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venerdì, Aprile 19, 2024

#Scempiinferie. E’ tutto fermo alla Siena. Lite Santaroni, ditta e tecnici?

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Geppino Cuomo | Praticamente fra una quarantina di giorni, si festeggerà il quinto compleanno dello scempio della Siena.  Così viene identificato quel parcheggio che non ha ancora visto la luce, posto ad inizio centro storico di Ischia Ponte. Cinque anni fa, c’era ottimismo, si sapeva che bisognava penare un paio d’anni, ma che dopo due anni una grande opera avrebbe alleviato sofferenze di traffico e fatta rinascere commercialmente il borgo. Il progetto, ben illustrato da professionisti locali e non solo, parlava di due piani interrati e di una mega piazza attrezzata che di uguali non ce ne erano sull’isola.
Qualcuno contestava la scelta, rimpiangeva il vigneto che era stato già in parte distrutto ma che stava scomparendo completamente. Ma che volete che contasse il parere di alcuni nostalgici, rispetto all’avanzata del progresso.
I progettisti e i direttori dei lavori si affrettarono a sostenere che si trattava di una grande opera, sicuramente impegnativa per le difficoltà che si andavano ad affrontare, ma che professionalmente era un salto di qualità. Si sapeva che, dai saggi effettuati negli anni precedenti, nel sottosuolo esisteva una sorgente di acqua leggermente salina, che negli anni, centinaia di anni, aveva alimentato il terreno agricolo della zona. Ma la cosa, non preoccupava di sicuro i tecnici che, a loro dire, sapevano benissimo come intervenire e come risolvere l’inconveniente.
La gente comune, eccitata dal progetto, sosteneva la tesi di proprietario e ingegneri e aspettava fiduciosa l’inizio dei lavori. Ruspe, scavatrici, altro macchinario mai visto prima dalle parti nostre, trasformarono in breve quell’area in un cantiere affollato di operai e osservatori …esterni.
Chi origliava le discussioni degli addetti ai lavori, faceva sapere che le cose andavano tecnicamente per il meglio, anzi, addirittura, si era pensato di sfruttare al massimo il lavoro.
Non più due piani interrati per accogliere circa duecento auto, ma ben tre! Era possibile, avevano detto i tecnici.
L’acqua c’era, eccome se c’era, ma non poteva certo costituire un problema, visto che altrove ben altro si era costruito nell’acqua e con successo. In tutto questo, il tempo passa inesorabile.
Qualche ottimista cominciava a saltare il fosso ed andava ad ingrossare la schiera dei pessimisti.
Ben presto ci si rendeva conto che non era poi cosi facile deviare il corso d’acqua. Ben presto ci si rese conto che due erano le cose: o chi era chiamato a risolvere non era in grado di farlo, o il problema tecnico era insormontabile. Eppure in altre parti tecnicamente situazioni similari erano state risolte.
Non si sa se l’impresa è stata sostituita o sono cambiati i responsabili della stessa ditta, fatto è che dopo un po’ facce nuove si impossessavano del cantiere e davano una smossa.
Si completava la sala dell’Auditorium. Lì l’acqua non la fa da padrona, non si sa perché, ed è bellissima da vedersi, ma anch’essa inagibile se non termina anche il limitrofo parcheggio.
Il tempo passa e la zona del parcheggio si allaga, volutamente o no, non si è mai capito, i lavori spesso si fermano perché non si sa che pesci prendere o perché qualche autorità ne blocca gli avanzamenti sempre più precari. Si racconta di liti furibonde fra Santaroni, gli ingegneri e i responsabili dell’impresa.
Qualcuno comprende che si discute di perdite economiche non previste e di lavori che non hanno un futuro certo. Le trivelle ricominciano un lavoro che si credeva finito. Punto e daccapo? Forse, ma l’impresa rassicura che tutto procede per il meglio, nonostante gli operai specializzati sussurrano che stanno facendo un lavoro inutile e che l’opera non vedrà mai la luce.
Passano così cinque anni. Da due siamo a cinque e non è detto che sia il numero massimo che si dovrà attendere per vedere l’opera finita. Ora sono in ferie, tutti, responsabili tecnici, operai, proprietario.
Ma non è poi cosi chiaro che siano veramente ferie e non tempo morto per fare riflessioni e prendere decisioni.
Chi sa ufficiosamente, dice che a fine mese, ieri una ulteriore riunione, si deciderà il futuro dell’opera alla Siena. Si deciderà se il parcheggio sarà a due piani, come era previsto inizialmente, o se si proseguirà nell’idea dei tre piani. In ballo somme economiche già spese.
Per i due piani, l’altezza dello scavo sarebbe già valida, per i tre piani, oltre l’acqua a dare preoccupazione, ci sarebbe il sottosuolo con rocce difficili da eliminare. La verità è che la gente è stanca. L’ottimismo ormai ha lasciato il posto al pessimismo più nero.
L’economia della zona è stata distrutta e senza che nessuno ne prendesse le difese.
L’amministrazione non è immune da responsabilità. Non ha mai messo bocca in una faccenda che, pur essendo privata, ha determinato e determina interessi della comunità. Si sussurra di una prossima contestazione degli abitanti della zona con un corteo che dovrebbe vedere quali obiettivi della contestazione gli alberghi dell’avvocato Santaroni e raggiungimento della casa comunale, per far capire al sindaco che qualcosa deve fare per difendere i cittadini. Servirà a qualcosa? Certo, se non si fa niente, niente accadrà.

