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venerdì, Aprile 19, 2024

Vita ischitana

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Vincenzo Acunto | La settimana che è andata è stata caratterizzata da un evento di cronaca molto brutto. ì L’accoltellamento che si è registrato all’esterno di un locale notturno in Forio alla Via Cava delle Pezze, ha avuto un risalto mediatico di cui l’isola certamente non aveva bisogno. Feriti vari più o meno gravi che hanno riprodotto, in salsa locale, l’accoltellamento del giovane Bettarini all’esterno di un locale milanese. Fatto quest’ultimo che, però, ha prodotto ben altri risultati da parte delle forze dell’ordine.
Arresti e chiusura del locale. Poi sarà la prefettura e/o la magistratura a stabilire il prosieguo. A Forio No. Come mai? Siamo in due Italie diverse o di fronte a discutibile diversa applicazione della stessa legge?
Non credo che si debbano fare particolari studi per capire che laddove si consentono assembramenti di persone e di infrangere anche le più elementari regole di comportamento, l’evento criminale è dietro l’angolo. Anche i cani e i porci notano che, tutte le sere (e particolarmente tra il sabato e la domenica) nella strada anzidetta si parcheggia in doppia fila, sul marciapiedi e la gente bivacca all’esterno del/i locale/i del posto. Si creano, frequentemente, ingorghi di traffico tra pullman di linea, autoambulanze, auto e motocicli.
Giovani strafottenti, seduti sulle auto, con birre tra le mani che si atteggiano tra ragazzette più o meno discinte. Non sarebbe cosa normale che le auto in circolo dei carabinieri o della polizia, si fermassero (una o due volte) per costringere (previa una bella multa) a rimuovere quel parcheggio assurdo e illegittimo?
Non sarebbe normale far controllare, da agenti in borghese e in anonimo, come si vendono gli alcolici all’interno di detti locali? E, non sarebbe stato normale (come a Milano) disporne la chiusura una volta accertato che la “gang” s’era etilicamente esaltata all’interno di esso?.
Cose normali che però ad Ischia diventano indefinibili.
Altro evento di cui ha dato notizia questo giornale è stata la assoluzione del sindaco di Lacco Ameno per la vicenda dei rifiuti. Un processo che si trascinava da qualche anno e nel quale erano stati coinvolti oltre a Pascale anche l’ex sindaco Irace ed altri consiglieri e funzionari. La cosa che mi ha destato impressione è stata la dichiarazione del sindaco “ora ce la faremo pagare a chi ha fatto le denunce”.
E’ vero che un risultato processuale positivo determina sempre una particolare eccitazione che spesso sfugge dal senno, ma ad un rappresentante delle istituzioni non è consentito l’uso di espressioni da bar. Lui ben sa che la denuncia è una informazione. Se la stessa contiene riferimenti diffamatori o calunniosi, consente una reazione risarcitoria, ma se eccita il pubblico ministero che all’esito di accertamenti (anche sofisticati) chiede ad un giudice terzo il rinvio a giudizio e poi un tribunale assolve, il contesto cambia ed il rappresentante delle istituzioni fa brutta figura nel dire certe cose. Farebbe miglior cosa, il dinamico e capace sindaco di Lacco Ameno, a spronare i suoi funzionari affinché facciano rimuovere certe oscenità e pericoli (lungo la Via Montevico e la Via Borbonica) prima che si verifichino altri eventi.
Casamicciola è presa dalle vicende del terremoto e, a parte qualche “scazzata” nell’area portuale e le vicende legate alle assunzioni triennali, che questo giornale ha etichettato per “assunziopoli” (lessico orribile preso in prestito da tangentopoli), nel voler adombrare illegittimità di sorta, altro non si registra a parte la penosa vicenda dell’asilo parrocchiale.
Barano vive come Casamicciola nell’inedia totale e sembra che il sindaco sia operante solo per la partecipazione alla processione di S. Rocco. Meglio così dice il mio amico Giuseppe Di Meglio “così non fa guai”. Ischia è tutti i giorni all’attenzione di questo foglio.
Un giorno si e l’altro pure ci viene offerta una fotografia pensierosa del primo cittadino che appare prossimo ad una crisi esistenziale come se fosse capitato lì per caso. Chi lo conosce bene sa, invece, che è un ottimo incassatore e che difficilmente molla la presa, avendo mascelle molto dure da ottima carica zuccherina del suo patrimonio genetico. Non so se la presa mantenuta farà bene alla collettività. Ischia, stando alle cronache, non può continuare ad essere legata all’ombellico di Giosi Ferrandino che ama fare e disfare le cose come il babbo amava fare con le parracine.
