fbpx
giovedì, Aprile 18, 2024

Terremoto. De Natale: “L’Italia deve investire sulla cura del territorio”

Gli ultimi articoli

In questa lunga giornata in cui si rincorrono le notizie riguardo il terribile terremoto che ha devastato il centro Italia, interviene anche Giuseppe De Natale dell’Osservatorio Vesuviano.

“C’è un solo modo, semplice e risolutivo, per fermare questo stillicidio di morte e devastazione  –  dichiara  –  generato dai terremoti e dalle catastrofi naturali in Italia. A parte casi particolari di ‘delinquenza’ nella costruzione di nuovi edifici in cemento armato, il vero problema in Italia è l’enorme vulnerabilità del patrimonio edilizio storico. Terremoti di questa magnitudo, classificati tecnicamente come ‘di media intensità’ uccidono soltanto perché trovano sul territorio edifici fatiscenti. Quindi, in Italia dovrebbe partire un grande progetto nazionale di consolidamento delle costruzioni ‘antiche’. Si potrebbe banalmente farlo imponendo a tutti i proprietari di verificare la vulnerabilità dei propri edifici, e di consolidarli di conseguenza detraendo fiscalmente buona parte della spesa. Le tecniche di consolidamento di edifici in pietra e laterizi sono, specie in Italia, ampiamente sperimentate e molto efficaci, nonché economiche. Si risolverebbe definitivamente un problema enorme, si risparmierebbero decine di miliardi che invece vengono spesi per ripristinare le devastazioni avvenute, e si darebbe grande ossigeno all’economia del Paese. L’Italia deve capire che il suo vero, grande problema ed insieme grande ricchezza è il suo territorio, tanto bello e vario quanto vulnerabile. Investire nella salvaguardia, nella prevenzione e nella cura del territorio fornirebbe una ricchezza immensa: metterebbe in moto l’economia, eviterebbe tragedie umane e spese enormi per riparare i danni di catastrofi generate ormai anche da semplici cambi di stagione, darebbe una grande mano al turismo ed innalzerebbe enormemente la qualità della vita. Spero che la Politica capisca che questa è la priorità per il nostro Paese.”

2 COMMENTS

    • Per sua informazione, io non ho mai fatto alcuna ‘perforazione geotermica’, non ho interessi personali nella geotermia ed ho seguito, istituzionalmente (cioè attraverso il mio Istituto), il progetto Forio solo nella parte scientifica di descrizione delle risorse dell’isola (e fino ad alcuni anni fa; oggi non c’è più a mia conoscenza nessun contratto in corso con INGV). Però sono certamente convinto che la geotermia rappresenti una grande ricchezza per il nostro Paese, finora colpevolmente trascurata (come lo sono del resto, con diverse sfumature, tutte le energie rinnovabili). La geotermia in aree ad altissimo gradiente geotermico come Ischia, fatta con criterio e razionalità, è un modo di produrre energia assecondando quelle che sono le caratteristiche naturali del territorio. E, con le nuove tecnologie ad emissioni nulle, è il metodo di produzione energetica sicuramente di impatto minimo per il territorio (dove ‘minimo’ non significa nullo, perché qualunque intervento umano sul territorio ha un suo ‘impatto’). Ad Ischia è già stato in funzione, dagli anni ’30, il primo impianto geotermico a tecnologia ‘binaria’ al Mondo: era di fronte al Poseidon, ed ancor oggi si può vedere il terminale di un pozzo di produzione. Funzionava egregiamente, e non risulta abbia mai dato problemi particolari. Fu smantellato negli anni ’50, perché ormai l’Italia era protesa verso il petrolio, la metanizzazione, ecc.; così si dimenticarono le grandi risorse geotermiche nazionali, in favore dei ‘meno costosi’ combustibili fossili. Con i risultati evidenti che tutti noi oggi possiamo constatare. Bloccare per principio qualsiasi soluzione innovativa non significa ‘non scegliere’; significa evidentemente avallare lo ‘status quo’, ossia un’Italia ancora pienamente dipendente dai combustibili fossili e dai grandi monopolii dell’energia.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos