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venerdì, Aprile 19, 2024

Zizì: il pannicello freddo al problema traffico

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4ward di Davide Conte

Mentre scrivo questo 4WARD mi trovo a Siviglia, splendida città conclusiva di un tour dell’Andalusia regalato a me e Catrin dai “soliti” Tony e Sara. Ne consegue che non ho ancora avuto modo di “toccare con mano” gli effetti della navetta Zizì nel Comune di Ischia, ma questo non mi esime da una serie di considerazioni che, come sempre, rispecchiano coerentemente il mio modo di pensare rispetto alla mobilità alternativa dalle nostre parti. E comunque anche questo viaggio potrà confortarmi in alcune mie tesi sull’argomento.
Enzo Ferrandino va lodato a metà: è cosa buona aver avuto il coraggio (senza entrare nel merito delle modalità di assegnazione) di instaurare un servizio di collegamento tra un importante parcheggio periferico e il centro; è da idioti adottare una soluzione del genere lasciando aperti i varchi delle ztl e limitarla a Piazza degli Eroi, ma soprattutto dimenticando che se l’utilizzo di tale servizio viene affidato alla discrezionalità dei nostri concittadini il fallimento è assicurato.
Ecco, quindi, come si trasforma una buona intenzione in un pannicello caldo raffreddatosi impietosamente sin dalla sua pur immediata applicazione: benefici zero, prospettiva sotto zero e, come se non bastasse, visione di paese totalmente inesistente.
Forse nessuno prima di me ha evidenziato la necessità di isolare l’asse viario Ponte-Porto dal traffico veicolare, ma questo senza dimenticare l’adozione di un collegamento alternativo lungo tale percorso e, se possibile, ecosostenibile. Ma questo, così come la chiusura definitiva di Ischia Ponte, prevede due regole essenziali: 1) presenza di posti auto per i residenti utili ad eliminare l’affollamento di veicoli in sosta lungo le varie strade della zona interessata; 2) divieto assoluto di accesso veicolare nell’orario di vigenza del servizio.
Sono sbagliati, quindi, sia i tempi sia i modi del provvedimento dell’attuale Sindaco (non so per quanto ancora continuerò a concedergli la maiuscola), specialmente se si tiene conto del fatto che, in una prospettiva ottimistica che potrebbe vedere l’ultimazione dei parcheggi di Via Alfredo De Luca e della Siena (e perché no, la verifica della progettazione 2003 del parcheggio della Sopraelevata collegabile al porto reso cantierabile con tanto di finanziamento dall’Amministrazione Brandi), ridisegnare la mobilità del nostro territorio comunale poteva –e potrebbe ancora- risultare molto più semplice del previsto, senza creare particolari traumi ad alcuno.
Quanto ai parcheggi in costruzione, poi, smettiamola di scandalizzarci più di tanto! E’ impensabile ridurre il numero delle auto in strada senza trovare i posti dove metterle; ed è altrettanto da pivelli pensare che i soli divieti riescano a ridurne la presenza e l’utilizzo. Di certo, si tratta del primo passo verso una maggiore dissuasione all’uso smodato che molti di noi fanno delle loro quattro ruote, ma diciamocela tutta: solo le nostre auto superano le settantamila unità censite su tutta l’Isola ed è già un problema insormontabile che non ci sia uno straccio di provvedimento unitario tra i sei Comuni per affrontare tale fenomeno. A questo vanno aggiunte tutte quelle dei turisti, alcuni dei quali amano Ischia perché da sempre è “carrabile” e perché il divieto-colabrodo consente ai non residenti in Campania di sbarcare, senza “scontentare” chi non ne ha diritto attraverso deroghe eccessive.
E allora, pensateci solo un attimo: intanto che la coscienza civica di tutti questi automobilisti nostrani venga sollecitata adeguatamente al punto da convincerli sulla necessità indifferibile di ridurre il traffico in centro, quanto tempo passerà? E intanto, dove mettiamo queste auto se non in strutture adeguate come in tutte le località turistiche del mondo? La foto a corredo di questo editoriale l’ho scattata mercoledì nel corso del mio arrivo a Cordoba, città patrimonio dell’umanità (capito? Altro che vincoli!). Quello che vedete è l’ingresso di un parcheggio multipiano a ridosso del centro storico, ben mimetizzato alle spalle delle antiche mura di cinta color ambra, che consente a tutti di trovare posti auto a prezzo modico (3,50€ per un paio d’ore) e passeggiare comodamente per i circa cinquecento metri che li separano dalla spettacolare Mezquita. Lo stesso genere di servizio, molto spesso senza navette di collegamento o sharing-taxi, esiste in un numero altissimo di città al mondo, che vantano isole pedonali particolarmente accoglienti e laddove, per tale genere di provvedimento, non è stato né deturpato l’ambiente né limitata la libertà di movimento dei cittadini, siano essi residenti o meno nelle aree interessate.
Il problema, quindi, verte su due punti fondamentali: in primis, la verifica della capacità delle amministrazioni in carica di adottare provvedimenti seri, utili e ben articolati, magari anche con una gradualità temporale che tenga conto delle infrastrutture da realizzare e dei servizi da ottimizzare; nondimeno, la volontà politica di rendersi impopolari verso quegli elettori fin troppo abituati a veder tutelati i soliti, maledetti cazzetti propri, quelli che da troppo tempo tarpano le ali alla crescita loro, dei loro figli, delle loro aziende, della loro Isola.

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