propone Filippi del Gruppo Assembleare Pdl . “In questo modo non viene premiato, come in precedenza, chi ha abusato. Al contrario, l’obiettivo primario è la riqualificazione dell’esistente e la sistemazione dei numerosi errori commessi in ambito edilizio, di cui le nostre realtà sono costellate”.

In effetti dal 1973 ad oggi, in Italia, sono stati attuati tre condoni edilizi e sei condoni fiscali, con introiti prodotti superiori ai 100 miliardi di euro. Le entrate della famigerata Imu sulla prima casa corrispondono a circa 4 miliardi annui, con un condono edilizio ‘migliorativo’ si potrebbe alleviare la pressione fiscale che attualmente grava sulle famiglie italiane”, e inoltre “si produrrebbero nuove occasioni di lavoro: tecnico e d’opera di qualità, anziché di mero carteggio sanzionatorio”. Secondo Filippi, buona parte dell’incasso derivante dal condono migliorativo andrebbe lasciato ai Comuni.

Anche i 5 stelle pensano ad un condono in chiave verde. Proprio nella vicina Ischia, tempo  fa i parlamentari del Movimento 5 stelle locali con la presenza del vicepresidente della camera Luigi Di Maio, intervennero  annunciando una proposta di legge sulla “riabilitazione e revoca delle sanzioni demolitorie e ripristinatorie, amministrative e penali, solo a condizione che sia stata accertata l’esecuzione di opere di prevenzione del rischio sismico ed idrogeologico nonché interventi di bioedilizia e potenziamento dell’efficienza energetica e risparmio delle risorse idriche” .

 

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