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giovedì, Aprile 25, 2024

Rompere il muro del silenzio, il convegno del Club Inner Wheel

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Franca M. Pascale | Il problema urgente e pressante della violenza sulle donne non poteva lasciare insensibile le amiche del Club Inner Wheel, che da sempre hanno lottato per affermare i diritti delle donne e dei più deboli della nostra società. Da qui l’idea di un convegno con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità del territorio sulla necessità di comprendere la gravità della questione e al contempo di attuare tutte le misure preventive per contenere e per quanto possibile risolvere il vergognoso fenomeno.
L’incontro si è svolto il giorno 23 novembre 2018 alla Biblioteca antoniana, alle ore 17.00. Protagoniste la Presidente del Club, Nunzia Sena Mattera, coordinatrice del convegno, la professoressa Franca Maria Di Leva Pascale, relatrice; la dott.ssa Filomena De Siano, Coordinatrice del Centro antiviolenza “Non da sola” di Ischia , e la dott.ssa Lucia Esposito, Sociologa e Coach. Numeroso e particolarmente attento il pubblico con la presenza anche di rappresentanti della Magistratura e della Scuola.
La Presidente Nunzia Sena Mattera ha dato inizio all’incontro illustrando egregiamente la problematica e ponendo l’accento sulla gravità del problema alla luce dei recenti fatti di cronaca. La stessa ha evidenziato il grande impegno che il Club ha mostrato negli anni per aiutare le donne in situazioni critiche o vittime della violenza, attuando iniziative concrete, come corsi di autostima, con risultati rilevanti. E’ intervenuta indi la relatrice, prof.ssa Franca Maria Di Leva Pascale, che ha presentato il tema centrale del Convegno.
La professoressa ha affermato che solo in questi ultimi anni si sta cercando di focalizzare l’attenzione sulla situazione individuale della donna, sulle sue difficoltà ad esprimere il disagio, sull’isolamento da cui non riesce ad uscire. Pertanto il fulcro del discorso è stata l’analisi di tutti i fattori deterrenti che impediscono ancor oggi alle donne di” rompere il muro del silenzio” sulle violenze subite siano esse di carattere fisico o psicologico. I dati del fenomeno sono impressionanti: dalle recenti indagini Istat risulta che le donne tra i 16 e i 70 anni che dichiarano di aver subito violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita, sono circa 7 milioni vale a dire il 32%della popolazione femminile. Ogni anno, oltre cento donne vengono uccise in Italia da uomini che conoscevano o con cui , nella maggior parte dei casi, avevano avuto una relazione affettiva, femminicidi compiuti per lo più da mariti, fidanzati a volte traditi, altre volte semplicemente lasciati dopo anni di soprusi e di violenze. I fattori deterrenti che impediscono la denuncia sono vari. Tra questi è stata analizzata la paura, intesa come timore di vendette e ritorsioni, ma anche di apparire a volte colpevole più che vittima per pregiudizi atavici, per aver ad esempio provocato lo stesso aguzzino. Fondamentale come freno inibitore all’eventuale denuncia è anche il timore di perdere la stabilità economica, l’ansia per un futuro incerto. Molte donne non hanno fiducia nella giustizia, pensano di essere lasciate sole ad affrontare tutte le varie ripercussioni della denuncia. La società in cui viviamo è sostanzialmente maschilista e la donna emancipata o solo consapevole dei propri diritti è sempre considerata più che coraggiosa, ribelle e insoddisfatta. Altro fattore analizzato è stato l’amore che quando si traduce in dedizione cieca e assoluta, nella donna vittima dell’odierno despota, diventa una forma di autoannientamento. Allora ritorna il Medioevo come metafora dei condizionamenti e del retaggio di pregiudizi e remore che hanno creato nel corso dei secoli il disprezzo nei confronti della femminilità. Per trovare il coraggio di reagire fondamentale è il ruolo dell’educazione al rispetto della propria persona sempre all’interno di una società consapevole e solidale ove famiglia, scuola istituzioni varie e gli stessi mass media interagiscano per abbattere le barriere culturali che impediscono alle donne di denunciare. Resta comunque da effettuare un percorso interiore che permetta alla donna, vittima di soprusi , di uscire dalla condizione psicologica di sudditanza. I corsi di autostima a questo riguardo, promossi da varie istituzioni e anche dal nostro Club, sono risultati fondamentali. Dunque è proprio questo il cammino più adeguato per riacquistare il rispetto di se stesse e il coraggio di ricominciare. E’ intervenuta, poi, la dott.ssa Filomena De Siano che ha illustrato l’esperienza del centro antiviolenza “Non da Sola” , un progetto interessante e valido che ha ottenuto ottimi risultati. La dott.ssa De Siano ha affermato che , pur operando da pochi anni, il centro si è occupato di circa 34 casi di violenza sulle donne nel nostro territorio isolano, risolvendo , con l’aiuto anche delle forze dell’ordine e dei centri sociali, molte urgenze.
Purtroppo anche la dott.ssa ha messo in risalto le difficoltà di queste donne nel denunciare gli autori della violenza, specialmente per il timore di ritorsioni, ma molto spesso per la paura di perdere la stabilità economica.
Importante è, quindi, incentivare e sostenere questa iniziativa che garantisce a tante donne isolane o anche straniere la possibilità di un supporto, talvolta di un aiuto indispensabile.
Infine è intervenuta la dott.ssa Lucia Esposito che ha descritto l’esperienza come Coach del corso di autostima, promosso gli anni scorsi dal Club Inner Wheel. Tra l’altro al convegno erano presenti alcune corsiste che hanno testimoniato la valenza dell’attività svolta .La dott.ssa Esposito ha evidenziato le tappe del percorso, compiute da queste donne , che gradualmente hanno riacquistato la fiducia in se stesse e nelle proprie capacità, finalmente divenute padrone del proprio destino. Pertanto ci si augura di ripetere l’esperienza che permetterebbe a tante altre donne di scoprire la forza di andare avanti e di ricominciare.
Il convegno è continuato con un dibattito a cui hanno partecipato alcuni dei presenti, che hanno espresso profondo interesse per la problematica affrontata e il desiderio di partecipare ad altre eventuali iniziative sul tema. La Presidente Nunzia Sena, sempre attiva e sollecita, ha chiuso i lavori ribadendo l’impegno del club sul problema trattato, nell’ottica del sostegno verso le vittime di soprusi e violenze.

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