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giovedì, Aprile 25, 2024

TOC TOC…: C’E’ NESSUNO?

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Anna Fermo | Dove saranno mai andati? Neanche un accenno che possa dirci che qualcuno, nel bene o nel male, politicamente c’e’. Lasciamo stare qualche foto con la fascia, qualche presenza istituzionale da manichino, mi chiedo dove siano i nostri rappresentanti e, dunque, dove sia andata a finire la politica locale. Se nulla si muove in termini amministrativi, almeno dovrebbe muoversi qualcosa in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Ed invece: nulla. Neanche qualche incontro di stramacchio che possa attenzionare l’opinione pubblica. Tutto tace e se qualcuno pensa che ciò possa significare  che probabilmente qualcosa si stia muovendo nell’occulto, purtroppo, a parte qualche intenzione non ricambiata, non c’e davvero nulla.

A poco più di sette mesi dal richiamo alle urne per il ricambio sindacale e della compagine di maggioranza al Comune di Ischia e non solo, i giochi non sono ancora fatti e l’inerzia la fa da sovrana. Una scelta? Sembra quasi che si continui nella rotta intrapresa all’indomani di quel funesto 30 marzo, quando l’ordine non andava oltre l’accordo sul silenzio. Tutti zitti: “Adda passa’ a nuttat”. Una notte trasformatasi poi nella “notte dei coltelli”, con morti e feriti lasciati sul selciato con ecatombe delle migliori espressioni della politica isolana del momento. “La sopravvivenza ai vili” si usava dire nel passato, ed ahime’, non si sbaglia a pensare che ancora ritorni come motto attualissimo. Basta pensare a chi oggi gestisce ciò che non sa gestire, macchine amministrative che potrebbero assurgere a strumenti di crescita e sviluppo con l’attuale normativa, e che invece vengono relegate a parcheggio dell’inerzia e del silenzio.

Porte chiuse: una sensazione di disagio che va oltre il salone delle Antiche Terme e che si incarna nelle bocche chiuse e nelle menti assenti. Un girovagare tra le stanze del comune desertificate in termini di risorse umane in ogni senso. Destabilizza il vuoto, destabilizza la sicurezza dei signor nessuno che con un misero cenno di testa si convincono di aver convinto. Ci fanno o ci sono? I cittadini vogliono presenza, vogliono parole, vogliono fatti per convincersi e non di certo un dondolare di corpo e di testa.

Mi si dirà che con le figuracce degli ultimi tempi di qualche politichello locale di altri comuni, qualcosa si muove! Ebbene dove volgiamo volgiamo lo sguardo, non si muove davvero nulla a parte le figurelle di quattro soldi, quelle per intenderci che vanno ben oltre le “cloache”.

Si palesano nuovi scenari di gestione delle partecipate comunali? Nulla di nuovo, come non e’ nuovo il passo indientro o piuttosto l’ordine: tutti fermi! L’immobilismo non e’ solo in ciò che appare, ma si sostanzia nel nulla di fatto rispetto ad ogni scelta che dovrebbe garantire  il bene comune e che non c’e’.

Come può essere accaduto tutto questo? In poco più di qualche anno abbiamo assistito all’azzeramento di ogni minima espressione della politica locale. Non e’ colpa delle circostanze, ma degli uomini se non ci sono input, proposte, soluzioni o tentativi di soluzioni alle innumerevoli problematiche che riguardano le nostre amministrazioni locali. Ed e’ inutile ogni tentativo di ingannare l’opinione pubblica con una alzata di braccia. Quando si va a votare, anche dinanzi alla consapevolezza che non si siano scelte delle cime amministrative, si appone una semplice X su chi può rappresentare un qualcosa che mai rappresenta una alzata di braccia.

Oggi sembra che alla alzata di braccia si sia aggiunta anche la voltata di spalle. Ci si incurva e si scappa dinanzi alle responsabilità di governo locale pretendendo poi domani di essere riconfermati? Un assurdo, come e quanto e’ assurdo che tra chi amministra siano scomparsi i rappresentati veri della nostra economia locale, quelli che oggi dovrebbero alzare la voce perché unici ad averne diritto, non fosse altro perché da sempre eroi della nostra sopravvivenza difronte ad una politica fantasma. Non un imprenditore! Forse sarà per questo che il Senatore potrebbe farsi avanti senza timori di essere asfaltato da chi ha interessi quanto e più dei suoi?

Se bussiamo alla porta dei nostri enti locali, qualcuno risponderà pure, ma di certo non chi vorremmo rispondesse.

La politica non e’ in una fascia tricolore, ma in una coscienza di responsabilità della cosa pubblica che si rappresenta. I palazzi comunali non sono rocche da conquistare per poi trincerarvisi dentro, ma luoghi aperti dai quali diramare azioni per il bene dei cittadini. La nostra comunità non e’ un serbatoio di voti dal quale attingere ogni qual volta serva, ma lo strumento più alto attraverso il quale trovare conferma delle  scelte amministrative che si vogliono mettere in campo per il bene comune.  Il metro di misura sul quale calibrare anche le scelte più impopolari. L’unica voce da ascoltare per governare secondo i principi democratici.

Il silenzio e l’inerzia non sono cosa da propinare ai cittadini.

Toc, toc: se non c’e’ nessuno, forse e’ il caso di bussare altrove!

 

 

 

 

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