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giovedì, Aprile 25, 2024

Varriale: «Tornare nell’Ischia? Se l’imprenditoria locale si prende le sue responsabilità…»

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Lucio Varriale e le sue verità. Nell’ultima giornata del 35esimo Meeting Estate, l’ex patron gialloblu ha voluto fare chiarezza sulle vicende che nell’estate del 1998 hanno portato al fallimento dell’Ischia Isolaverde. In un incontro andato in scena nella sala congressi del Regina Isabella, l’avvocato napoletano ha fatto un dettagliato riepilogo della sua avventura in gialloblu, partendo dagli inizi della stagione 96-97: «A Positano mi raggiunsero Catello Buono e altri dirigenti perché l’Ischia era a rischio fallimento. Staccai un assegno di 180 milioni, avevo limitato la mia partecipazione al salvataggio di una squadra che aveva meritato palcoscenici nazionali. Poi, dopo sette sconfitte consecutive, decisi di prendere in mano la situazione, rivoluzionammo la squadra e con Mister Cucchi sfiorammo i play-off».

Varriale si è poi soffermato sugli aspetti oscuri di quel calcio, partendo da presunte combine e poi arrivando alla nota vicenda della fideiussione poi giudicata falsa: «Qualcosa non quadrava. C’era un giro sporco in tutto il calcio e pure l’Ischia si trovava a farne parte. In alcuni casi, come una sfida con l’Avellino, i tifosi mi avvertirono che la partita fosse combinata. Ci furono altri casi simili, a dimostrazione che il sistema calcio era una vera associazione a delinquere». Poi il discorso cade sulle note vicende dell’estate 1998 che portarono all’estromissione dell’Ischia dai campionati professionistici: «La fideiussione dell’Ischia non risultò buona, nonostante fosse la stessa che invece presentarono altre società. Cercammo di risolvere perché avevamo ancora tempo, tanto che un mio amico si propose con un miliardo: questo progetto venne fermato sul nascere, perché dai piani alti mi dissero che era già tutto pronto a favore del Palermo».

Incalzato dalle domande del moderatore Angelo Pompameo, Varriale non ha chiuso ad un eventuale ritorno all’Ischia: «Se l’imprenditoria di Ischia si prendesse le sue responsabilità, non uno ma cento Lucio Varriale sarebbero pronti a rilanciare»

L’AVVOCATO PETTORINO. L’altro intervento corposo della mattinata è stato quello dell’avvocato Stefano Pettorino, negli anni ’90 legale dell’Ischia Isolaverde. Un intervento che parla del passato ma anche ben ancorato nel presente: «Quando si parla di gialloblu c’è sempre qualcuno che deve salvare la società. Dopo 2-3 anni di gestione del mecenate di turno, ci si ritrova sempre ad affrontare il solito problema di mancanza di liquidità per iscriversi al campionato. In questo senso, gli ischitani non hanno mai dato un contributo: l’unico che ha pagato con la sua vita imprenditoriale è stato il dottore Catello Buono, uno che ha dato tutto all’Ischia». Parole al miele per il farmacista, più dure per l’ambiente isolano, ma Pettorino ha voluto fare una precisazione: «Questo non è un atto di accusa nei confronti degli ischitani, è un momento di riflessione che cade in un momento in cui si stanno riproponendo le solite problematiche societarie».

Pettorino è passato poi a parlare dell’era Varriale: «Si iniziò con un certo programma poi, dopo 7 sconfitte di fila, Luciano mi disse che voleva vincere il campionato. Arrivò il direttore Tonino Lo Schiavo, i costi di gestione arrivarono a circa 150 milioni al mese e sfiorammo i play-off. Nell’anno successivo, nella stagione 97-98, avemmo problemi iniziali per l’iscrizione ma poi ce la facemmo». Alla fine della stagione, però, arrivò il fallimento: «La lobby finanziaria degli assicuratori attaccò pesantemente Varriale. Noi cercammo soluzioni per iscriverci già ad aprile, tanto che creammo tutte le condizioni amministrative per partecipare al campionato 98-99, con i versamenti dei soci che vennero considerati aumento di capitale». Per l’iscrizione ci volevano 1 miliardo e 200 milioni di fideiussione, alla luce di alcuni debiti Irpef: «Avevamo problemi in tal senso e con la regia della Covisoc ci venne indicato un funzionario di banca. Pagammo 200 milioni ma poi la fideiussione venne giudicata falsa. Ma noi, è bene fare attenzione, fummo giudicati parte lesa nel processo». La faccenda finisce nei fatti qui, con l’Ischia fuori dai giochi, ma le recriminazioni durano ancora oggi «Dopo 5 anni – ha spiegato Pettorino – venne fuori lo scandalo delle fideiussioni. L’ Ischia Calcio è stata vittima del sistema, è certificato dalle inchieste della magistratura: il Palermo si iscrisse e usò le stesse fideiussioni, lo stesso Napoli, Parma e Lazio». Pettorino ha chiuso il suo intervento con un dato («Varriale ha messo nell’Ischia 2 miliardi») e con una nota amara: «Ho fatto un voto, non andare più allo stadio».

GLI ALTRI INTERVENTI. Ad aprire l’incontro è stato il padrone di casa Franco Campana, che ha ricordato l’edizione del 1983, quando venne presentato per la prima volta Diego Armando Maradona. Parola anche per l’avv. Tommaso Mandato («È stato un periodo esaltante per la storia dell’Ischia»), Carmine Tascone, di cui riportiamo un’intervista a parte. Spazio anche al giornalista Giovanni Sasso, che ha detto la sua sull’ultima stagione dei gialloblu e ha poi posto un interrogativo sul fallimento dell’Ischia del 1998, un interrogativo che facciamo nostro: il proiettile partì da Palermo, ma chi caricò la pistola? Ai posteri l’ardua sentenza.

1 COMMENT

  1. lobby degli assicuratori ecc, ecc. ma chi doveva indagare per queste porcherie perchè non lo ha fatto? Possibile che un avvocato come Varriale si sia fatto fregare da qualcuno? Ai posteri l’ardua sentenza

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