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giovedì, Aprile 18, 2024

Riecco il comune unico: si riaccende (poco) il dibattito

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“In vista della riunione del Consiglio Comunale di Forio convocata per lunedì 20 novembre 2017 alle ore 18, domenica 19 novembre alle ore 11, presso la Sala Conferenze del Molo Borbonico, nel Comune di Forio, si terrà un incontro/dibattito sul disegno di legge regionale per la istituzione del comune unico dell’isola d’Ischia. La cittadinanza tutta dell’Isola d’Ischia è invitata a partecipare” così Vito Iacono chiama a raccolta i cittadini per condividere l’unico argomento messo all’ordine del giorno del civico consesso di Forio convocato per il prossimo 20 novembre.

«Ho ritenuto – chiarisce Iacono – opportuno che il nostro gruppo consiliare prima del dibattito e del voto in Consiglio Comunale “si doti” del parere dei Cittadini, si confronti con le varie componenti del tessuto socio economico e politico, con il mondo dell’Associazionismo ed ascolti le ragioni del si e le ragioni del no.»

Uno spaccato unico nel panorama ischitano che, fino ad oggi, ha visto sia il NO dei cittadini isolani allo scorso referendum, sia il rinnovato NO del Comune di Barano d’Ischia alla ripresentata legge regionale di unificazione dei comuni dell’isola di Ischia di cui il consigliere regione ischitano, Maria Grazia Di Scala, è la prima firmatrice.

Piano piano e con nessuno che cavalca le motivazioni del si, le uniche che imporrebbero una spinta e una continua campagna di sensibilizzazione e alla cultura del comune unico, solo Vito Iacono ha aperto le “porte” del suo movimento per comprendere quali siano le motivazioni del suo gruppo.

La verità, va detta a chiare lettere: i promotori del si lo fanno per spirito di parte e perché, in alcuni casi fa figo, in verità ognuno di loro giace comodo nell’orticello che la politica divisa gli offre. Dimostrazione evidente è la mancanza assoluta di un sistema chiaro e definito che “combatta” per la causa. Quelli del si, escono come i funghi, dopo una pioggia e restano nascosti sotto le foglie.

Sui social, nel frattempo, si iniziano a leggere qualche  commenti.

Filippo Florio è, come al solito, profondo: «Affermazioni raccolte durante il mio vagabondare per il mondo: ogni volta che dicevo che sull’isola d’Ischia vi erano 6 comuni, mi rispondevano, per dirla, alla eugubine: “Siete matti!??!!!”. Nella vita quotidiana nell’isola sei comuni, sei modi differenti di gestire il parcheggio auto, su strisce blu, in un parchimetro devi inserire la targa e in altri no, tariffe diverse… piani traffici con segnaletiche e sistemi di ingresso diversi. Questa è l’isola di soggiorno e benessere? O siamo il luogo dove lo stress si è istituzionalizzato? Dove la vita si deve complicare! Riflettete prima di continuare a fare danni alla nostra immagine ed economia turistica, signori consiglieri comunali, che amministrate pensando solo a vostri interessi di piccola bottega…”

A favore dell’unione il commento di Maurizio Matarese è un vero e proprio “testamento”. «Il 20 novembre il comune di Forio – scrive il dott. Matarese – si dovrebbe riunire per dire no al comune unico, come precedentemente si è espresso il comune di Barano. E’ un colpevole errore che denuncia mancanza di lungimiranza e , al tempo stesso, la paura che un atto richiesto dalla storia e dalle necessità sia imposto dalle autorità nazionali e regionali. Voglio nel mio piccolo esprimere tutta la mia contrarietà e con questo fissare a futura memoria ai miei figli quanto il padre fosse nel lontano 2017 in disaccordo con la maggioranza dei propri concittadini».

Stessa linea d’onda quella di Gino Di Meglio «E così tra poco anche il Comune di Forio si esprimerà per il “no” al Comune Unico dell’isola d’Ischia. Non mi ha sorpreso il no già espresso dal Comune di Barano d’Ischia: una maggioranza gretta ed ottusa incapace di vedere al di la del proprio naso, intenta a coltivare il proprio orticello, con un Sindaco che non è in grado di articolare un pensiero compiuto, senza fare scempio della grammatica. Mi sorprende invece l’atteggiamento del Sindaco e della maggioranza di Forio, una grande delusione!”

Per Gerardo Calise, invece, la storia non si cambia: il NO è d’obbligo.

«Finalmente – chiosa con sarcasmo e intelligenza Gerardo – eccolo puntuale il tipico passatempo autunnale, un vero cult ormai, alla stregua quasi del Grande Fratello. Ed udite quest’anno c’è una novità: se saltano i pareri consultivi dei sei Consigli Comunali, si corre un grave rischio: quello dell’imposizione dall’alto del Comune Unico da parte del più inutile degli Enti: la Regione Campania!»

Questa parte di storia è già scritta: Forio voterà il suo NO all’unificazione come farà anche Serrara Fontana. E, come per gli anni scorsi, avremo tre comuni che diranno Si e tre che diranno NO, salvo sorprese.

L’esperienza, va detto per onestà, è che non siamo pronti per nessuna unificazione. La nostra isola ha fallito ogni volta che si è messa “insieme”. Milioni di debiti al CISI e all’EVI, società fallite prima di nascere come l’ASSE, servizi bloccati e mal gestiti come quelli dell’Ufficio di Piano. Nessun significativo risparmio dall’unificazione, forse una maggioranza di spese e, cosa peggiore, un unico centro di potere che non garantisce nessuno, e va ben evidenziato, nessuna garanzia di funzionare. Anzi, corriamo il pericolo di vederci affossati in 60mila e non in piccole porzioni come accade oggi.

Ma la strada sarà ancora lunga. Nel frattempo, restiamo ad assistere.

2 COMMENTS

  1. Ha ragione Gerardo Calise: basta con questo stupido passatempo autunnale! De Siano vuole per forza fare il sindaco dell’isola d’Ischia e sta scatenando i suoi lacché!

  2. è assurdo che ancora si parli di comune unico, il popolo ha già deciso con il referendum, riproponete la cosa tra 30 anni, imporre il comune unico ora è andare contro la volontà dei cittadini.l’unificazione di alcuni servizi non può giustificare un cambiamento del genere. Ad esempio l’isola d’Elda di poco più grande di Ischia, ma con soli 36000 abitanti ha ben 8 comuni e vi posso assicurare che tutto funziona perfettamente ovunque. Putroppo la nostra classe politica è di una incapacità disarmante anche nel stringere piccoli accordi con i comuni vicini per gestire allo stesso modo determinati servizi.

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