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venerdì, Aprile 19, 2024

Un “Safari” da ripetere. Bravi!

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4WARD di Davide Conte

Per uno come me –consentitemelo-, storicamente avvezzo all’organizzazione di eventi di qualità (molti di quelli che contano) sull’isola d’Ischia, l’esperienza di ISCHIA SAFARI non può che essere considerata estremamente positiva. Lunedì scorso, nella splendida cornice del Negombo, abbiamo partecipato ad un contesto enogastronomico di altissimo livello, laddove chef, pizzaioli e pasticcieri hanno offerto un assaggio (è il caso di dire) della loro maestria ad un pubblico molto più numeroso di quanto ci si potesse aspettare. Oltre mille persone, infatti, hanno affollato l’arena solitamente dedicata agli spettacoli e ad Ipomea, attrezzata per l’occasione con tensostrutture ospitanti una mega pasticceria-pizzeria-cucina da campo, con banchi enormi dalle pietanze pronte a spaziare, con la giusta dose di innovazione, nella cultura del buon mangiare campano. Libera Iovine (prima ischitana ad ottenere la prestigiosa stella Michelin), con Nino Di Costanzo, Pasquale Palamaro, e Andrea Migliaccio (strano non aver visto anche l’altro “stellato” ischitano Crescenzo Scotti), hanno fatto in qualche modo da padroni di casa, capisquadra e quasi testimonial di un plotone di cinquantaquattro prestigiosi alfieri di forni, pentole e fornelli, che hanno letteralmente deliziato il palato dei tantissimi presenti; ma all’altezza della loro fama e degli altri nomi di grido che vi hanno partecipato, posso assicurarVi che anche tantissimi altri “non stellati” ischitani hanno dato un contributo professionale importantissimo alla serata. Eviterò di nominarli per non far torto a nessuno, ma sono stati tanti i rappresentanti di ristoranti per così dire normali, quotidiani, alla mano, a sorprenderci con ricette altamente creative, gustose e talvolta anche dense di piacevole raffinatezza.

Mi soffermerò per un attimo su un aspetto squisitamente sociologico che ne è emerso, uno di quelli cosiddetti “terra terra”: la “cultura della panza” ad Ischia resta senza dubbio imperante. Ad ISCHIA SAFARI ho visto mobilitate centinaia e centinaia di nostri compaesani d’ogni età, sorprendendomi di scorgere anche persone poco avvezze a questo genere di uscite infrasettimanali, oltre ai soliti habitués della mondanità. Sia chiaro, da una parte sono estremamente lieto di ciò, perché almeno in queste occasioni viene meno l’atavica pigrizia di casa nostra nei confronti di ogni novità, specie se a pagamento; dall’altra, invece, mi avvilisce che tantissimi altri generi di happenings di qualità, laddove non si mangia ma ci si sazia di altre beltà con talenti tutt’altro che culinari, non riscuotano lo stesso successo e vengano puntualmente disertati dall’indigeno-tipo. Non c’è dubbio: dalle nostre parti, la fame fa uscire il lupo dalla tana, o per dirla in modo senz’altro meno raffinato ma molto adeguato, “quann se tratt ‘e magnà, nun ce ferm nisciun”.

Come sempre, spero di poter dare con la mia opinione un modesto contributo al miglioramento di ciò a cui ho preso parte; e in questo caso, lo faccio ancor più volentieri, perché sono convinto che grazie all’intuito, alla lungimiranza ed alla capacità aggregativa di Giancarlo Carriero, Fulceri Camerini e Marco Castagna, ISCHIA SAFARI possa diventare in breve tempo un altro appuntamento di grido nel panorama dei principali eventi campani e, perché no, un ulteriore attrattore turistico internazionale per la nostra Isola. Quindi. Potrebbe essere una buona idea migliorare –o meglio creare- un vero e proprio percorso che consenta in modo più o meno ordinato di spaziare tra le varie opportunità gastronomiche, attraverso un preciso fil rouge. Mi è stato detto (e non ho motivo di dubitarne) che è stata una precisa volontà dell’organizzazione quella di affidare al caso ed alla scelta del partecipante l’approccio ad un banco prima che a un altro, anche per non creare malumori di sorta e rispettare una serie di particolari equilibri tra le varie realtà presenti. Tuttavia, penso che specialmente il pubblico locale (numerosissimo, in proporzione certamente più di quello composto dagli Ospiti presenti ad Ischia), ma nondimeno i turisti, avrebbero tratto senz’altro giovamento da linee guida in grado di rivelare un messaggio –anche istruttivo- sui modelli ispiratori di ciascun piatto e, se esistente, sul tema posto dagli organizzatori all’attenzione dei maestri invitati. Magari, si potrebbe anche evitare loro il frequente disturbo dell’inutile e fastidioso shooting da parte del solito, prezzolato illusore di minorenni (maschi e femmine), in cerca con lui, come ignari cagnolini al guinzaglio, di un’improbabile carriera nel mondo della comunicazione, o semplicemente di un briciolo di inutile ribalta (credetemi, ragazzi: in entrambi i casi è tempo perso). Inoltre (atto dovuto, questo), una maggiore attenzione da parte di chi si occupa dei rapporti con la stampa eviterà senz’altro, in futuro, di beccare imbarazzanti semafori rossi da parte del nostro Direttore; mi rendo conto che Gaetano è un’ottima (e talvolta pericolosa) forchetta da spettacoli a scena aperta, ma di certo anche lui non sarebbe riuscito a consumare tutti e trenta i food coupon consegnati all’ingresso per soli (e sottolineo soli, perché li son valsi tutti) 45 euro.

Complimenti, dunque! E arrivederci a ISCHIA SAFARI 2017.

3 COMMENTS

  1. Sono sicuro che il nostro Davide ha usufruito come molti dei mille presenti di Ingressi omaggio o di favore, ma come si fà a titolare una manifestazione gastronomica ischia Safari?

  2. La dietrologia non mi interessa…è, invece, importante la disamina che Conte fa della manifestazione. Tenuto conto che, anche, quella dell’anno scorso ebbe un gran successo. I suggerimenti dati sono importanti e sarebbe importante che organizzatori e sponsor continuassero in questa direzione per regalare, in maniera continuativa, questo “gustoso” evento all’estate ischitana.

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