Chi, invece, non occupa mai un rigo di stampa è Rosario Caruso e la sua amministrazione serrarese. Ognuno pensa che, come nella canzonetta di Nunzio Filogamo degli anni 50, a “madame marchesa tutto va ben”. Ma possiamo veramente dire così? Tiro un profondo sospiro e senza infingimenti, dico che così non è. La furbata di Rosario Caruso di inserire “nella consulta del suo staff” il direttore di questo foglio gli è servita a garantirsi un occhio chiuso sui fatti del suo paese.
Con la conseguenza di consegnare, nell’immaginario isolano, il convincimento che tutto vada bene.
Nei fatti invece ognuno può “fare i cazzi propri”.
Solo il maldestro Carraturo riesce di tanto in tanto a portare nel paese la presenza dello Stato. Dico maldestro nel convincimento personale che, anche la repressione giusta, deve avere sempre le sue regole d’azione. Colpire prima chi omette e poi chi non esegue perché non sa.
E, per dirla alla Totò “ho detto tutto”. Ma ritornando “alla marchesa” ed al refrain del suo maggiordomo, che nonostante stesse dandogli la notizia che il castello s’era incendiato, amava dirgli “tout va très bien madame la marquise”, è da dire al “mio direttore” che non è tutto “bien” quello che succede a Serrara Fontana.
L’abusivismo edilizio è fermo? Si solo per i fessi. Gli abbottonati col potere (dei funzionari) fanno quello che vogliono e non vengono attenzionati in quanto, pur se noti, si aspetta “la denuncia”. I suoli pubblici, per i quali in passato ho fatto battaglie epiche, sono alla mercé di chi si sveglia per primo al mattino e sono utilizzati nel convincimento, sempre più esclusivo, che la mucca va munta appena ha latte.
In tal concetto sulla piazzetta di S. Angelo 4 gelati a tavolino sono costati la modica somma di € 120,00 e tre caffè ed un gelato € 70,00. Somma quest’ultima ben prelevata ad un funzionario municipale che aveva avuto l’ardire di sedersi al tavolo con proposito risparmino e che s’è tenuto la posta. Forse per non apparire “poco chic”. Il porto è gestito alla “sinfrasò” e basterebbe molto poco per far emergere incongruenze di non poco conto.
Le spiagge? Sono, semplicemente, al di fuori di ogni regola: di sicurezza, di fiscalità, di privacy. Ma non importa a nessuno. Eppure nella sola mattinata di domenica (8) ho incontrato l’auto “bravo” della Polizia di Stato che, nell’area pedonale che porta alla piazzetta, arrancava tra i calli dei pedoni che ciabattavano per andare al mare. Scendevano per un giusto giro di perlustrazione. Ho pensato che l’auto poteva servire per meglio scoprire qualche facinoroso che si stava determinando a commettere un reato e sarebbe stato più agevolmente trattenuto in essa per sottrarlo, caso mai, ad un linciaggio. Tutto può essere. Precedeva l’auto della polizia, un drappello di tre carabinieri (a piedi), mentre un vigile urbano, stancamente, con la sua bella maglietta d’ordinanza faceva lo stesso percorso in auto elettrica. Un paese presidiato così è difficile trovarlo anche nei pressi di Scampia e tutti dovrebbero essere contenti. Almeno statisticamente, il rispetto delle regole è assicurato night and day!!.
Solo Giovanni, il solito contestatore insoddisfatto, mormorava “arrivano tutti alla stessa ora e poi se ne vanno e ognuno continua a fare i cazzi propri”. Comprendo quindi che è “in ragione della statistica” e non del vero che il “mio direttore consultato” non dedica spazio giornalistico a Serrara Fontana, paese che anche grazie a lui e alla sua consulta possiamo “statisticamente” definire virtuoso. Il comico però vuole che, nonostante la sua presenza consultata, il suo invito al sindaco per far riconoscere al regista Muccino (che nel film “a casa tutti a bene” ha inquadrato più volte la Torre di S. Angelo) la cittadinanza onoraria serrarese, è caduto nel nulla essendo incappato nel ciclo mestruale del Beppuccio che, adombratosi col primo cittadino reo di non avergli comunicato che la sua gatta siamese aveva avuto un parto plurigemellare, non ha voluto partecipare alla giunta. Concludo nel ricordo del poeta “e in tanto fugge questo reo tempo e van con lui le torme” e del commento che il mio professore di italiano, nella sua esposizione estasiata, dava al “van con lui le torme”, per dire alla napoletana “accussì adda ì e accussi va!!”.

acuntovi@libero.it

1 COMMENT

  1. meno male che se ne e’ accorto anche lei avvocato, ma a serrara anche con la denunzia, i furbetti attaccati al bottone, diciamo cosi’, svicolano

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