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giovedì, Marzo 28, 2024

Una pillola di calcio, una di… parcheggio! (giusto per non scontentare nessuno)

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4ward di Davide Conte

DI CALCIO – Implacabile, neppure il tempo di sfottere gli amici juventini su Facebook per il “paliatone” rimediato contro i blaugrana, è arrivato il contrappasso calcistico per noi napoletani in terra ucraina. Sicuramente la sconfitta ha assunto proporzioni completamente diverse, quanto ai rapporti di forza tra le due squadre in campo e la capacità dell’una di contrastare l’altra nonostante il risultato finale. Mentre i bianconeri hanno perso senza possibilità di appello, con un palese stato di inferiorità rispetto ai catalani, gli azzurri hanno pagato lo scotto di giocare ancora una volta con un uomo in meno (Hamsik), condizionando negativamente i reparti difensivi e di centrocampo per un bel po’ e, come se non bastasse, l’ennesima papera di Reina, che aspettavamo da quattro partite e che, in cuor nostro, ci illudevamo invano che non sarebbe mai più arrivata.
Non credo che Napoli e Juve debbano o possano crucciarsi più di tanto di quanto accaduto martedì e mercoledì a Charkiv e a Barcellona: c’è decisamente poco da fare per entrambe le squadre. La Juve, con tutta probabilità, se non riuscisse a far quadrare i risultati delle sue tantissime, ennesime compravendite multimilionarie avrebbe molte recriminazioni in più del Napoli, specie vedendo saltare ancora una volta l’obiettivo Champions; De Laurentiis e il suo team, invece, come ho avuto modo di scrivere già più volte, dovranno solo fare mea culpa per il mancato rafforzamento dei due reparti che ne avevano sicuramente bisogno e pregare che il nostro capitano ritrovi presto la sua forma migliore, con Sarri che nel frattempo dovrebbe provare a tenerlo un po’ a riposo anziché concedergli sempre e comunque la titolarità.
Ciononostante, la riflessione che dobbiamo porci è sempre la stessa: ci rendiamo conto che più tempo passa, più la competitività del calcio italiano in Europa diminuisce? Vogliamo capire o no che nel mondo del pallone di casa nostra, anche tenendo conto del solo punto conquistato dalle nostre tre squadre in Champions sui nove disponibili nel primo turno, diventa sempre più evidente che c’è qualcosa che non funziona? Quando diventerà sufficientemente chiaro che è impensabile commissariare un organo federale importantissimo solo perché le società interessate non riescono a trovare la quadra sull’elezione del Presidente di Lega per chissà quali interessi a noi –teoricamente- sconosciuti? Il tempo passa e noi, nonostante tutto, siamo ancora qui a parlarne. Solo a parlarne.
DI PARCHEGGIO – Ho fatto parte, come tutti sanno, dell’Amministrazione Brandi e ne sono onorato, sbandierandolo ai quattro venti ogni qualvolta possibile, convintissimo più di sempre di aver fatto bene e di essere stato parte integrante del miglior momento amministrativo vissuto dal nostro Comune nella cosiddetta seconda Repubblica, sempre più rimpianto da chiunque abbia una benché minima dose di obiettività. Appartiene a quell’Amministrazione anche il parcheggio “del Jolly”, quello che si sta appena trasformando su due livelli, con un progetto estremamente chiacchierato negli ultimi tempi. Le accuse che si muovono a quest’opera, al di là degli onnipresenti populismo e qualunquismo politico su cui eviterò di soffermarmi, vanno in due direzioni ben precise: la prima riguarda la possibilità dell’opera stessa di inficiare la falda termale di Fornello e Fontana su cui il parcheggio insiste; la seconda, un presunto innalzamento di un metro dell’attuale piano di calpestio del parcheggio stesso, che creerebbe per molti un autentico mostro sotto il profilo squisitamente estetico e dell’impatto ambientale (questo sconosciuto).
Considerazioni sul primo aspetto: ho già avuto modo di dire che, nonostante ci troviamo su sponde politiche opposte ormai dal 2011, reputo Paolo Ferrandino un caro amico e, soprattutto, un tecnico capace. E con tutti i suoi difetti (chi di noi non ne ha?), primo tra tutti quello di cambiare casacca pur di stare dalla parte di chi gestisce (non fosse altro che per aver dimostrato quanto l’opposizione non faccia per lui), credo che anche la sua coscienza gli imporrebbe oltre ogni possibile interesse o potere di contrastare qualsiasi genere di opera realmente dannosa per il territorio. Orbene, senza entrare in quest’occasione nel merito della questione parcheggio sì-parcheggio no, perché un po’ tutti sapete come la penso in materia di organizzazione della mobilità nel nostro centro urbano, ricordo a me stesso e a chi mi legge che, da quanto ne so, il progetto che si sta realizzando non differisce da quello posto in essere dall’Amministrazione Brandi se non per i fondi persi da Giosi Ferrandino e compagni nel corso del decennio trascorso e che, gioco forza, hanno impedito di estendere l’opera, come previsto, anche nella zona dei cosiddetti “giardinetti”, mettendo così ordine in quell’area che, attualmente, assomiglia a una kasbah degna del “quartiere” di piricelliana memoria. Se ciò trovasse conferma nei fatti, così come l’ho avuta io documentandomi, il piano di calpestio superiore del futuro parcheggio rispetterebbe l’attuale quota dell’ingresso di Via delle Terme, livellandosi così verso l’interno e non consentendo pertanto alcun fantomatico innalzamento. Quanto alla falda, è vero (lo ha scritto anche Sandro Florenzo su Facebook) che lo scavo arriverà a due metri e ottanta di profondità e la falda comincia a due e novanta, ma dovrebbe essere altrettanto vero che nessun operatore termale della zona attinga a tale livello, perché esso risulterebbe essere già particolarmente inficiato da colibatteri di vario genere, costringendo tali operatori a trivellare a decine di metri in più di profondità, utilizzando in tal modo l’acqua in tutta tranquillità loro e dei loro Ospiti.
Non mancheranno i soliti imbecilli che scambieranno queste mie opinioni per una difesa personale del mio tanto vituperato amico (che di certo non ne abbisogna). Ma come ho già avuto modo di proporre a qualche operatore preoccupato, correttezza imporrebbe di ascoltare anche l’altra campana, magari in un confronto pubblico che includa il Sindaco, il dirigente comunale per l’edilizia pubblica, il progettista, il direttore dei lavori e perché no, lo stesso Paolo Ferrandino. In quella sede, dopo aver verificato tutto quanto c’è da verificare, andandocene a casa con la massima tranquillità o ponendo in essere azioni concrete di protesta per i lavori già cominciati, potremmo chiedere loro se, quando e come vorranno spiegarci in che modo intendano affrontare concretamente il tema del traffico e della mobilità sostenibile. Che ne dite?

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