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venerdì, Marzo 29, 2024

Stanziola nega tutto: “Mai preso un euro”

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Ieri l’interrogatorio nel carcere di Poggioreale. «Io ho sempre operato – ha raccontato – per dare lustro alla frazione di Testaccio. Le raccolte di soldi? Sono sempre state fatte per coprire le spese del comitato organizzatore e per il versamento della Cosap»

DALLA REDAZIONE | Non avrebbe intascato mai un euro. Va in scena la difesa del tenente della polizia municipale di Barano, Antonio Stanziola. Interrogato nella giornata di ieri nel carcere di Poggioreale, davanti al suo legale, Cesare Patroni Griffi. Sono le prime parole ufficiali per il principale protagonista di “Free Market”, arrestato venerdì mattina all’alba. E trasferito nella stessa giornata nella casa circondariale di Napoli.
Stanziola ha parlato. Poche parole, chiare. «Non ho mai preso un euro per me ma ho sempre agito nell’interesse di Testaccio e del comune di Barano». Stanziola avrebbe poi escluso di aver intascato soldi: «Io ho sempre operato – ha raccontato – per dare lustro alla frazione di Testaccio. Le raccolte di soldi? Sono sempre state fatte per coprire le spese del comitato organizzatore e per il versamento della Cosap (tassa suolo pubblico)». Stanziola ha poi fornito anche la sua versione dei fatti in ordine alla vicenda maggiormente delicata: quella della pensione “Casa Bianca” e degli atti mandati in Soprintendenza. «Non da me», ha affermato il tenente. Ma è consistente la mole di prove e intercettazioni raccolte nel lungo periodo di indagini, portate avanti dai carabinieri di Ischia,
Questa mattina saranno interrogati il consigliere regionale di Forza Italia Maria Grazia Di Scala, soggetta ad obbligo di dimora. Poi toccherà ad un altro indagato, soggetto all’obbligo di dimora, Raffaele Piro della pensione “Casa Bianca” e ad altre due persone, che hanno invece l’obbligo di firma, Antonio Schiano (presidente dell’associazione Testaccio Grandi Eventi) e Giorgio Vuoso (tesoriere).
I legali mireranno alla revoca delle misure cautelari, emesse su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli in ordine a una serie di reati contestati (tra i quali peculato, concussione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologia). Restano intanto indagati il sindaco di Barano d’Ischia, Paolino Buono, e il comandante della Polizia municipale del comune collinare, Ottavio Di Meglio, oltre a Salvatore Di Costanzo (addetto all’ufficio tecnico), a Ernesto Napoletano, manutentore, ad Antonio Scordo e Antonio Vuoso.

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