fbpx
venerdì, Aprile 19, 2024

Rizzoli ko tra ricoveri in barella e interventi sospesi

Gli ultimi articoli

Ida Trofa | Anno nuovo problemi vecchi. Operazioni ferme causa assenza degli anestesisti, pazienti barellati per evitare traumatici trasferimenti in un reparto di medicina generale trasformatosi in un reparto d’emergenza. Questo e molto di più è il nostro Rizzoli per il quale ciclicamente si ripongono spinose e rischiose questioni. Tutto causa tagli e ancora tagli, ma non solo. Vivo, operativo grazie ai suoi uomini e alle sue donne che con sacrifico operano e lavoriamo nonostante il disinteresse ed il menefreghismo governativo. Fa ancora discutere e muovere alle proteste la necessità di ricoverare i pazienti nei corridoi dell’Ospedale. Un ricorso al ricovero dei barellati che risponde alla necessità di fronteggiare i limiti della insularità, evitare i trasferimenti in terraferma dove non è necessario e ridurre anche lo stessi per i familiari. Fatto sta che non è più possibile accettare che nel 2017 in Italia, ad Ischia si tengano ancora pazienti nei corridoi.
Ciò presuppone, senza campanello e dotazioni di sicurezza che accanto a loro ci sia sempre una persona fissa per assisterli. Perché se si sentono male non c’è possibilità di dare ossigeno e tantomeno loro possono chiedere aiuto non avendo il campanello alla testa della barella.
“Fili di ossigeno volanti, puzza di cacca nel corridoio non c’è ricambio adeguato di ossigeno, lunedì c’era un tanfo da vomito” spiega un assistente allo stremo che chiede un immediato intervento. Per molti il reparto medicina andrebbe rinforzato con personale in più ed in tal senso la direzione sanitaria, il dottor Luigi Capuano dovrebbe impegnarsi di più per farlo.
La gente arriva, gli OSS, gli infermieri, i professionisti, ma vano altrove e la medicina resta un reparto di frontiera. Pochi due infermieri a turno quando ci sono 22 ricoveri in stanza e cinque barellati. Un miracolo quando riescono ad essere quattro.
“Si devono rendere conto che non siamo carne da macello, ma esseri umani” prosegue l’operatore. Per di più con una struttura costretta ad accogliere qualsiasi patologia e per un paziente che ha una immunodeficienza essere ricoverato in un posto così vuol dire condannarlo a morire.
Sono anni ormai che parliamo dello stato di emergenza e di necessità in cui versa l’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. Una situazione spesso invivibile nella struttura isolana. Su più fronti.
Il sovraffollamento dei pazienti e la mancanza di personale sembrano problemi senza via d’uscita, e della famosa bozza del piano di riordino sanitario che vorrebbe il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al momento non si sa nulla. Anzi appare sempre più come una presa per i fondelli. Perché, oltre ad avere a che fare con degenti e i parenti costretti ad assistere notte e giorno i propri cari, ricoverati con mezzi e metodi di fortuna, i medici e i paramedici, gli infermieri, tutti devono fare i conti con spazi “ristretti”. Esiguità di materiali, persino di letti e, spesso accade, che i pazienti, per mancanza di posti letto, vengano piazzati nei corridoi.
Nelle immagini che vi mostriamo, infatti, al Reparto di Medicina Generale, al piano terra, ci sono stati ben cinque ricoverati nel piccolo corridoio d’ingresso. Da anni si riscontra questo sovraffollamento. Gente attaccata alle flebo mentre dipendenti e parenti vari scorrazzano per i corridoi. Flebo, trasfusioni e cateterizzazioni vengono fatte in spazi non consoni, alla mercè di tutti, mentre, addirittura, l’ossigeno viene fornito ai pazienti più gravi con fili volanti e attaccature di fortuna, tra estintori e infissi, nelle pieghe delle porte per evitare incidenti. Tutto ciò con rischi gravissimi.
Per non parlare del fatto di come, in queste condizioni, possa venire meno la dignità di un uomo che sta passando un brutto momento della propria vita. Senza un minimo di privacy, tra spifferi e schiamazzi. Sia chiaro, non è colpa dei medici che, al contrario, lavorano a ritmi infernali per compiere al meglio il proprio dovere. Allo stesso modo non è certo colpa dei pazienti.
È vero, la legge prevede che si possa ricoverare in barella il 10 per cento dei pazienti, ma la mancanza di strutture alternative dove “ospitare” quegli sfortunati cittadini già stabilizzati al Rizzoli , rende questo numero ben più alto.
Parliamo di un reparto, la medicina generale, dove non solo non c’è personale con turni di sole due unità sempre, ma a fronte di 17 ricoveri (c’è il 16bis) consentiti, ve ne sono 15 in regime costante. Lunedì ve ne erano 22 ammassati in camera più cinque barellati. Nelle camere sono minimo due i pazienti ricoverati in sovrannumero.
Quella del sovraffollamento è una storia che si ripete ciclicamente e noi, in passato, abbiamo denunciato più volte questa situazione, l’ASL e la Regione sono ben consapevoli dello stato drammatico in cui si lavora e si viene ricoverati al Rizzoli. È diventato un reparto di frontiera. Ma oltre questo, c’è anche un altro problema. Sempre ciclicamente si manifestano carenze di personale e i dipendenti sono costretti a subire forti situazioni di stress dovuto anche agli orari di lavoro straordinari. La nostra denuncia è perciò duplice: perché il sovraffollamento dei pazienti da un lato incide sulla qualità del servizio che la ASL offre ai cittadini; dall’altro crea disagi al personale dell’ospedale, costretto a lavorare in condizioni difficili.

ASSUNZIONI E PIANO DI RIORDINO SANITARIO IMPALPABILI
Parte di questi problemi potrebbe risolverli il Piano di riordino sanitario, ma prima ci sarebbe da fare i conti con altri intoppi. È necessario risolvere la questione delle assunzioni, dei medici precari che girano negli ospedali. Altrimenti nessun piano funzionerà mai. Le unità dislocate o trasferite altrove, sia medici che infermieri, non sono state sostituite mettendo letteralmente in ginocchio il presidio, un reparto di medicina che fa tutto anche le terapie intensive con un organico che lavora al massimo delle proprie possibilità nel tentativo di salvare vite umane, con rischi e conseguenze serissime per tutti .
A monte di questo caos c’è la scarsità di posti letto nei nostri ospedali. Negli ultimi quindici anni sono stati tagliati 70mila posti letto, senza un adeguamento corrispondente delle reti territoriali di cura e assistenza. L’affollamento negli ospedali ha conseguenze anche sui pochi medici e infermieri rimasti, che si trovano a dover reggere carichi di lavoro e di stress non previsti con conseguenze sulla loro stessa salute. Anche perché le barelle in corridoio fanno un nuovo reparto.

www.ildispari.it

2 COMMENTS

  1. poi l Asl va rompendo il cazzo a poveri ristoratori o a qualche esercizio commerciale a cui manca l asciugamani elettrico e cazzata simili. ma andate a quel paese veramente cialtroni buffoni e corrotti

  2. Però degli amministrativi a zonzo e che fanno più di un lavoro in spregio a qualsiasi legge amministrativa nessuno ne parla ? e dei 4 infermieri situati al piano terra nelle stanze ” amministrative ” che hanno compiti ” organizzativi ” , inutili , e che invece potrebbero dare una mano nei reparti nessuno ne parla?

Rispondi a Francesco Cancel reply

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos