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giovedì, Aprile 25, 2024

YSL, lo spot “Capri” girato a Ischia

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Bella e affascinate, Kate Moss irrompe nello spot pubblicitario per la nota marca Yves Saint Laurent che ci aveva fatto “sognare” fin dalle sue riprese, giunte di punto in bianco, la scorsa estate tra Casamicciola Terme e Lacco Ameno.
Sì, ricorderete un po’ tutti, le riprese, durante circa un giorno, che hanno interessato l’eliporto isolano, con la bella top model inglese protagonista della scena a bordo di un grande elicottero nero e poi al centro dell’eliporto, con alcuni piano sequenza ritmati e cadenzati.
Fin dalle foto che erano state scattate sul set si era vista tutta la forza carismatica della modella, non nuova a campagne pubblicitarie anche molto forti.
Ed infatti, la scorsa settimana, quando lo spot è stato distribuito su tutte le piattaforme online e non solo, Kate Moss ha fatto subito parlare di sé per quel topless nemmeno troppo celato che mostra sia a bordo dell’elicottero che sul ciglio dell’eliporto di Casamicciola Terme, con il nostro mare e la nostra linea di costa a far da cornice.
Elementi nettamente riconoscibili da noi isolani e da chi ama la nostra isola che, però, non viene menzionata nei credits del video che, al 02 dicembre 2017, ha collezionato ben oltre le 44mila visualizzazioni sul solo canale youtube di Yves Saint Laurent. Anzi, nei credits, vi è indicato “Kate Moss – Capri Spring 18 – #Ysl13 By Anthony Vaccarello – Directed By Nathalie Canguilhem.”
Capri. Vi è indicata l’isola di Capri. Perché? Beh, per vari motivi che sono stati anche evidenziati in una grande nube di commenti sollevati da molti isolani indignati per quanto accaduto.
Iniziamo con il concept e lo story board della campagna pubblicitaria messa su da YSL. Parliamo di tre mini film targati Saint Laurent che mostrano alcuni dei capi della collezione primavera / estate 2018 realizzati in una atmosfera da sogno in bianco e nero diretti dall’art director della compagnia, Anthony Vaccarello e che dovevano essere realizzati, tutti, presso la particolare Villa Malaparte a Capri, con la sua scalinata mozzafiato in mezzo al mare.
Un mix tra influenze anni sessanta, film di Jean-Luc Godard e la French Nouvelle Vague. Ed il primo mini film doveva raffigurare l’arrivo della modella presso la Villa Malaparte, in elicottero.
La necessità di un eliporto e delle ambientazioni “da isola” ha quindi fatto optare per la registrazione della scena dell’avvicinamento dell’elicottero con la bella Kate Moss in topless con pelliccia presso l’eliporto casamicciolese.
E fin qui, diciamo, è tutto comprensibile… la campagna in sé racchiude nel titolo “Capri” (Spring18Capri, ndr), ma, ovviamente, la nostra domanda è più che giustificata: perché non inserire nei credits, nella sezione tecnica almeno, la location del primo film?
Anche perché il secondo, affascinante, mini film mostra Kate ed altre modelle presso Villa Malaparte (che comunque non viene citata, ma vi è solo il richiamo dell’isola nel titolo della campagna, ndr).
Perché è accaduto ciò? Di questo e di possibili soluzioni, ne abbiamo parlato con Michelangelo Messina, fondatore dell’Ischia Film Festival e tra i membri attivi della Film Commission Campania, ente fondamentale come leggeremo a breve.
“Riguardo lo spot Kate Moss – ci ha dichiarato Michelangelo Messina – è ovvio che nei credits vi è riportato Capri. Lo spot era stato commissionato su Capri e se ne è occupata la Capri Film Commission (ente riconosciuto dal comune di Capri), non avendo trovato a Capri l’eliporto giusto sono venuti ad Ischia, dove, come al solito senza una tutela (noi non abbiamo una film commission riconosciuta dalle amministrazioni isolane) hanno fatto quello che volevano. Se avessimo avuto anche noi una Film Commission autorizzata e riconosciuta dalle amministrazioni, si sarebbero imposte alcune condizioni alla produzione e nei credits ci saremmo stati anche noi. Purtroppo Ischia funziona così, al primo che arriva (furastiero) si aprono le porte spesso senza pensare alla collettività.”
Michelangelo, spiegaci meglio il ruolo e l’importanza, a questo punto sempre più fondamentale, delle Film Commission.
“E’ semplice. Se ad Ischia una volta e per sempre le amministrazioni locali si decidono a riconoscere e/o costituire una Film Commission dell’isola d’Ischia quando arriva una produzione, che sia per un corto, un documentario, riprese per la tv, film o altro “devono” passare per la Film Commission la quale valuta, su indicazioni delle amministrazioni, quello che devono fare e assiste, aiuta e impone le condizioni per girare ad Ischia alle produzioni che ne fanno richiesta. Ma se, invece, il politico di turno una volta che giunge, ad esempio, la troupe Rai sull’isola, la fa assistere da un pincopallino chiunque (che magari fa un altro mestiere nella vita ma è solo vicino all’amministrazione del momento) allora il settore diventa terra di nessuno e ognuno fa quello che vuole. A Capri non funziona così, qualsiasi richiesta per riprese, occupazione suolo pubblico per riprese etc., che arriva ai due comuni, viene girata alla Film Commission di Capri, la quale da tutto l’appoggio possibile e gestiscono la cosa in maniera diversa.”

Mentre sull’isola di Ischia cosa succede?
“Ad Ischia basta che uno fa una domanda ad un comune, il politico di turno cui piace l’idea e da l’autorizzazione si toglie dagli impicci, se poi c’è una visibilità mediatica (tipo trasmissioni Rai etc etc) e la cosa interessa, sempre il politico contatta “gli amici” per gestirla e così ci si ritrova con esperti di ogni genere che fanno i location manager ed oltre, quando magari il loro mestiere è un altro.
Senza tutele per il territorio quindi…
“Nel caso specifico dello spot, la Film Commission di Capri, che conosco bene, ha contattato i responsabili dell’eliporto e ha chiesto (e pagato presumo) l’atterraggio per le riprese, chi gestisce l’eliporto bene ha fatto ad incassare la proposta, era un cliente come un altro e finisce lì. Ma se ci fosse stata una Film Commission dell’isola, i responsabili dell’eliporto avrebbero dato l’assenso per l’utilizzo dello stesso alle loro condizioni, poi avrebbero chiamato la Film Commission per la gestione delle riprese e l’isola di Ischia sarebbe stata citata nei credits poiché le condizioni venivano imposte. Tutto questo serve anche a tutelare l’immagine del territorio e il brand (ove mai esistesse). Le Film Commission hanno il compito di attrarre produzioni sul proprio territorio ma anche quello di tutelarlo. Vi faccio un esempio, anni fa mi contattò una produzione che voleva girare un film ad Ischia, come sempre chiedo la sceneggiatura per capire di cosa si tratta, quando capii che il film avrebbe trasformato una zona dell’isola in una periferia di Sarajevo descrivendola come un luogo orribile e schifoso, mi fermai e gli bloccai tutti i possibili accessi alle amministrazioni. Così fecero dietro front. Purtroppo ognuno dovrebbe fare il proprio mestiere.”

Sul tema, in generale, non sono mancate polemiche negli anni…
“Beh, riguardo la polemica di Antonio Lubrano su Muccino, cui non ho risposto neppure perché non ne vale la pena, basta pensare a chi scrive (ha bloccato l’accesso dei pulmini sul pontile mentre giravamo al Castello perché doveva andare con la macchina allo slargo del pontile sotto il Castello a leggersi il giornale, quando lo fermai mi disse che lui per abitudine tutti i gironi faceva questo). Comunque, con l’Ischia Film Festival abbiamo un centro studi con accreditati docenti universitari che studiano cineturismo e marketing territoriale ed è venuto fuori, in uno dei nostri convegni, che lo spettatore non va in visita in un luogo in base al “nome” del luogo ma bensì va nel luogo per le “locations” ovunque esse siano, pertanto Ischia la puoi chiamare anche Mongibello o Katmandu, sono le immagini dei luoghi che parlano e lo spettatore va a cercare quei luoghi. Nel film di Muccino, e concludo, non viene menzionata Ischia, lo ha dichiarato egli stesso, ma non viene menzionato nessun luogo è l’isola e basta, se poi pensiamo che il film è stato scritto su Ventotene e poi invece, grazie alle sue location, è stata scelta Ischia, il ritorno è tutto nostro.”

1 COMMENT

  1. Occasione buona per eleggere un’altro Presidente e magari riconoscergli anche una prebenda,o no?

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