10 COMMENTS

  1. Che peccato che una cosi bella Isola debba essere gestita a tutti i livelli da gente incompetente, non solo , anche presuntuosi di continuare negli errori. Ischia, un isola che potrebbe essere auto sufficiente, anzi acquisire lavoratori dalla terra ferma , ogni mattina invece i traghetti si riempiono di ischitani che vanno a Napoli o altrove per lavoro.Ad ogni elezione per un nuovo sindaco , non capisco per quale magia viene eletto sempre il più incapace per la gestione della cittadina, fotse significa che gli ischitani amano morire del proprio male, auguri ma non lamentatevi se arriva solo la feccia dei turisti.

    • Si Sig. Corradino sono proprio daccordo con Lei.
      Sono da anni che la gente di Ischia fa’ sempre gli stessi errori. Ogniuno pensa solo ai ca..li suoi, “sa’ azzupp u ppane
      pe fatt’ suoi” e i voti vengono dati solo per motivi di favoritismi personali.
      Solo che dopo le votazioni, da parecchi anni sono sempre le stesse persone che si dividono la “Torta” tra di loro. Molti Ischitani o non se ne accorgono, ma su questo ci penso poco, oppure non lo vogliono vedere o pure prendere coscienza dei problemi del presente e del futuro.
      La gente di Ischia NON e’ abituata a guardare sull’ orlo del piatto.
      A brutta nuttat nun e’ vnuta ancor,
      ma pur ven. E quann ven pur adda passa’ e quann e’ passat tann ven u brutt.
      Ischia per me e diventato solo il luogo
      di nascita sulla carta d’identita e niente di piu’.
      Anche quest’anno, come pure negli ultimi, mia moglie e i miei figli ci domandiamo noi come turisti venendo dall”estero, perche portiamo tanti soldi a Ischia? L’ Isola oltre alle bellezze naturali, che come pare non ne ha bisogno, cosa da’ ai turisti?
      Macchine e motorini dappertutto, notti senza sonno, casino, schiamazzate napoletane,immondizia,strade e spiagge e mari sporchi,delinquenza, droga, paura di andare in un ospedale?
      Ischia non ha bisogno dei soldi che i veri turisti portano e con piacere vorrebbero ancor di piu spendere.

  2. Ma le vecchie fondamenti di quei palazzi e case di fronte a quel lago,, quanto tempo mantengano
    ancora? Poi se succede qualcosa
    di chi e’ la colpa?

  3. Perché continuate a dire che la faccenda è “privata”, se si tratta di un project financing che ha ottenuto anche capitali pubblici e il partenariato del Comune?

  4. Ci sono troppi € in ballo unica spiegazione xke nessuno interviene il ballo del magna magna ischitano

  5. Sono un ragazzo di 35 anni di Ischia ponte e in quel parcheggio noi ragazzini abbiamo passato pomeriggi interi a giocare a pallone contro come li chiamavamo noi i mandraioli su quella terra e brecciolino. In 5 anni sono stati capaci di cancellare un infanzia fatta solo di risate e giorni felici

  6. Come i Borboni apritela alla navigazione per farne un porto turistico. Già ma tu sei romano, il tuo impero è caduto ! Nessuno vuole capire che i soldi sono arrivati e sono serviti per altro, agli ischitani il laghetto

  7. Ma quale Grande Opera?
    Signori qui si sta parlando di un parcheggio.
    In Italia di Grandi Opere se ne fanno ben poche perché da noi non si creano progetti di costruzioni ma solo mucche da allattare e nutrire furbi investitori e i nostri eletti.

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