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venerdì, Marzo 29, 2024

Università italiana in crisi: l’innovazione arriva dalle università telematiche

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La situazione delle università italiane versa in pessime condizioni. Nonostante i diversi problemi alla luce del sole oramai da anni, ci ha pensato Eurostat a sollevare numeri e questioni ancor più preoccupanti: secondo l’istituto di ricerca, infatti, nel 2016 solo il 26% dei ragazzi compresi fra i 30 ed i 34 anni ha conseguito una laurea, ed il tasso di abbandono delle scuole superiori è schizzato alle stelle, fino a raggiungere il 14% dei ragazzi compresi fra 18 e 24 anni.

Perché calano i diplomati iscritti all’università?
Per quale motivo i ragazzi che riescono a conseguire il diploma scelgono poi di non iscriversi all’università? Una domanda che sorge spontanea, alla luce dei dati diffusi da Almalaurea, secondo la quale il 2016 è stato l’anno del peggior crollo di immatricolazioni a livello universitario. I motivi, come illustrato da esperti del settore quali Don Lorenzo Milani, sono innanzitutto economici: le famiglie, messe in ginocchio dalla crisi, non riescono a sostenere le spese di iscrizione dei propri figli all’università. E la mancanza delle politiche relative al diritto all studio – unita ai tagli voluti dal governo a scapito delle borse e degli alloggi universitari – non hanno certamente migliorato la situazione.

Iscrizione all’università: quali sono i costi?
Iscriversi all’università costa, e non parliamo solamente delle spese relative all’immatricolazione e alle tasse universitarie. Frequentare un corso di studi, infatti, significa anche spendere dei soldi per il materiale di studio e per i libri, ai quali si aggiungono le spese per la benzina o per il biglietto dei mezzi pubblici nel caso dei pendolari. Secondo dati riportati da Federconsumatori, mantenere un figlio all’università fuorisede significa spendere tra gli 8000 e quasi i 10000 euro l’anno. Una cosa che gli ischitani sanno bene: andare a studiare in altre regioni significa anche pagare ingenti affitti e ovviamente spendere anche tanti soldi in divertimento, oltre che per l’acquisto dei generi alimentari.

Università online: una soluzione alla crisi
Una soluzione alla crisi c’è, e si chiama università online. Parliamo di enti che hanno rivoluzionato il concetto di didattica, aprendo le porte ad atenei prettamente telematici, dunque sostituendo le lezioni frontali con quelle in video-conferenza. Ma in che modo queste università 2.0 possono dare una seconda possibilità a chi ha abbandonato gli studi o a chi ha scelto di rinunciare all’immatricolazione, spinto soprattutto da motivazioni economiche? Questi enti hanno ad esempio delle facoltà universitarie a Salerno che si rivelano perfette per i giovani di Ischia, dato che è possibile frequentare le lezioni sul web e recarsi nella sede fisica solo per sostenere gli esami. Visto l’impegno quasi nullo in termini di orari, questo permette anche di trovare un lavoro part time per pagarsi gli studi.

Il settore dell’e-learning è in crescita
L’appeal delle università online e del settore dell’e-learning viene testimoniato dai dati Docebo, secondo i quali la crescita di questi atenei telematici potrà anche contare su un ulteriore +5,6% in questo 2017. Merito soprattutto dei vantaggi delle lezioni online e dei ragazzi che – proprio come gli ischitani – potrebbero trovare nelle università online la soluzione ai loro bisogni di formazione, anche per poter contare su un titolo di studio necessario per trovare un lavoro migliore.

 

 

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