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mercoledì, Aprile 24, 2024

Truffa telefonica, divieto di dimora sull’isola per Lucio Pilato

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Nelle prime ore di questa mattina, nell’ambito di un’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Ischia hanno notificato un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di dimora nell’isola di Ischia a carico di un soggetto, titolare di una rivendita di telefonia mobile sita nel centro del Comune di Ischia, già destinatario il 24 marzo 2017 di un’ordinanza di custodia cautelare impositiva degli arresti domiciliari e successivamente condannato alla pena di 2 anni di reclusione per reati contro il patrimonio mediante frode, Lucio Pilato.
Lo stesso, unitamente ad altri due indagati, è ritenuto responsabile di sostituzione di persona (art. 494 C.P.), indebito utilizzo di carte di credito (art. 493 ter C.P.), simulazione di reato (art. 367 C.P.) e false attestazioni a pubblico ufficiale (art. 495 C.P.).

Le attività investigative condotte dai militari della Stazione Carabinieri di Ischia hanno avuto inizio nel gennaio 2018 a seguito di una denuncia contro ignoti sporta da un residente. Questi aveva ricevuto, per posta, una fattura di un gestore mobile attraverso la quale aveva scoperto l’attivazione a sua insaputa di un numero telefonico mobile a lui intestato; l’utenza era abbinata ad un’offerta commerciale che prevedeva l’assegnazione di un costoso smartphone – mai ordinato e mai ricevuto – da pagare in 30 rate mensili con addebito sulla propria carta di credito. I successivi accertamenti, eseguiti mediante l’analisi di documentazione contrattuale ed acquisizione di testimonianze, hanno permesso di appurare l’esistenza di un sistema criminoso nel quale sono coinvolti gli altri due indagati che ha permesso di stipulare numerosi contratti fittizi a carico di ignari clienti residenti su tutto il territorio nazionale ed anche – in un caso – in Svizzera. Come nel primo caso citato, i contratti fittizi prevedevano l’assegnazione di costosissimi telefoni cellulari di ultima generazione che i clienti non avevano mai ordinato né tantomeno ricevuto; i telefoni in questione venivano, invece, rivenduti dall’indagato ovvero utilizzati da lui o dai propri parenti.

In una circostanza è stata sporta una falsa denuncia di furto presso un ufficio di Polizia di Napoli in cui l’indagato principale, fornendo un’identità falsa, ha attestato fittiziamente di aver subito il furto con strappo di un telefono cellulare per inviare poi la denuncia a una società assicurativa e ottenere uno smartphone nuovo che ha potuto rivendere a una terza persona ignara. Per garantire che il sistema criminale funzionasse –almeno in un primo momento- i tre indagati, in particolare il gestore del centro, hanno utilizzato carte di credito intestate a ignari soggetti fisici e giuridici e hanno rivenduto i cellulari provenienti dai delitti attraverso circuiti commerciali legali con rilascio di regolari ricevute fiscali.

Al momento i Carabinieri della Compagnia di Ischia hanno accertato 5 casi di telefoni cellulari ottenuti indebitamente e rivenduti dall’esercizio commerciale. Sono in corso ulteriori accertamenti.

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