fbpx
martedì, Aprile 23, 2024

Scoppia la guerra delle case! Demolizioni amministrative: ecco come evitarle!

Gli ultimi articoli

Chi pensava che la questione demolizioni o abbattimenti sia legata al destino delle pratiche di condono o all’interpretazione circa la terza legge condonistica sbaglia di grosso. Da Cartido a Forio, passando per Casamicciola, in questi giorni alcuni clienti dell’avvocato Molinato hanno iniziato a protocollare e a presentare un atto stragiudiziale che è destinato a far scoppiare una vera e propria guerra delle case. Responsabili? Come per la costruzione e l’assalto al territorio, per le grane di oggi, c’è sempre un solo responsabile: la classe politica che ha preferito tollerare e soggiogare il diritto a piacere, immolando la certezza del diritto e delle leggi ai tornaconti elettorali.


bruno-molinaroCon l’avvocato Molinaro facciamo luce su questa nuova pagina di una storia che non finirà mai.
«L’atto stragiudiziale che è stato protocollatato – ci ha detto il legale – alcuni giorni fa al comune di Forio (un altro del medesimo tenore è stato protocollato la scorsa settimana al comune di Casamicciola, ndr) riveste un’importanza molto particolare perché pone per la prima volta sul tappeto la questione della applicabilità della legge regionale n. 5/2013 (art. 1, comma 65) sull’housing sociale, sinora ignorata dai nostri amministratori, ed innesca un procedimento dal quale può derivare la sospensione (e la successiva revoca, ndr) delle demolizioni giudiziali programmate per l’inizio del nuovo anno.»

L’attenzione è posta, ad esempio, alla richiesta alla Cassa Depositi e Prestiti l’anticipazione di circa 300.000 euro per la copertura della spesa stimata per ben sette abbattimenti guardando al comune di Forio. Sette abitazioni in gran parte case di “necessità”.

«Nell’atto – continua Molinaro – è ben spiegato cosa vuol dire housing sociale e perché i nostri comuni sono, a tutt’oggi, gravemente inadempienti, non avendo, nonostante il lungo tempo trascorso a far data dalla entrata in vigore della normativa regionale, ancora approvato il regolamento relativo alla fissazione dei criteri in base ai quali le case abusive acquisite al patrimonio comunale dovranno essere assegnate a coloro i quali le occupavano “al tempo dell’acquisizione” anche se condannati. Secondo la Cassazione, in caso di inottemperanza nel termine di 90 giorni – sottolinea l’avvocato – a far data dalla notifica della ingiunzione a demolire adottata dal tecnico comunale, la costruzione abusiva, in una alla relativa area di sedime, è da ritenere acquisita gratuitamente al patrimonio comunale. Tale effetto ablatorio, secondo la stessa Cassazione, si verifica indipendentemente dal mancato accertamento dell’inottemperanza del contravventore ad opera dei vigili urbani ed anche se il comune non ha provveduto alla trascrizione del relativo verbale nei registri immobiliari e alla immissione in possesso».

Bene, avvocato, ma cosa c’entra tutto questo con le demolizioni ordinate dal giudice?
«C’entra eccome! Sempre la Cassazione ha ripetutamente affermato che, una volta che il comune ha acquisito l’opera al proprio patrimonio, se il consiglio comunale ne delibera la conservazione per finalità di interesse pubblico, la demolizione ordinata dal giudice “recede” e non può essere più eseguita perché divenuta nel frattempo incompatibile. Prima della entrata in vigore della legge regionale n. 5/2013, si riteneva che in zona vincolata alla acquisizione dovesse pur sempre far seguito la demolizione. Oggi non è più così perché, essendo stato codificato il principio dell’housing sociale, laddove il comune decida, previa approvazione del regolamento di cui sopra, la dismissione o la locazione del bene, questo ben può essere assegnato anche a colui che, al tempo della acquisizione, lo occupava con il proprio nucleo familiare».

Avvocato, ma non siamo di fronte ad una demolizione giudiziale?
«Si è vero, ma in tal caso la demolizione va prima sospesa e successivamente revocata, proprio come è stato riconosciuto da una recentissima sentenza del TAR e da due ordinanze, rispettivamente della Corte di Appello penale di Napoli e del Tribunale penale di Salerno, ma in questi ultimi casi, i comuni di Giugliano e di Cava dei Tirreni avevano approvato il regolamento».

Allora non parliamo di alchimie da avvocati, parliamo di fatti…
«La cosa che più sconcerta è che nessuno dei nostri comuni ha fatto leva dal 2013 ad oggi sulla legge regionale n. 5/2013, non solo e non tanto per salvare le case degli abusivi ma soprattutto al fine di evitare di spendere fior di quattrini (ricordate i trecentomila euro, nel comune di Forio per sette demolizioni, ndr) in situazioni di grave crisi per i bilanci degli enti.»

Mettere il dito sulla piaga certe volte fa bene, altre volte, invece, fa male. Ci chiediamo, però, se ci sarà un solo amministratore che, all’indomani di questi atti e all’evidenza delle cose, non pensi, almeno, alla riproposizione per i nostri territori di questi regolamenti? Giugliano, Cardito e Cava de’ Tirreni lo hanno fatto e hanno salvato le abitazioni dei loro cittadini. Da noi? Vedremo…

 

6 COMMENTS

  1. L’edilizia è stata un business che ha accontentato tanti: chi ha potuto farsi la seconda e la terza casa fregandosene bellamente dell’ambiente, gli avvocati che hanno guadagnato bei soldi con le pratiche di condono, chi ha preso le mazzette o i voti in cambio della chiusura di tutti e due gli occhi, gli idraulici/elettricisti/mastri/falegnami/ecc. che hanno guadagnato cifre che in nessuna altra parte d’Italia avrebbero guadagnato (soprattutto grazie al ‘nero’).
    L’isola non vuole ammettere tutto ciò e trovare una via di uscita seria: c’è tanta voglia di far finire tutto “a tarallucci e vino”, e non ci si rende conto che così facendo si legittima il sistema feudale che c’è stato sull’isola e che ancora c’è.

  2. Questo azzeccagarbugli da strapazzo che ha consigliato a tutti di patteggiare incassando cospique parcelle ( chi ha patteggiato ha dichiarato di voler abbattere ed è il primo della lista) si è inventato un altro miraggio per carpire ai poveri creduloni quel che resta del proprio conto in banca… quanti seguiranno il pifferaio magico questa volta? E questo miraggio indurra quante persone a costruire anvora? Negli abusi di necessità rientrano anche gli alberghi e i capannoni industriali? Ai posteri l’ardua sentenza….

  3. Si così facendo forse si riesce ad evitare la demolizione ma è sempre un sistema marcio!alla sicurezza Non si pensa!che ci sono casa su case costruite senza ogni logica è professionalità senza alcun geometra senza alcun architetto al di fuori di ogni normativa italiana,figuriamoci europea!che dobbiamo aspettare che ci saranno altre vittime!?per questo assurdo abusivismo edilizio!.per me solo ruspa!la casa la ci si compra come tutti i cittadini normali!no che domani mi sveglio è mi costruisco una casa in luoghi che vanno fuori ogni logica è normative,ruspa!

  4. Consideriamo per vero ciò che dice l’avvocato, i criteri di assegnazione delle case comunali, non sono certo rappresentati dal tu hai costruito abusivamente, eccoti la casa acquisita dal comune!!! Non esiste nessuna prelazione nei confronti di questi ex proprietari di immobili abusivi, solo sanzioni. Ci sono liste di cittadini in attesa, tali case andranno eventualmente a loro! Non cerchiamo di alimentare altri favoritismi politici ed altre flebili speranze che poi, come la storia ci ha insegnato, finiscono tutte in una bolla di sapone, giustificando l’insuccesso con i vari e’ colpa di tizio o caio…

  5. Giusto Michele: nell’altro articolo del Dispari sull’argomento, si parla di “acquisizione gratuita dei bene al patrimonio comunale”. Quindi non è un condono, l’immobile viene tolto a chi lo ha costruito abusivamente e dato ad altri. In pratica diventeranno “case popolari”, anche se si tratta di ville o villette. Ora l’unica cosa che conta è capire se verranno adottati criteri seri per assegnare quelle case o se sarà l’ennesima presa in giro. E, dato che si tratta spesso di ville o villette magari anche di un certo pregio, si potrebbe anche pensare di ricavarne un utile per le casse comunali. Si potrebbe fittare una parte di quegli immobili a prezzo di mercato; altri potrebbero essere fittati ad un canone “sociale”. Un’altra parte potrebbe essere concessa gratuitamente. Ma come tu dici, potrebbero nascere speculazioni, accaparramenti e clientelismi vari.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos